di PIERFRANCESCO CURZI
Un tassista in Borsa. Chi ha detto che per giocare con il mercato azionario siano necessari requisiti di prestigio o una posizione professionale altolocata? Il fenomeno è in crescita, ovunque. Non più soltanto pezzi da novanta. Il mercato oggi accoglie un po' tutti e lo fa aprendosi alle nuove tecnologie a cui tutti sono ormai attenti. Il fattore di rischio è lo stesso, il brivido della scommessa, che può anche lasciarti in brache di tela, inebria invece di terrorizzare. Ovvio che poi i più facoltosi muovano attivando grossi giri di capitale, mentre i risparmiatori imberbi dell'ultima ora recitino il ruolo della formichina, cioè piccoli investimenti diluiti nel tempo. Per
limare quasi al minimo il fattore-rischio ci sono due vie: investire poco alla volta e su titoli (firme consolidate, le cui oscillazioni fanno dormire sonni tranquilli, nel bene e nel male), oppure rendere la cosa una sorta di secondo lavoro. Quindi seguire quotidianamente l'andamento dei titoli italiani, ma anche tutto ciò che è legato alla realtà economico-finanziaria mondiale. Insomma se Enrico Cuccia alza un dito bisogna stare attenti a cosa succede nell'immediato. Chi sceglie questa strada sa che dovrà leggere, seguire, studiare, conoscere, approfondire.
Una moda, un passatempo, una fonte di guadagno alternativo. E può anche capitare che un tranquillo tassista di Ancona ne sappia più di un borsista non più alle prime armi. È la storia di Angelo (il nome è fittizio). Ed è una storia che suscita ammirazione e perché no, invidia: il mercato azionario è diventato il mio mondo, la mia vita. Guadagno, mi diverto e sento il piacere della sfida. Ho cominciato per caso all'inizio degli anni '90. Avevo da parte un piccolo gruzzoletto, una quarantina di milioni. Bot e cct non attiravano la mia fantasia e così mi sono buttato sulla Borsa. Oggi, dieci anni dopo, ho un patrimonio azionario di 600 milioni. Solo nel 1998, ad esempio, ho
guadagnato 150 milioni. L'anno scorso non è andata così bene, ma ora sono sicuro che il trend tornerà a salire». Informarsi di tutto, spulciare i giornali, in particolare quelli specializzati: «Avevo l'abbonamento gratuito ad un giornale locale, l'ho mollato e ho cominciato a studiare il 'Sole 24 ore'. Adesso lo conosco a memoria, modestia a parte so tutto di tutto, delle politiche nazionali e internazionali, degli indici stranieri, l'andamento delle altre borse mondiali. Questa conoscenza ha fatto di me un "giocatore" esperto. Un caso su tutti. Quando nessuno scommetteva su Leopoldo Pirelli io diedi fiducia al titolo perché sapevo che dietro c'era un certo
Tronchetti Provera. Lo faccio per me e anche per gli altri. Il direttore di una catena di supermercati della zona mi chiama tutti i giorni». C’è di più: l'idea di creare una trasmissione radiofonica curata sempre dal "Sole" potrebbe essere stata sua. «Due anni fa è salito sul mio taxi uno degli amministratori della testata giornalistica. Parlando gli dissi se non era il caso che il giornale promuovesse una via alternativa per la divulgazione del fenomeno. Lui mi rispose "sa che non è una cattiva idea". Oggi il servizio è attivo, ho chiamato il "Sole" per saperne di più, ma non sapendo il nome dell'uomo non ho mai saputo se tutto partì da me».
Angelo non è solo, può contare sull'appoggio di tutta la famiglia: «Quando io sono in auto, mia moglie da casa, grazie al televideo sempre acceso sul listino dei titoli, annota tutte le oscillazioni del giorno, in alto e in basso così ho la situazione sotto controllo in tempo reale. Ora ho in qualche modo coinvolto mio figlio, perito informatico. È lui che mi sta insegnando ad utilizzare il computer per il "trading on line". Nel giro di un paio di settimane ordinerò i miei titoli in linea diretta».