«Paga, paga, tanto i soldi delle multe se li pija la moglie der sindaco».
Barbara Palombelli l’ha sentita mille volte, questa battuta. In taxi, al bar,
nei salotti. Alla fine ha deciso di scrivere l’ultimo capitolo di una leggenda
metropolitana che ormai conoscevano anche fuori Roma. A prendere carta e penna
è stato il suo avvocato, Luca Petrucci, che stamane depositerà una denuncia.
La storiella velenosa che coinvolge la moglie del sindaco, per i pochi che non
l’hanno sentita, è riassunta nella denuncia. Si spiega che da tempo circolano
in città «voci insistenti e diffamatorie» circa la presenza della stessa
Palombelli nel consiglio di amministrazione della Sta, la società che avuto in
appalto dal Comune il servizio rimozione delle auto che intralciano il traffico
e il controllo dei parcometri. In particolare, racconta la denuncia, la voce più
ricorrente dice che la Sta sarebbe di proprietà della Palombelli, della signora
Chiara Fiorenza, moglie del vicesindaco Tocci, e della presentatrice Maria De
Filippi, moglie di Maurizio Costanzo. «Questa circostanza - dice la Palombelli
- non solo è assolutamente falsa, ma anche frutto di ignoranza e
approssimazione». E spiega: «La Sta è esclusiva proprietà del Comune di
Roma, e quindi le sue azioni sono al cento per cento di proprietà comunale, cioè
dei cittadini».
Nella sua denuncia, la Palombelli racconta che il suo lavoro di giornalista
(presso La Repubblica cura una rubrica di lettere, a Rai 2 ha una trasmissione
in cui risponde alle telefonate degli ascoltatori) la mette in contatto
giornalmente con centinaia di persone. Molte delle quali le chiedono se davvero
è lei la proprietaria della Sta: «È una situazione insostenibile, crea
inconvenienti e qualche volta anche seri ostacoli al mio lavoro» dice la moglie
del Sindaco.
L’unico dubbio riguarda l’efficacia della denuncia: potrà la carta bollata
fermare il venticello della calunnia sotto forma di «voce»? L’avvocato Luca
Petrucci è ottimista: «La denuncia è contro ignoti, naturalmente. Ma al
documento sono allegate lettere, carte e riferimenti che potrebbero facilmente
consentire alla magistratura di risalire a chi alimenta queste voci. Abbiamo
raccolto missive, messaggi via Internet, testimonianze dirette». Tra queste,
probabilmente, ci sarà anche una signora romana, S. M., che nel giugno scorso
aveva scritto una lettera al vicesindaco Walter Tocci, per metterlo al corrente
che un tassista «per giunta di sinistra», gli aveva raccontato la stessa
storiella. Il popolo è avvisato: chi sente ancora questa storiella, potrebbe
diventare un «testimone» prezioso.
M. Mart.