Venerdi 27 Ottobre 2000

La cliente sta male, la soccorre e l’aspetta per ore

Un angelo senza ali, Mario. Va in giro per la città con il suo taxi, sigla Lima 1, ad accompagnare calciatori e casalinghe, politici e turisti. Routine. Fino a quattro giorni fa, quando sull’auto di Mario Curti, 54 anni, da venti tassista alla cooperativa 6645, sale una coppia inglese, capelli bianchi, borse in pelle, golfino di cotone. Destinazione aeroporto di Fiumicino. Sono le undici. A metà strada, in via Ostiense, la signora si sente male, «un problema al cuore», fa capire al tassista che si precipita al San Camillo. In ospedale Mario spiega ai medici che si tratta di un’urgenza. Cerca qualcuno che sappia parlare inglese, «perché io al massimo tomorrow, this is the Colosseo, e qualche saluto. L’ignoranza è una brutta bestia. In taxi sono andato avanti a gesti, meno male che la signora ha messo la mano sul cuore: così ho capito che aveva dei problemi cardiaci. In ospedale trovo un amico, un infermiere che abita vicino casa mia, e a lui chiedo aiuto. Perché io sono stato lì per non lasciarli soli. Vedevo che il marito era spaventatissimo, non sapeva cosa fare, a chi rivolgersi, se doveva pagare o riempire un modulo, a chi lasciare i suoi dati». E Mario aspetta: passano più di cinque ore da quando è entrato al pronto soccorso con l’anziana coppia inglese. A metà pomeriggio Mario riaccompagna i signori in albergo, in centro. Il giorno dopo si rivedono: li deve portare all’aeroporto. E nella hall dell’albergo si abbracciano. La donna si commuove e lascia a Mario una lettera, poche righe per ringraziare this Angel, che aveva dedicato a loro il suo tempo con premura e dolcezza.

Be.Pi.