di DAVIDE DESARIO
Se fosse uno studente il professore direbbe che ha le capacità ma si applica poco. Se fosse un ristorante sarebbe uno di quelli da evitare: dove si mangia discretamente ma il servizio è scarso e il conto è salato. Invece, è un aeroporto: il Leonardo da Vinci. Il primo d'Italia, il biglietto da visita di quella Roma Capitale. Sulle sue piste, lo scorso anno, sono transitati la bellezza di oltre 24 milioni di passeggeri che puntualmente hanno dovuto fare i conti, tra i cronici decolli posticipati e i ritardi nella consegna bagagli, con i prezzi tutt'altro che convenienti di bar e ristoranti, con le anomale tariffe del parcheggio multipiano e, i più ingenui, con un esercito di
tassisti abusivi che per una corsa fino al centro di Roma hanno estorto anche 300 mila lire.
Basta trascorrere qualche ora all'interno nello scalo romano per rendersi conto di quello che non va e di quello che potrebbe andar meglio. A partire dai parcheggi. Ci sono quelli "a lunga sosta" e quelli "giornalieri" per un totale di circa 9000 posti rigorosamente a pagamento e altrettanti gratuiti sparsi nei 16 chilometri quadrati dell'intera superficie aeroportuale, collegati all'aerostazione da una navetta che passa ogni 15 minuti. Le indicazioni stradali, però, portano dritti al parcheggio multipiano, che è molto funzionale per chi lo gestisce, molto poco per chi lo utilizza. La prima ora di sosta costa soltanto 3 mila lire, le prime sei 9, e così via
fino a 28 mila lire per un'intera giornata. Dov'è il problema? Semplice: nessuno riesce a fermarsi nella "città aeroportuale" meno di un'ora e così tutti sborsano almeno 9 mila lire. E così davanti alle casse automatizzate l'ira dei clienti è all'ordine del giorno. «E’ un furto - sbotta Clelia Re, titolare di una farmacia di via Trionfale - sono arrivata alle 14,13, vado via alle 15,20 e pago 9 mila lire. E' possibile che non siano previste le frazioni d'ora?». Adr risponde che vicino al multipiano c'è un'area sosta dove viene adottato lo stesso sistema di pagamento dei parcheggi comunali. Peccato che abbia appena 150 posti, davvero pochi per una realtà che
conta circa 30 mila posti di lavoro.
Arrivati nei pressi dello scalo scatta la caccia al carrello portabagagli. Ieri pomeriggio, alle 15, davanti all'ingresso per le partenze del molo Europa non ce n'era nemmeno uno. Dopo un quarto d'ora, il tempo di perdere un aereo, un ragazzo in divisa ne ha portati dieci che sono andati via in un batter d'occhio.
All'interno dell'aerostazione c'è un grande movimento di forze dell'ordine, le toilette (almeno in questi ultimi giorni) sono pulite e gli sportelli bancomat e cambio valuta perfettamente funzionanti. Non si può dire la stessa cosa dei controlli dei passeggeri e dei bagagli a mano per i voli dei paesi Schengen: dal 20 marzo il servizio che veniva effettuato dalla polizia è passato direttamente nelle mani di Adr. E così, in barba alle più banali norme di sicurezza, anche se non si è viaggiatori si passano tranquillamente i controlli senza che nessuno chieda nè il biglietto nè la destinazione.
Bar, ristoranti e negozi sono inavvicinabili: 6 mila lire per un panino "sporcato" di prosciutto, 6500 lire per una confezione da mezzo chilo di spaghetti nel negozi o delle specialità italiane dove, tra limoncello e olio extravergine dal prezzo proibitivo, si vende anche uno speciale salame di canguro. «E' vero - confessa un cassiere a fine turno - sono prezzi altissimi, ma con le percentuali che ci chiede Adr non possiamo fare altrimenti».
Ma non finisce qui. I turisti che sbarcano al Leonardo da Vinci si imbattono nell'intricato modo dei taxi e delle auto a noleggio. Una vera e propria casbah: ci sono tassisti abusivi che pretendono anche 300 mila lire per Roma centro, ci sono tassisti che aggirano la normativa e "battono" più corse del consentito e infine ci sono anche autonoleggiatori che, invece, di aspettare il cliente con il voucher lo adescano direttamente in aerostazione sottraendolo ai tassisti regolari. Se non si sta attenti la fregatura è dietro l'angolo.
Tutto questo in una giornata normale. Chissà cosa accade nei giorni di intenso traffico.