di LUCA BUSSI
Settimana di fuoco per i trasporti urbani. Il braccio di ferro tra il Comune e
gli operatori turistici paralizza la città e acuisce in Consiglio comunale i
contrasti tra maggioranza e opposizione, mettendo in discussione il futuro
stesso del piano pullman. Domani il piano, che l’altro ieri ha causato
l’assedio di protesta dei bisonti sul Gra con code di 25 chilometri e
polemiche, tornerà di nuovo in votazione e il rischio che sulla città si
abbattano nuove forme di protesta, tipo il blocco che ha paralizzato il Gra
lunedì scorso, è davvero forte. Se a tutto questo, poi, si aggiungono le
conseguenti polemiche sull’utilizzo delle linee J, e la nuova agitazione dei
tassisti che protestano contro il piano di rinforzo deciso dal Comune,
minacciando uno sciopero, è ben giustificata la preoccupazione per l’ennesima
ondata di caos in cui sta precipitando la capitale a Giubileo ormai inoltrato.
Piano pullman. I noleggiatori dei pullman continuano a chiederne a gran
voce la modifica: abbassare la tassa per il permesso di stallo nella zona a
traffico limitato da 200 a 50 mila, usufruire delle aree di carico e scarico,
elevare da 50 a 300 il numero di pullman in entrata in città, la concessione di
aree di scarico vicine a zone di maggior interesse turistico e un unico
contrassegno polivalente. Intanto, se da una parte l’assessorato capitolino
alla Mobilità continua a rassicurare sulla funzionalità del piano che
regolamenta il flusso dei pullman turistici in città, sottolineando quanto esso
sia a misura della capitale, dall’altra l’opposizione insorge. Dati alla
mano, il Polo sostiene che alla luce delle cifre presentate dallo stesso
assessore Tocci lunedì scorso, in Consiglio straordinario, la chiusura della
cintura urbana risulta ora troppo “stretta" rispetto alle effettive
esigenze.
«Oggi possiamo affermare che così come è concepito, il piano pullman si sta
rivelando un fallimento - afferma Pierluigi Borghini, esponente
dell’opposizione - L'Agenzia per il Giubileo aveva previsto almeno 2.500
pullman al giorno. L’assessore alla Mobilità, invece, ha confessato che la
media è di appena 600. L’Agenzia aveva previsto anche un aumento dei turisti
del 30-40 per cento in più rispetto all’anno scorso. A tutt’oggi sfioriamo
appena il 2,8. Questo rimette tutto in discussione. Sia chiaro, ben venga la
regolamentazione. Ma questa non deve essere drastica». «La sospensiva del
piano pullman disposta dal Tar - replica Silvio Di Francia, consigliere dei
Verdi - non ha consentito la necessaria sperimentazione della nuova disciplina.
Ora, comunque, dobbiamo andare avanti con le limitazioni, concedendo solo
laddove la ragionevolezza e il buon senso indichino punti di concessione.
L’importante è che alla fine questo piano non diventi un colabrodo».
Linee J. «Sono il punto dolente di tutto il piano - incalza Borghini -
Dovevano servire a sostituire i pullman, in realtà stanno inquinando in termini
ambientali e di traffico più di quanto avrebbero fatto i bus turistici. Alla
Sita (la società che guida il consorzio che gestisce in appalto le linee J)
l’Agenzia aveva garantito circa 40 mila paganti al giorno. Invece ne avranno
non più di 18 mila. Mi risulta, al riguardo, che la Sita abbia chiesto un
risarcimento danni». Proprio per oggi è previsto un incontro tra Borghini e i
responsabili del consorzio-gestore. «Stiamo valutando se andare - spiega Marco
Cialone, direttore regionale della Sita - Noi vorremmo rimanere neutrali in
tutta questa polemica, e rispettare soltanto gli impegni presi. Il risarcimento?
Non abbiamo presentato alcuna richiesta. È vero, c’è stata una prima fase,
in cui il Comune non aveva applicato il piano, durante la quale le linee non
venivano effettivamente utilizzate a pieno. Ma da aprile registriamo una
presenza media dai 18 ai 20 mila al giorno. Per quanto ci riguarda il Comune sta
rispettando i suoi impegni».
Taxi. Intanto anche i tassisti protestano contro il rafforzamento dei
turni di lavoro deciso dal Comune, «senza la promessa concertazione». Oggi le
loro organizzazioni sindacali si riuniranno per decidere se inasprire o meno la
loro agitazione: in forma di protesta hanno in mente di spegnere le loro radio.