Ha cercato di accoltellare un giovane agente di polizia che cercava di
identificarlo dopo la denuncia di un tassista ternano che non era stato pagato
per una corsa. Un marocchino di 34 anni, residente a Terni, è stato condannato
dal giudice unico penale del tribunale di Terni, Paolo Porreca, a cinque mesi di
reclusione.
Il processo è stato celebrato per direttissima e la pena è stata patteggiata.
Il marocchino doveva rispondere di lesioni, oltraggio e violenza a pubblico
ufficiale.
Tutto è iniziato ieri sera quando ad un tassista è giunta una chiamata da via
Battisti. Giunto sul posto il tassista ha caricato quattro extracomunitari che
si sono fatti condurre in via del Rivo, dove abita uno di essi. Appena arrivati,
però si sono subito dati alla fuga senza pagare la corsa. Il tassista ha
chiamato la polizia, e poco dopo una pattuglia della squadra volante è giunta
nei pressi dell' abitazione di uno degli extracomunitari.
Alla vista degli agenti l' uomo ha preso un coltello colpendo al braccio
sinistro un poliziotto procurandogli una ferita giudicata guaribile in sette
giorni, scagliandosi poi contro gli altri agenti. È stato bloccato ed
arrestato.
La polizia ha anche identificato due degli altri tre amici, tutti marocchini,
che sono stati denunciati per insolvenza fraudolenta mentre, essendo sprovvisti
del permesso di soggiorno, sono state avviate le pratiche per la loro espulsione
dal territorio nazionale.
Tre espulsioni che si sommano a quelle che sta portando a termine l’ufficio
stranieri della questura. Anche a Terni non si tratta di una situazione
semplice, con decine di stranieri trovati negli ultimi giorni senza permesso di
soggiorno.
Così, per molti di questi scatta l’espulsione dall’Italia. Ma si tratta di
una procedura lunga da attuare per colpa di diversi problemi burocratici. Tra
l’altro è stato appurato dalla Guardia di Finanza durante le indagini su un
giro di ragazze provenienti dsall’Est costrette a prostituirsi, che, spesso le
stesse giovani venivano espulse dalal polizia perchè trovate senza permesso.
Ma, arrivate nei paesi orginari, venivano rispedite subito in Italia, dove
continuavano a battere sui marciapiedi.
Per poi cambiare nome e nazionalità. Tanto che sono stati trovati
extracomunitari che hanno usato decine di identità durante i controlli delle
forze dell’ordine.