Venerdi 22 Ottobre 1999

La moglie di Rutelli denuncia le malelingue
«Dovunque vado sento dire che prendo i soldi delle contravvenzioni, è tutto falso»

«Paga, paga, tanto i soldi delle multe se li pija la moglie der sindaco». Barbara Palombelli l’ha sentita mille volte, questa battuta. In taxi, al bar, nei salotti. Alla fine ha deciso di scrivere l’ultimo capitolo di una leggenda metropolitana che ormai conoscevano anche fuori Roma. A prendere carta e penna è stato il suo avvocato, Luca Petrucci, che stamane depositerà una denuncia.
La storiella velenosa che coinvolge la moglie del sindaco, per i pochi che non l’hanno sentita, è riassunta nella denuncia. Si spiega che da tempo circolano in città «voci insistenti e diffamatorie» circa la presenza della stessa Palombelli nel consiglio di amministrazione della Sta, la società che avuto in appalto dal Comune il servizio rimozione delle auto che intralciano il traffico e il controllo dei parcometri. In particolare, racconta la denuncia, la voce più ricorrente dice che la Sta sarebbe di proprietà della Palombelli, della signora Chiara Fiorenza, moglie del vicesindaco Tocci, e della presentatrice Maria De Filippi, moglie di Maurizio Costanzo. «Questa circostanza - dice la Palombelli - non solo è assolutamente falsa, ma anche frutto di ignoranza e approssimazione». E spiega: «La Sta è esclusiva proprietà del Comune di Roma, e quindi le sue azioni sono al cento per cento di proprietà comunale, cioè dei cittadini».
Nella sua denuncia, la Palombelli racconta che il suo lavoro di giornalista (presso La Repubblica cura una rubrica di lettere, a Rai 2 ha una trasmissione in cui risponde alle telefonate degli ascoltatori) la mette in contatto giornalmente con centinaia di persone. Molte delle quali le chiedono se davvero è lei la proprietaria della Sta: «È una situazione insostenibile, crea inconvenienti e qualche volta anche seri ostacoli al mio lavoro» dice la moglie del Sindaco.
L’unico dubbio riguarda l’efficacia della denuncia: potrà la carta bollata fermare il venticello della calunnia sotto forma di «voce»? L’avvocato Luca Petrucci è ottimista: «La denuncia è contro ignoti, naturalmente. Ma al documento sono allegate lettere, carte e riferimenti che potrebbero facilmente consentire alla magistratura di risalire a chi alimenta queste voci. Abbiamo raccolto missive, messaggi via Internet, testimonianze dirette». Tra queste, probabilmente, ci sarà anche una signora romana, S. M., che nel giugno scorso aveva scritto una lettera al vicesindaco Walter Tocci, per metterlo al corrente che un tassista «per giunta di sinistra», gli aveva raccontato la stessa storiella. Il popolo è avvisato: chi sente ancora questa storiella, potrebbe diventare un «testimone» prezioso.

M. Mart.