di FABIO CAROSI
Sulle multe degli ausiliari del traffico ora è vera bufera. Dopo la clamorosa
sentenza che annullato una contravvenzione, l’operato degli ausiliari entra
nel mirino della Procura. Il sostituto Davide Iori ha aperto infatti
un’inchiesta che tende a far luce su due episodi che vedono coinvolti proprio
due addetti al controllo della sosta. Sul tavolo del magistrato è arrivata la
denuncia di un cittadino secondo il quale gli ausiliari commetterebbero un falso
firmando gli avvisi di contravvenzione come dipendenti della società Sta,
essendo invece dipendenti delle due società alle quali l’Agenzia per la
mobilità del Comune ha dato in gestione il controllo delle aree delimitate
dalle strisce blu e cioè Italimpa e Parcheggi Padova.
Il secondo episodio al centro delle attenzioni si riferisce alla denuncia di
Carlo Sanna, sessantenne sardo, noleggiatore di taxi che si è visto recapitare
non un avviso di contravvenzione ma direttamente la sanzione e per di più per
la sua auto Range Rover che non ha mai lasciato la Sardegna.
Sulla questione prettamente giuridica legata alla validità o meno
dell’operato degli ausiliari interviene anche l’ex presidente della Corte
costituzionale, Vincenzo Caianiello. La sua “sentenza" «per elevare una
multa bisogna essere agenti di polizia giudiziaria», suona come uno schiaffo
all’Avvocatura del Comune che dopo la prima sconfitta in tribunale ha
annunciato proprio il ricorso alla Corte costituzionale per dirimere
definitivamente la questione. Intanto l’avvocato Alessandro Cestelli,
vincitore del primo ricorso romano si trasforma nel paladino di tutti quei
cittadini che si sentono oppressi dall’introduzione della sosta a pagamento e
dal controllo effettuato da parte di figure professionali diverse dai vigili
urbani. «Il Comune non ha letto nemmeno a fondo la legge Bassanini - commenta -
è stupefacente per persone che dovrebbero vigilare che le norme applicate siano
legittime e in linea con il nostro ordinamento». E riferito proprio alla
“vittoria" di Cestelli l’ex presidente Caianiello aggiunge: «È una
sentenza sacrosanta; c’è una sentenza della Corte Costituzionale di cui io
stesso sono stato l’estensore che impone agli organismi dai quali dipendono
gli organi di vigilanza del traffico a imporre ai vigili di essere più precisi
e circostanziati nella stesura delle multe. Ci vuole quindi la diretta
conoscenza dell’infrazione e la multa non può essere certo elevata “de
relato"». Quindi agli ausiliari sarebbe negata la contestazione della
contravvenzione poi “lavorata" dai vigili urbani.
Intanto il Campidoglio “oscura" i vertici della Sta e affida la replica
ufficiale al direttore generale Pietro Barrera: «Appena conosciute le
motivazioni della sentenza - dice il city manager in una nota - gli avvocati di
Comune e Sta presenteranno il ricorso alla Cassazione, condizione indispensabile
per sciogliere ogni dubbio. Il Comune è convinto delle sue buone ragioni, ma
siamo anche pronti a valutare eventuali osservazioni relative alla procedura di
notifica e ad apportare le modifiche. Ma la sostanza non cambia - conclude
Barrera - i parcometri sono utili, la grande maggioranza dei cittadini li usa
bene e paga regolarmente e gli evasori debbono sapere che le multe continueranno
a fioccare e che dovranno essere pagate».