di RENZO BERTI
Macinano pochi chilometri, ma molte accuse. Ne hanno per tutti i taxisti spoletini.
A cominciare dall'assessorato al commercio del comune, accusato di essere di manica larga nel concedere le licenze per il servizio di noleggio da rimessa. Troppe, almeno secondo i taxisti, le diciassette licenze rilasciate sino ad ora dal comune. Senza contare che la nicchia di mercato si restringe sempre di più. «Siamo accerchiati da una concorrenza spietata. A volte anche sleale. Tutti i maggiori alberghi cittadini si affidano ad agenzie private o hanno il loro servizio di trasporto», dice Giovanni Duranti, uno tra i più giovani in servizio. «D'altro canto noi siamo già in cinque e la mole di lavoro, soprattuto in inverno, è scarsa. Se il comune ha intenzione di
rilasciare altre licenze, saremo costretti a smettere».
Ed è qui che si nasconde il paradosso: secondo i parametri stabiliti dal regolamento comunale, a Spoleto ci sarebbe spazio per altre quattro autorizzazioni amministrative. «Eppure», replicano dall'ufficio allo sviluppo economico, «in occasione dell'ultimo bando che abbiamo emanato, in graduatoria vi era un solo conducente e, oltrettutto, neanche spoletino».
Già, perchè l'età media dei conducenti di taxi spoletini, supera abbondantemente i sessanta anni di età. E presto dovrebbe diventare operativa la norma che fissa a sessantacinque il limite massimo di età. Conseguenza? A Spoleto, nel giro di un paio di anni, cercare un taxi sarà un'impresa. «Ma lo è già adesso», afferma Francesco Tomassoni, titolare dell'hotel "Nuovo Clitunno". «L'altro giorno un nostro cliente ha rischiato di perdere il treno perchè non si riusciva a rintracciare un taxi. Dopo mezz'ora di attesa siamo riusciti finalmente a farne arrivare uno a destinazione». Ma non è un episodio isolato. «Spoleto è una tra le poche città in cui manca un
servizio notturno di taxi», aggiunge Mario Contenti, del Motel "Arca". «Evidentemente, i titolari avranno le loro motivazioni di convenienza economica. Accordandosi tra di loro, potrebbero comunque istituire turni di reperibilità notturna». Quanto alla concorrenza sleale, gli albergatori respingono le accuse al mittente. «Noi utilizziamo solo i servizi di alcune agenzie, che sono compresi nel pacchetto preparato dai tour-operators. Se chiamiamo un taxi è solo per una forma di cortesia nei confronti del cliente», riprende Tomassoni. E qualcun altro rincara la dose: «Se dal centro alla stazione, un cliente deve spendere trentamila lire, allora ci attrezziamo da soli»,
dice il titolare di un hotel a quattro stelle. Intanto, con la stagione dei congressi alle porte, la "guerra" tra taxisti e autonoleggi privati è di nuovo alle porte.