di ELENA GIULIANI
Taxi nella bufera. Con qualche speranza all’orizzonte. La gente si lamenta per
i prezzi ritenuti troppo alti praticati dai tassisti di città che hanno due
postazioni fisse in Piazza dela Repubblica e alla Stazione Fs. Undici in tutto,
ognuno per sé e Dio per tutti. Che però, davanti ai magri proventi, si sono
coalizzati andando a chiedere "lavoro" in Comune. Partendo da una
constatazione che grosso modo suona così: siamo costretti a praticare certe
tariffe per sopravvivere. Mentre la gente fa a meno di prendere il taxi perché
costa troppo. «Mi sono state fatte presenti queste difficoltà che ovviamente
non possono lasciare indifferente l’ente locale, avanzando anche alcune
richieste precise che non tralasceremo perlomeno di valutare», conferma
l’assessore Luigi Masci.
In pratica, i tassisti si sono messi a disposizione per collaborare con il
Comune ed incrementare il trasporto pubblico o supplire a sue eventuali carenze.
Per esempio, per ciò che concerne il servizio di trasporto su chiamata.
Facendo, in sostanza le veci del pullman. «E’ un’idea su cui stiamo già
lavorando - prosegue Masci - ancora tutta da verificare però circa la sua
percorribilità giuridica ed economica. Una cosa è certa. Avendo già
sperimentato nel verchianese il trasporto su chiamata, con grande soddisfazione
della gente interessata e con un notevole risparmio di denaro, ci accingiamo ad
estendere al più presto questo servizio in altre zone del territorio comunale,
prima di tutto a Colfiorito».
Dai primi mesi del ’97 il Comune gestisce, tramite la Cavs, questo trasporto
pubblico alternativo da e per Verchiano, 14 chilometri di distanza massima,
toccando le frazioni della montagna più "profonda": Curaci, Ali,
Croce di Verchiano, Roccafranca, Caposomegiale. Da Verchiano, poi, gli utenti
possono proseguire normalmente fino a Foligno con i mezzi della Spoletina. Con
un risparmio annuo per l’amministrazione comunale, per quei 14 chilometri
soltanto, di 27 milioni, scendendo da una spesa di circa 30 milioni per due
corse settimanali in questi paesi (che oltretutto si sarebbero dovute sopprimere
per carenza di utenti), agli attuali tre.
Un miracolo? Non proprio, dicono però alla Cavs. «Abbiamo potuto sfruttare
l’occasione di avere un autista, che è di Rasiglia, sul posto così come il
vettore utilizzato per il trasporto scolastico. Le chiamate, di una media di 3 0
4 alla settimana, vengono effettuate la sera precedente in modo da organizzare
facilmente il lavoro. Altrimenti il gioco non varrebbe la candela». In ogni
modo, una esperienza positiva da allargare. Magari studiando altre esperienze
come quella dell’Ataf di Firenze che, a fronte di una raddoppio del
chilometraggio, ha visto crescere di ben dodici volte l’abituale utenza.