Mercoledi 13 Ottobre 1999

Intanto il Campidoglio, che rischia di perdere i miliardi provento delle contravvenzioni, ricorrerà alla Corte Costituzionale
Multe degli ausiliari, inchiesta in Procura
Vincenzo Caianiello, ex presidente della Consulta: «Annullarle è sacrosanto»

di FABIO CAROSI
Sulle multe degli ausiliari del traffico ora è vera bufera. Dopo la clamorosa sentenza che annullato una contravvenzione, l’operato degli ausiliari entra nel mirino della Procura. Il sostituto Davide Iori ha aperto infatti un’inchiesta che tende a far luce su due episodi che vedono coinvolti proprio due addetti al controllo della sosta. Sul tavolo del magistrato è arrivata la denuncia di un cittadino secondo il quale gli ausiliari commetterebbero un falso firmando gli avvisi di contravvenzione come dipendenti della società Sta, essendo invece dipendenti delle due società alle quali l’Agenzia per la mobilità del Comune ha dato in gestione il controllo delle aree delimitate dalle strisce blu e cioè Italimpa e Parcheggi Padova.
Il secondo episodio al centro delle attenzioni si riferisce alla denuncia di Carlo Sanna, sessantenne sardo, noleggiatore di taxi che si è visto recapitare non un avviso di contravvenzione ma direttamente la sanzione e per di più per la sua auto Range Rover che non ha mai lasciato la Sardegna.
Sulla questione prettamente giuridica legata alla validità o meno dell’operato degli ausiliari interviene anche l’ex presidente della Corte costituzionale, Vincenzo Caianiello. La sua “sentenza" «per elevare una multa bisogna essere agenti di polizia giudiziaria», suona come uno schiaffo all’Avvocatura del Comune che dopo la prima sconfitta in tribunale ha annunciato proprio il ricorso alla Corte costituzionale per dirimere definitivamente la questione. Intanto l’avvocato Alessandro Cestelli, vincitore del primo ricorso romano si trasforma nel paladino di tutti quei cittadini che si sentono oppressi dall’introduzione della sosta a pagamento e dal controllo effettuato da parte di figure professionali diverse dai vigili urbani. «Il Comune non ha letto nemmeno a fondo la legge Bassanini - commenta - è stupefacente per persone che dovrebbero vigilare che le norme applicate siano legittime e in linea con il nostro ordinamento». E riferito proprio alla “vittoria" di Cestelli l’ex presidente Caianiello aggiunge: «È una sentenza sacrosanta; c’è una sentenza della Corte Costituzionale di cui io stesso sono stato l’estensore che impone agli organismi dai quali dipendono gli organi di vigilanza del traffico a imporre ai vigili di essere più precisi e circostanziati nella stesura delle multe. Ci vuole quindi la diretta conoscenza dell’infrazione e la multa non può essere certo elevata “de relato"». Quindi agli ausiliari sarebbe negata la contestazione della contravvenzione poi “lavorata" dai vigili urbani.
Intanto il Campidoglio “oscura" i vertici della Sta e affida la replica ufficiale al direttore generale Pietro Barrera: «Appena conosciute le motivazioni della sentenza - dice il city manager in una nota - gli avvocati di Comune e Sta presenteranno il ricorso alla Cassazione, condizione indispensabile per sciogliere ogni dubbio. Il Comune è convinto delle sue buone ragioni, ma siamo anche pronti a valutare eventuali osservazioni relative alla procedura di notifica e ad apportare le modifiche. Ma la sostanza non cambia - conclude Barrera - i parcometri sono utili, la grande maggioranza dei cittadini li usa bene e paga regolarmente e gli evasori debbono sapere che le multe continueranno a fioccare e che dovranno essere pagate».