I ventisei parcheggi scomparsi dalla sera alla mattina in via Cesare Ottaviani? Solo un aspetto della trasformazione della città. E non solo per l’arrivo delle migliaia di ragazzi che stanno svolgendo le selezioni presso la Caserma Gonzaga per ottenere l’ingresso all’Accademia di Modena. Sarà perché la primavera, con le sue belle giornate, accelera i lavori di ricostruzione e mette in movimento più camion delle ditte impegnate nella ricostruzione ma è un fatto che trovare il parcheggio sta diventando una vera e propria impresa. Chiedersi ancora se valga la pena pensare ad una parziale chiusura, anche a fasce orarie, del centro storico pare operazione inutile visto che
la volontà dell’amministrazione comunale non c’è mai stata e non c’è mai stata nemmeno la disponibilità dei commercianti a ragionare su questo asp0etto. Ma chiedersi se si potrà andare avanti così è quanto mai opportuno. Perché tra un cantiere che smobilita e uno che apre, il traffico dei mezzi pesanti nelle viuzze del centro è sempre sostenuto. E, accade quasi sistematicamente che una strada all’improvviso si trovi chiusa perché c’è un camion che scarica cemento o altro materiale edile.
E’ così ovunque. In via Garibaldi come in via Chiavellati, in via Cairoli come in via Mazzini. E ancora in piazza San Domenico come in piazza Garibaldi. Per chi cerca un parcheggio c’è un primo giro diu ricognizione e poi un secondo, fino all’unica scelta possibile: porta Todi, sotto i Canapè, dove ancora si trova posto. Forse qualche indicazione all’ingresso del centro storico sarebbe persino opportuna.
I Vigili urbani -impegnatissimi su diversi fronti oltre a quello del traffico- intervengono soltanto nei casi di sosta selvaggia che impedisce la circolazione. C’è tolleranza (e non potrebbe essere altrimenti) verso chi si avventura in centro ed è costretto a rimediare un pezzo di marciapiede per sostare.
Una situazione che lamentano tutti. Anche per opposte ragioni. Persino i tassisti segnalano che la situazione peggiora giorno dopo giorno. E loro hanno molto da dire: ad esempio, nell’organizzare l’accoglienza ai ragazzi della selezione nessuno ha pensato a loro, nessuno li ha coinvolti. E soprattutto nell’organizzare il traffico in città non sono state predisposte corsie preferenziali per i mezzi pubblici (compresi i taxi) che avrebbero potuto agevolare il movimento di chi lascia l’ìauto nei parcheggi dell’esterno e si muove con mezzi diversi. Ci sono le navette, è vero, ma non tutti conoscono orari e punti di partenza.La protesta dei tassisti nasce da diverso tempo
fa: durante il terremoto a loro fu detto che la ricostruzione avrebbe messo in circolazione tante persone e tutte le iniziative nuove che si stavano predisponendo avrebbero portato tante gente a Foligno. Gente -dicono ora i tassisti- che a Foligno arriva ma trova pullman ad accoglierli. E noi? Restiamo iun attesa di clienti che vediamo salire su altri mezzi.