Martedi 29 Giugno 1999

Il Consiglio comunale ha finalmente trovato l’accordo che recepisce le direttive europee e dovrebbe permettere di rendere la Capitale più vivibile
Auto inquinanti, cacciate per legge
Approvato il piano per il traffico: i mezzi non catalitici fuori dal cuore della città

di FABIO CAROSI
Ore 21,50 di lunedì 28 giugno 1999: la Capitale segna una tappa fondamentale nella storia dell’Italia motorizzata. Dopo quanrant’anni di espansione delle automobili, Roma per prima obbedisce alla direttiva della Comunità Europea recepita dal decreto Ronchi e caccia le auto non catalitiche da una porzione della città dove vivono e respirano più di seicentomila abitanti.
Dunque, le “pillole” anti benzene e anti inquinamento uscite dal laboratorio chimico del vicesindaco Walter Tocci e controfirmate dalla maggioranza capitolina del “primo Ulivo” diventano ricetta per i romani. Da ieri sera il Piano generale del traffico urbano è legge della Capitale. Ma seppur stampato da un personal computer su centinaia di pagine, non cambierà certo da oggi la vita di automobilisti e pedoni. Il ”Piggittiu” è infatti un atto di indirizzo politico che sostanzialmente dà mandato alla Giunta di decidere le date entro le quali: aumentare l’orario in cui il centro storico è protetto, creare le supercorsie preferenziali sullo stile di viale Libia per offrire certezza e tempi del trasporto pubblico e dare garanzie di aria pulita laddove le centraline di monitoraggio vanno in tilt; fermare persino i ciclomotori che non rispondono alla recente normativa Euro 1 ai confini del centro. E poi di studiare la formula magica per far sparire furgoni e camioncini che scaricano e caricano nelle ore più impensate della giornata, rigorosamente in doppia fila, e combattere l’invasione annunciata dei bus turistici che, grazie all’emendamento di An non potranno più passare in via del Circo Massimo e in via Petroselli.
Per ognuna delle voci che compongono il Piggittiu l’assessore alla Mobilità avrà una scadenza entro la quale presentare un pianetto che vivrà di luce riflessa. Si parla vagamente di settembre per il centro storico che invece chiuderà quando si accenderanno i “varchi elettronici” mentre, anche se nella delibera votata ieri non si legge, sarà il 25 luglio il giorno in cui verrà ufficializzata la data entro la quale il milione di auto “non-cata” che ancora girano in città dovranno spegnere il motore. Questo perché quel giorno è fissato proprio dal decreto del ministro dell’Ambiente. Ma per non far restare tanta gente a piedi e in nome di un’aria più pulita, dall’aula Giulio Cesare è stato sancita anche la fine del monopolio dell’Atac. Visto che l’azienda di via Volturno non ce la fa, quei bus in più che serviranno verranno messi a gara tra i privati. Insomma un anticipo di ciò che accadrà quando sarà a regime la legge nazionale sul riordino dei trasporti pubblici. E poi anche tanti taxi: una card rosa” per le signore che tornano a casa dopo il tramonto e che così pagheranno un po’ meno; taxi collettivi e formule di auto in affitto (car sharing) e auto collettive (car pooling).
Ancora scadenze: sempre il prossimo luglio, per decidere con quale gradualità fermare i ”piccoli due-tempi” che, se da una parte spargono benzene, olio, fumo e tutte le porcherie di una combustione irregolare, dall’altra aiutano cinquecentomila persone ad arrivare al lavoro, a scuola e a fare lo shopping senza pesare sul già congestionato trasporto pubblico. Su questo punto la giunta Rutelli ha messo una sorta di cappello. La sintesi del subemendamento 46 sostitutivo dell’emendamento 46 è questa: «Un giorno, ma non si sa bene quando e come, forse fermeremo anche i motorini. Nel frattempo aspettiamo che le marmitte imparino a sputare meno veleni».
Nel librone c’è anche spazio per i recuperi in extremis. Avete presente l’Air Terminal Ostienese costruito per i Mondiali del ’90? Dopo conferenze, sala concerti, supermercati e ristoranti il consiglio comunale ha deciso che dovrà tornare alle sue funzioni originali di scambio tra ferro e gomma. Infine, uno sguardo alle categorie più deboli: i bambini con meno di dieci anni nel Duemila forse non pagheranno più i mezzi pubblici, i disabili per merito della consigliera Argentin avranno meno ostacoli sul strade e marciapiedi e grazie alla battaglia del consigliere Calamante si potranno costruire finalmente le strade nelle borgate dove le sanatorie hanno tenuto in piedi le case ma non hanno mai pensato alle strade. L’unica condizione per costruirle è che rispettino le regole della sicurezza.