AMSTERDAM—Hanno cominciato con i piccoli dispetti: chi non si è spinto fino a squarciare le gomme di un taxi concorrente è andato a rubare i bagagli dal cofano del “nemico", per sottrargli i clienti appena sbarcati all’aeroporto. Ma subito sono passati alle aggressioni vere e proprie e agli incidenti provocati ad arte nelle vie della città, trasformate in “autoscontro" a grandezza naturale.
La guerra dei tassisti di Amsterdam è iniziata il 1° gennaio con la liberalizzazione dell’accesso alla professione. L’hanno scatenata gli autisti di Tca (Taxi Centraal Amsterdaam), che fino al ’99 era monopolista e da qualche settimana si scontra con la temibile concorrenza del colosso Taxi Direct e di decine di tassisti in proprio, spuntati come funghi con le nuove norme. Quelli di Tca, che per la licenza di Tca avevano pagato fino a 250 milioni di lire, hanno tentato in tutti i modi di sbarrare la strada ai nuovi venuti, che per entrare sul mercato oggi se la cavano con un milione e mezzo e naturalmente possono permettersi tariffe venti volte più basse.
Tre giorni fa poteva scapparci il morto: un autista di Taxi Direct è finito in ospedale con la testa fracassata dopo un pestaggio in piena regola. Tra gli aggressori, che l’hanno colpito alla testa con barre di ferro, sono stati individuati colleghi della compagnia rivale. Colta di sorpresa da una tale esplosione di violenza, da qualche giorno la polizia presidia il centro della capitale olandese e un’ordinanza comunale punisce con il sequestro immediato dell’auto i tassisti responsabili di qualunque intemperanza. Sono in azione agenti anti-sommossa ai crocevia considerati “a rischio", dove i tassisti di solito aspettano turisti e uomini d’affari stranieri. E dopo i
vani appelli del sindaco Schelto Patijn, un consigliere comunale si è rivolto alle mogli dei tassisti per invitarle—«solennemente», ha detto—a calmare i mariti.