di LUCIANO GIANFILIPPI
PERUGIA - Siamo già a meno di cento giorni dall’appuntamento con
l’anno Duemila e i lavori per il nuovo aeroporto di S. Egidio sono ormai al
termine. In questi giorni si stanno completando i collaudi tecnici per aprire al
pubblico anche le porte dell’ultima parte della "rinata"
aerostazione. Ma non mancano i problemi, anche se ci sono risultati positivi per
la società di gestione "Sase". A cominciare dai passeggeri che sono
raddoppiati, passando nel periodo gennaio-agosto del 1999 a 28.431, contro i
14.352 nello stesso periodo del ’98. E con questo trend, dice il presidente
della "Sase" Azelio Renzacci, «alla fine dell’anno saranno almeno
42 mila». Intanto però salta il volo da e per Londra, a causa della crisi
finanziaria della compagnia aerea "Debonair".
I guai nascono subito fuori dal perimetro dell’aeroporto. Il primo,
macroscopico, è riuscire ad arrivarci: colpa della strada di accesso, che ad
Ospedalicchio e anche altrove diventa una trappola per i bus turistici, tra
ponticelli stretti e curve a gomito. Il governo a Roma ha già fatto la sua
parte, finanziando i lavori per la "bretella" stradale. In questi
giorni la Regione ha affidato il compito dei lavori alla Provincia di Perugia,
ma manca ancora il progetto esecutivo. Così l’anno prossimo la strada resterà
com’è, insomma un labirinto di stradine fra i campi.
Ma i problemi nascono anche per chi a Perugia scende dall’aereo e deve
raggiungere un albergo. Se non trova un taxi, cosa che accade spesso, questo
deve essere chiamato "via radio" a Perugia. Tra andata e ritorno fanno
almeno 70 o 80 mila lire, in pratica per chi viene da Milano, con un volo da
circa 90 mila lire, significa veder raddoppiare il costo del viaggio. Gli
albergatori perugini chiedevano un servizio di bus navetta, ma per ora non se è
fatto nulla.
Intanto le società che affittano auto all’aeroporto questa estate hanno fatto
affari d’oro. Grazie ai voli sempre pieni della compagnia inglese "Debonair",
che da Londra ha scaricato in Umbria migliaia di passeggeri. «Abbiamo portato
in Umbria almeno quattromila turisti inglesi in più», sottolinea soddisfatto
Renzacci.
Ma nel frattempo è scoppiato, proprio ieri, il problema della "Debonair",
che aveva promesso di avviare anche la rotta Perugia-Parigi. La società
britannica fondata dall’imprenditore Franco Mancassola, originario di
Pierantonio, è stata posta in amministrazione controllata e tutti i voli sono
stati per il momento sospesi.
Altra questione aperta, trovare posti sui voli da Perugia. Alla "Alitalia -
Minerva" promettono da tempo di aggiungere un terzo volo giornaliero per
Milano. Ma questo terzo aereo non arriva mai. Eppure, come conferma Renzacci, a
Perugia si stanno interessando altre due compagnie aeree: la "Sea Fly",
che ha la base operativa a Roma-Ciampino, vuole collegare dal 15 ottobre due
volte al giorno con i suoi ATR-42 S. Egidio con Palermo e Catania, mentre la
"Dolomiti", una controllata della "Lufthansa" tedesca che la
prossima settimana avrà un nuovo direttore, sta studiando dei voli per il nord
Italia e Monaco di Baviera.
Ma le prospettive generali dovrebbero consentire comunque di superare la soglia
dei 50 mila passeggeri nell’anno 2000. E con questi livelli di traffico è
possibile l’inserimento nella lista del ministero dei Trasporti e di quello
dell’Interno per la creazione di un distaccamento dei Vigili del fuoco
all’interno dello scalo, che sostituisca la squadra "privata" della
Sase, che pesa non poco sui bilanci della società di gestione.