Benvenuti alla fiera del taxi abusivo. Siamo all'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino dove nonostante i controlli delle forze dell'ordine, le proteste degli operatori e le denunce degli utenti, le irregolarità continuano ad essere all'ordine del giorno. Ci sono tassisti abusivi che "truffano" malcapitati ed ingenui turisti facendosi pagare anche 300.000 lire per portarli al Centro di Roma, ci sono tassisti regolari che aggirano la normativa e "battono" più corse del consentito. E infine ci sono anche autonoleggiatori che, invece, di aspettare il cliente con il voucher lo adescano direttamente in aerostazione sottraendolo ai tassisti.
Il più arrabbiato di tutti, neanche a dirlo, è Carlo Bologna presidente dell'Associazione Italiana Tassisti di Roma: «A Fiumicino è una casbah - sbotta appena gli si chiede del problema - Dopo le 20 e nei fine settimana succede di tutto. Per caricare un cliente devi strapparlo agli abusivi». E come dargli torto. Basta fare una passeggiata davanti ai varchi degli arrivi internazionali per rendersene conto. Dentro l'aerostazione, per cominciare, girano, con tanto di tesserino di riconoscimento, alcuni autisti aderenti alle cooperative di noleggio vettura con conducente. Non potrebbero farlo ma appena vedono un viaggiatore spaesato gli sussurrano la parolina magica: «Taxi? Taxi?».
«E' uno scandalo - protesta Fabio P. B, tassista a Roma da 6 anni- dovrebbero aspettare la chiamata al parcheggio. Eppure nessuno dice nulla».
Ma i peggiori sono i superabusivi. Di solito si muovono in gruppo, quattro cinque per volta, hanno la macchina parcheggiata poco distante e si aggirano fuori dall'aerostazione a caccia di "polli da spennare".
«Ci sono quelli che lo fanno per campare e chiedono il giusto prezzo - spiega un vigilante della Serimax (la società che gestisce il servizio taxi allo scalo romano), che preferisce rimanere anonimo - Ma la maggior parte sono dei veri e propri avvoltoi che pretendono anche cinque volte di più». E il conto è presto fatto se si considera che il costo medio di una corsa verso il centro di Roma è 65mila lire di cui 11.500 sono di "supplemento aeroporto" e altre 2000 lire vengono aggiunte per ogni bagaglio. «E' incredibile - aggiunge il vigilante - riescono a caricare clienti anche con Panda 4X4 e con Fiat 500. Le vittime preferite sono giapponesi e ricchi americani».
E ancora: «Lavora’ all'aeroporto - urla passando con il suo taxi Roberto Nebbia - è peggio che a Termini. E il Giubileo non ha cambiato niente».
I controlli? Di recente il direttore dello scalo romano, Carlo Luzzatti, ha emesso un'ordinanza per la regolamentazione del servizio taxi. Ma per le forze dell'ordine rimane una guerra persa nonostante carabinieri, polizia, vigili urbani e guardia di finanza abbiano anche istituito una taskforce. I risultati sono anche arrivati: ogni anno vengono elevate circa 1500 tra sanzioni amministrative, contestazioni per infrazioni al codice della strada e denunce all'autorità giudiziaria, sequestri di automobili e carte di circolazione. Alla fine, però, complice una legge "morbida" con i trasgressori, gli abusivi sono sempre lì, sempre gli stessi. Non ha sortito effetto, tranne
che nell'immediatezza, anche la crociata "antiabusivismo" lanciata da alcuni politici (Athos De Luca su tutti) e portata avanti dal prefetto Enzo Mosino. "La verità - conclude Carlo Bologna - è che manca la volontà di debellare l'abusivismo. Ci vorrebbe un magistrato che facesse una bella indagine sul mondo dei taxi all'aeroporto, sui controlli, sugli accordi e sulle spartizioni. A partire dalla nostra categoria, dove ci sono tanti disonesti".
D. Des.