Venerdi 15 Settembre 2000

Lieve calo del prezzo del petrolio mentre le benzine continuano a salire. Schiarite in Gran Bretagna e in Belgio, ma la tensione resta alta
Gasolio record, Tir accordo fatto
Riduzione di 120 lire sul prezzo del gasolio. Scongiurato il blocco

di RACHELE GONNELLI

ROMA — Accordo fatto tra camionisti-governo-petrolieri e blocco dei Tir scongiurato, mentre anche in Belgio e in Gran Bretagna la situazione sembra incanalata verso un ritorno alla normalità pure se, nelle ultime ore, il petrolio è arrivato al livello record di 1.845 lire al litro dopo gli aumenti decisi da Fina e Tamoil.
Il negoziato tra governo e camionisti è andato avanti ad oltranza fino a tarda notte, prima con riunioni tecniche seguite dal sottosegretario Angelini, poi al tavolo comune con il ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani. Alla fine - dopo aver ascoltato la posizione delle compagnie petrolifere - l’intesa è stata raggiunta attraverso l’impegno del titolare dei Trasporti a varare un decreto legge che prevede la riduzione del prezzo del gasolio attraverso compensi fiscali per 120 lire al litro, nonchè una clausola per garantire che l’effetto della riduzione stessa resti invariato fino al 31 dicembre del 2000.
Nel protocollo di accordo sarebbe prevista poi una prima verifica per il 29 ottobre e un monitoraggio continuo sui prezzi. Inoltre, sarebbe prevista una riduzione forfettaria per l’anno fiscale 2000 per i veicoli di portata inferiore ai 35 quintali. E ancora un impegno delle compagnie petrolifere a ridurre il prezzo del gasolio extra rete, ovvero quello venduto all’ingrosso, ripristinando in pratica i valori del giugno scorso.
Un griglia di interventi, dunque, che dovrebbe garantire agli autotrasportatori di recuperare margini di guadagno erosi dall’aumento della materia prima senza dare troppo nell’occhio e soprattutto senza appesantire prodotti più «sensibili» rispetto al livello di caro-vita, come quello del gasolio da riscaldamento. Una griglia, in definitiva, che permetterebbe alla categoria di tornare ad un «range» di prezzi del gasolio più basso, cioè sui livelli che le compagnie praticavano a giugno di quest’anno : intorno alle 1.689 lire.
Un accordo «utile al Paese e non solo a noi». Visibilmente soddisfatto e sorridente il ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani, ha commentato così, in nottata, l'accordo raggiunto con i rappresentanti sindacali degli autotrasportatori e l'aiuto delle compagnie petrolifere per scongiurare l'ipotesi che anche in Italia si arrivasse ad una protesta di piazza dei Tir. «Nè duri nè morbidi - ha sottolineato Bersani - abbiamo lavorato tutti molto e tutti con grande senso di responsabilità». L' obiettivo - ha chiarito quindi il ministro - era anche quello di individuare una soluzione che potesse essere utile per una proposta da presentare a livello europeo. «Un’intesa - ha spiegato il leader del Cuna, Paolo Uggè - che premia il senso di responsabilità della categoria».
Intanto in Belgio, al termine di un’altra giornata di paralisi di strade, autostrade e aeroporti e dopo un’ultimatum del primo ministro Guy Verhofstadt - «la pazienza della popolazione si sta esaurendo» - è stato raggiunto l'accordo fra il governo ed i tre principali sindacati dei camionisti. L'intesa prevede un pacchetto di misure fiscali e sociali per un totale di 180 miliardi di lire per compensare gli oneri del caro-petrolio ed è stata firmata alla fine anche dai padroncini francofoni dell'Uptr, il sindacato più oltranzista e responsabile della maggior parte dei blocchi intorno a Bruxelles. Anche in Gran Bretagna i blocchi ai cancelli delle raffinerie sono in gran parte finiti, le autocisterne hanno ricominciato a caricare il carburante, anche se il paese per quanto riguarda l’approvvigionamento delle benzine è ancora lontano dalla normalità. Saranno necessarie almeno due settimane -dicono i tecnici- per poter ultimare i rifornimenti dei distributori rimasti a secco dopo una settimana di camion-selvaggio. E 48 ore serviranno per superare l’emergenza. E resta la minaccia che se il governo non ridurrà le tasse che rappresentano il 75 per cento del costo al consumo della benzina entro i prossimi sessanta giorni la protesta potrebbe riprendere. La protesta si accende invece in Spagna, dove camion, autobus, trattori, taxi e ambulanze invaderanno le città di Barcellona e Merida. Obiettivo: ottenere dal governo Aznar un piano di riduzione delle tasse sui carburanti sull’esempio di quanto ottenuto finora in Francia e in Belgio.