di BEATRICE PICCHI
Prima il regolamento poi la commissione consultiva, fino ai turni di rinforzo e gli incentivi. Una cura massiccia, voluta dall’amministrazione comunale, per migliorare il servizio dei taxi in una città dove, di fronte a una domanda costante e continua - domanda che varia a seconda dei mesi e dei giorni della settimana, degli eventi mondani e culturali e della presenza dei turisti - l’offerta è sempre la stessa. Sono 5.823 i tassisti romani. Che diventano 2.911 la mattina, un po’ meno il pomeriggio 2.382 (nell’ora in cui maggiore, invece, è la richiesta del taxi, soprattutto in centro). A ognuno di questi turni si affianca quello di rinforzo: 582 auto. Di notte, invece,
ne circolano 582, ai quali si aggiungono altri 291 in servizio dalle 22 alle 7 di mattina, (compreso la notte del sabato e della domenica perché in questi due giorni il personale è la metà). Nella settimana, in base a un monotoraggio dei sindacati e delle centraliradio, i giorni in cui si trova un taxi sono lunedì, martedì e venerdì. Va peggio, e quindi l’attesa al telefono o per la strada lievita di parecchi minuti, il mercoledì e il giovedì. Ore calde e trafficate, secondo la cooperativa 3570, sono quelle dei pomeriggi che vanno dalle 16 alle 20. «Il problema maggiore del sabato sera invece è quello di raggiungere Trastevere - spiega Loreno Bittarelli, presidente
della più grande cooperativa d’Europa - perché da quando viale trastevere è attraversata dalle rotaie dell’8 noi non possiamo percorrerla, peccato che di trasgressori noi ne vediamo tanti, ogni sera».
Quella di 5.823, rimane una quota giusta per la categoria, che va ripetendo da sempre l’inutilità di rilasciare nuove licenze - «Perché il lavoro è già poco», dicono - e quanto sia difficile circolare: le corsie preferenziali sono poche, alcune cancellate, (come quelle di circonvallazione Gianicolense o viale Trastevere) altre violate, l’accesso al centro storico non è controllato e i varchi elettronici ancora non ci sono. Da qualche mese i tassisti della capitale sono tornati alla carica presentando nuove tariffe: «Un aumento del dieci per cento, anche in base ai percorsi», spiegano i sindacati.
Secondo l’ultimo monitoraggio del Comune, nei primi tre mesi di quest’anno, il servizio taxi è migliorato, grazie ai turni di rinforzo, soprattutto in periferia: le chiamate che non trovano risposta sono passate dal quarantadue al venti per cento (rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso).
E la situazione non farà che migliorare con l’arrivo della centrale delle stazioni taxi: attraverso un numero unico i romani saranno messi in contatto con l’auto bianca della stazione più vicina. Ma non è detto che il tempo d’attesa diminuisca: dipenderà dall’esito della ricerca. «La tecnologia aiuta il servizio, visto che le colonnine telefoniche ai posteggi non le avrebbero mai più rimesse. E visto che il servizio su strada è faticoso e duro, è fisicamente impossibile resistere più di un certo numero di ore nel traffico», sostiene Nicola Di Giacobbe, segretario generale dell’Unicataxi (Fit-Cgil trasporti). «Ma una struttura come quella voluta dal Comune
diminuirà il lavoro alle centrali radio già esistenti», dice Reginaldo Cataluzzi, rappresentante della Cisl, e membro del coordinamento tecnico della commissione consultiva. Tra i suoi compiti, dunque, anche quello di redigere i turni di rinforzo, «che ormai sono quotidiani». «A ottobre, però, abbiamo previsto un aumento ulteriore - aggiunge Cataluzzi - e sarà così fino a dicembre, per poi ricominciare ad aprile, con le feste pasquali, fino a metà luglio». Martedì prossimo arriverà in commissione trasporto, per poi approdare in giunta, la delibera degli incentivi: quasi cinque per il numero unico e le centrali radio.