Lo sciopero dei tassisti, indetto per giovedì 18 ottobre, è stato confermato. La decisione è stata presa ieri, nel corso di un’assemblea alla quale hanno partecipato la quasi totalità delle rappresentanze sindacali.
«Siamo uniti nella protesta - ha annunciato Nino Cerulli, rappresentante della Claai, artigiani - Non potremo sfilare in corteo per le vie della città perché la Questura ha negato l’autorizzazione per motivi di sicurezza. Perciò il 18 lasceremo Roma per andare tutti a Ciampino. E’ qui, ai "Gabbiani" che, alle 10, ci incontreremo per discutere dei nostri problemi e decidere, eventualmente, nuove forme di lotta».
I tassisti romani spiegano che la decisione di ritirarsi a Ciampino è dettata da motivi logistici: i locali possono accogliere anche cinquemila persone ed il parcheggio può ospitare alcune migliaia di auto.
«Siamo decisi a fare sentire la nostra voce - annuncia Pietro Marinelli, responsabile della Ugl-Taxi - non vogliamo più essere raggirati e ricattati da questa giunta: abbiamo chiesto un ritocco alle tariffe, ferme dal 1996, per non continuare a lavorare quasi in perdita, corsie preferenziali libere per lavorare meglio e garantire un servizio migliore. E il Campidoglio? Ci accontenterà, ma ad una condizione: dobbiamo accettare il ricatto di non opporci al rilascio di nuove, inutili, licenze».
Le uniche sigle decise a dissociarsi dallo sciopero sono quelle dell’Unica-taxi, affiliata alla Cgil, e dell’Ait, sindacato libero di tassisti. «Non sciopereremo per le tariffe - annuncia Carlo Bologna, segretario dell’Ait - ma per problemi molto importanti, quali quelli relativi alla circolazione, che toccano direttamente i cittadini».