di FABIO CAROSI
Ore 18: l’atmosfera si riscalda. Le novanta linee telefoniche della centrale
Radio Taxi 3570 diventano bollenti. «Ora vediamo se i turni di rinforzo che
abbiamo deciso come categoria in contrapposizione a quelli del Comune funzionano
veramente», dice Loreno Bittarelli, tassista e ora anche presidente della
centrale più grande d’Europa. L’esperimento avviato da ieri con più auto a
disposizione dei cittadini, ben 582 nell’orario compreso tra le 15 e le 23,
segna la fine di una guerra tra Comune e categoria durata quasi per un anno.
«3570 buonasera», risponde Barbara Orfini, 33 anni capelli biondi e voce
suadente. È uno dei capiturno della sala operativa e anche speaker di quel
complesso sistema informatico che ogni mese gestisce un milione e mezzo di corse
divise tra i quasi duemila soci della coop. «Piazzale Clodio Bnl?». Avviene il
miracolo: Barbara invece di parlare accarezza i tasti del computer e via rete
trasferisce la chiamata al computer di Gabriella Poggi. È lei il contatto via
etere con gli autisti: «Piazzale Clodio, Biennelle? Piazzale Clodio Biennelle a
Siena 16». La corsa è attribuita alla prima chiamata e questo significa che
chi ha telefonato alla centrale, dopo aver atteso meno di dieci secondi
all’apparecchio, si vede arrivare il taxi entro tre minuti. Una sorta di
miracolo per una città dove il primo problema è il traffico.
La verifica dell’efficienza dei nuovi turni continua sempre nella sala radio
del 3570: «Ciao amoreeee», si sente in cuffia. Dall’altra parte dell’aria
il tassista che ha preso la chiamata in arrivo via radio, riconosce la voce di
Gabriella. Aquila 18 chiacchiera: «Aho’, me date er tempo de’ legge!». Si
riferisce al display posto nell’auto dove arrivano le informazioni sul
traffico e i dettagli della chiamate che corrono più veloci della luce.
Altra consolle, altro canale radio. Al 3570 ce ne sono sei, uno per ciascuna
zona di Roma ma è ovvio che quello più intasato sia il primo: centro storico e
Trastevere dove i taxi, si sa, sono spesso un miraggio. In cuffia c’è la città;
a rispondere Andrea Torelli, ventisette anni: «Chiamo dal Warner Village e il
mio taxi Venezia 6 ha preso un’altra persona». Tic, click. Andrea dalla
tastiera rispedisce la chiamata a Gabriella che spinge uno strano tasto che
ricorda il telegrafo Morse e annuncia all’universo dei taxi: «Warner Village,
Warner Village». Al terzo annuncio il taxi corre a riprendere la signora
beffata da Venezia 6. Già Gabriella. È la decana della centrale: «Nel Duemila
faccio trent’anni che lavoro qui - “Campo Boario 32, campo Boario 32" -
e non ho fatto neanche un giorno di malattia. ’Nnamo pinguini, passate le
chiamate; “Campo Boario 32 a Terni 50". Questa è pure una ragazzetta
carina. “Duccio da Buoninsegna?"». La signora sembra un’automa che
gestisce contemporanemente due vite: una per radio, l’altra in centrale. E
parla Gabriella. Una parola per ciascuno senza mai sbagliare interlocutore. «Ogni
tanto coi ragazzi (i tassisti, ndr) ci diciamo parole d’amore. Prima erano i
padri a parlare, ora sono i figli». Gabriella sintetizza il primo giorno
dell’autoregolamentazione: «Ahòòòò, co’ ’sti turni di rinforzo nun va
una corsa inevasa». In poche parole significa che tutte le chiamate giunte alla
centrale hanno avuto un taxi in arrivo, al massimo, entro sei-otto minuti. E che
quindi la pace dei taxi è una realtà.
Tocca a Veronica, voce paziente e seducente per una professione che fa
gaudagnare anche due milioni al mese al prezzo di sei ore e più passate con
clienti che a volte telefonano in stato confusionale. «Io vorebbe un tagsi
in via... aspetti... al numero...». Signore non attacchi, attenda al telefono
la sigla dell’auto». Veronica ha capito che l’uomo è in difficoltà e lo
guida trasmettendogli sicurezza. Contemporaneamente la centrale trasmette le
informazioni sul traffico: la Cristoforo Colombo è bloccata in uscita per un
incidente all’altezza della Fiera di Roma, così come l’Olimpica in
direzione Salaria.
«Buonasera signorina, per favore....». Prima ancora che termini, Veronica
risponde: «Sì, le mando l’auto in piazzale della Croce Rossa». La piccola
egiziana scioglie l’arcano: «Questa donna chiama tutti i giorni, la riconosco
solo per come respira». «E brava Veronica - si complimenta il presidente - è
la più brava, la più dolce. Anzi, la più brava è Antonella; la migliore è
Barbara. Insomma, sono tutti bravi». Intanto Lecce 50 avverte che non andrà
dal cliente: «Ho visto sul display che è stato chiesto un taxi per fumatori -
dice - e io non ci vado». Tic, tac e parte l’auto sostitutiva ma il cliente
che fuma dovrà attendere.
Bittarelli da buon presidente promuove i soci: «Come centrale abbiamo ottenuto
la certificazione Iso 9002 e presto trecentocinquanta tassisti la otterranno per
il loro lavoro. Che significa: cortesia, pulizia ed efficienza riconosciuta dai
tedeschi».
E i nuovi turni? «Oggi è andata bene, domani(oggi per chi legge, ndr) andrà
meglio perché tutti avranno capito come funzionano e saranno in strada a
lavorare. Se poi le auto non basteranno, le aumenteremo. Ma faremo da soli perché
il mercato meglio di noi non lo conosce nessuno».