di ALDO DE LUCA
Che cielo, che sole, che giornata... invogliava proprio a gustarselo quest’assaggio di primavera.
Un tempo così bello nel giorno della propaganda contro l’automobile in difesa della salute, è proprio quello che ci voleva per non sciupare la festa. Immaginate tutti a piedi con nuvole di piombo e pioggia fitta, che fiasco sarebbe stato! Invece, è andata bene: migliaia, migliaia e migliaia di cittadini hanno invaso il centro storico che per otto ore è stato proibito alle automobili... ma scusate, tutti i santi giorni della settimana è forse permesso circolare all’interno della famosa fasciablu? No. E allora la novità è una sola: ieri è stato semplicemente dimostrato che se il presidio della fasciablu non fosse una barzelletta, il centro sarebbe più o meno quello che
abbiamo visto ieri, blindato sul serio, una pacchia per i polmoni. «Bello mio, respira... che l’aria è ’bbona», dice al figlioletto una giovane mamma a passeggio dalle parti del Colosseo. Per qualche ora, è stata di sicuro un po’ meno schifosa: ma da oggi, si ricomincia: a ingoiare quella puzzolente. Sapore di beffa, queste domeniche a piedi che dovrebbero sconfiggere i veleni dell’inquinamento.
Ma beffato si sente anche chi invece ci crede, eccone uno che dalla collina di Monte Mario è arrivato a piazza Venezia in bicicletta: «Mi chiamo Vincenzo Antonacci, sono un medico del Gemelli... ma guardi che traffico che c’è anche oggi! Sembra quasi un giorno qualsiasi con tutti questi taxi e autobus. Quale aria pulita! Senta, senta che puzza c’è anche oggi nell’aria. Le cose si fanno seriamente. Tutti a piedi? Okei, ci sto. Ma allora non voglio vedere autobus e taxi in giro». E’ una delle rare testimonianze contro, i più sono a favore se glielo chiedi: naturale, altrimenti sarebbero rimasti a casa, oppure avrebbero preso la macchina e sarebbero andati fuori porta.
Invece si sono svegliati, hanno buttato un occhio al di là della finestra, hanno visto che razza di bella giornata gli aveva mandato il buon Dio e l’hanno festeggiata con una «scampagnata» tra vicoli e piazze del più grande e bel museo all’aperto della Terra.
La maggior parte a piedi, molti in bicicletta, un mare di biciclette, Roma come Amsterdam. E anche a cavallo, come Michele Di Leo, mascherato da cow boy, che in sella a uno stallone andaluso andava avanti e indietro per lo stradone dei Fori imperiali isola pedonale per un giorno, e dove sembrava di trovarsi in una specie di fiera. La fiera dell’auto elettrica, dello scooter elettrico, della bici elettrica... Ecco l’automobilina da due posti in mostra: «Quattordici milioni più iva, meno gli incentivi, undici milioni... cento chilometri di autonomia... mi chiami, ecco il mio biglietto», fa il rappresentate in loco, Moreno Manzi. E più in là, ecco la fiammante bici fabbricata
a Taiwan: due milioni e sette, meno il mezzo milione di incentivo a carico del Campidoglio: «La vuol provare? E’ un gioiellino, trenta chilometri di autonomia...».
Dal Colosseo a piazza del Popolo, piazza Navona, piazza di Spagna, Pantheon... un solo ingorgo umano, pizza al taglio, polpette e Coca Cola dai Mac Donald’s intasati, facce rilassate nel giorno del riposo, che diventavano stanche se le incontravi verso la fine della lunga, lunghissima passeggiata. E quando il pupo si arrendeva: «Papà, la macchina dove l’abbiamo lasciata? Non ce la faccio più...», l’appello veniva subito raccolto, pigliando il primo taxi che passava. A proposito, sembrava di essere in una capitale moderna dove cerchi un taxi e lo trovi, al volo. «Magari poter lavorare sempre così in centro, guidi senza stress, fai più corse perchè c’è poco
traffico...», dice Raimondo al volante di Giada 12. Invece, guai a chiedere che ne pensano alle commesse dei tanti negozi che hanno aperto perchè il padrone ha sentito odor di soldoni, sono avvelenate: «Lasci perdere...». Infine: Roma ai romani, turisti stranieri: spariti. Per via dei pullman costretti alla larga dal centro. Incontravi solo i tifosi di rugby scozzesi: educati, cortesi e allegri, anche quando sono gonfi di birra.