Né promosso né bocciato, ma senza dubbio da rivedere. E’ il parere sul
Contratto di servizio tra il Campidoglio e l’Atac espresso dall’Authority,
tenuto anche conto della normativa europea sulla liberalizzazione del trasporto
pubblico locale. Secondo il presidente dell’organismo che vigila sui servizi
pubblici locali del Comune, Cesare San Mauro, «l’Atac deve cambiare pelle per
trasformarsi in un’Azienda che produce servizi e in un regime di libera
concorrenza, confrontarsi con una pluralità di soggetti che producono gli
stessi servizi».
Tra i compiti dell’Azienda: dotarsi di un maggior numero di mezzi
all’altezza (puliti, sicuri e con tanto di aria condizionata), velocizzare il
trasporto e ridurre i tempi di attesa alle fermate garantendo, in caso in caso
di inadempienza, un immediato indennizzo agli utenti.
Precisa San Mauro: «Il fatto che sia l’Atac a far eseguire l’indagine sulla
soddisfazione degli utenti non appare appropriato. E’ un compito questo che
spetta ovviamente al Comune, in qualità di committente. Quanto la qualità del
servizio appare necessario introdurre il concetto di simmetria. In altre parole:
se l’indice di soddisfazione del cittadino aumenta, l’Azienda riceve un
incentivo, in caso contrario viene sottoposta a sanzione».
E visto che il fine ultimo è quello di togliere il maggior numero possibile di
auto private dalla strada, secondo il presidente dell’Authority «è
necessario incentivare il ricorso a una pluralità di offerta di trasporto
pubblico, come esempio le linee J o i taxi-bus e aumentare le licenze di taxi.
Allo stesso tempo è indispensabile una regolamentazione centrale, altrimenti
anche il sistema più all’avanguardia rischia di fallire».
Aggiunge San Mauro: «Certo, non è pensabile snellire il traffico senza una
politica di realizzazione di parcheggi e senza interventi urgenti sul piano
della sicurezza della linea A della metropolitana. Lavori che l’Authority
aveva giudicato improcrastinabili già nell’ottobre dell’88».