di BEATRICE PICCHI
Prima regola: la puntualità, altrimenti saltano le coincidenze. Seconda: fare
sempre il pieno di benzina, per non perdere tempo durante il tragitto
casa-ufficio. Terza: i programmi non si cambiano, salvo comunicare le variazioni
entro ventiquattr’ore. Poche norme che i compagni d’auto (tre, quattro su
un’unica macchina per raggiungere insieme il posto di lavoro) si sono dati per
arrivare puntuali in ufficio, cinque giorni su sette, senza l’incubo
dell’attesa alla fermata del bus, né quello di trovare parcheggio (perché,
per esempio, i dipendenti comunali che hanno adottato il car-pooling hanno la
possibilità di lasciare l’auto all’interno delle strisce bianche a piazza
Venezia, sotto l’Altare della patria). Carmela Di Francesco e il marito
Claudio Boni sanno, per esempio, che Daniela Asnaghi è come uno di quei motori
diesel che funzionano alla grande solo dopo qualche minuto di preriscaldamento,
e allora, quando si accorgono che all’ora x - le 7,15 - non è ancora scesa,
loro le citofonano, «giusto per darle la carica», tanto abitano in due
palazzine confinanti, a Grottaperfetta. «Ma da sei mesi siamo sempre arrivati
puntuali, anzi spesso e volentieri pure dieci minuti prima delle otto»,
racconta Daniela, anche lei impiegata, come la giovane coppia, presso
l’Avvocatura capitolina. Adesso, però, dovranno risolvere il problema
dell’auto (tutte e tre) non catalitiche, «per il momento ci salviamo perché
il mercoledì usciamo dall’ufficio prima che scatti il blocco delle tre contro
il benzene, ma sarà la prossima spesa familiare». Ma chi la paga la benzina?
Fabrizio Marzi, Eleonora Cannelli e Federico Laurino, impiegati presso il
segretariato comunale, hanno risolto il problema usando l’auto «una settimana
ciascuno». Quindi partenza da casa di Fabrizio, a piazza Mazzini, poco dopo le
7. Seconda tappa sotto il portone di Federico, alla Balduina, e poi di corsa
sull’Aurelia, dove abita Eleonora. Quando tocca a lei fare il pilota, il giro
si inverte e guai a chi ritarda, «a quel punto è indispensabile telefonare».
E lo squillo arriva all’alba, poco prima del caffè. In casa Mostardi, invece,
è la mattina che si decide a chi toccherà l’auto: alla mamma Marina, che
deve precipitarsi al lavoro in Campidoglio? O al figlio neopatentato? Una volta
stabiliti i turni della settimana, prevedendo anche quelli pomeridiani, Marina
si mette in moto intorno alle 7,20 per andare a prendere le colleghe Nadia
Lambertucci e Patrizia Meo. E alle quattordici la comitiva si rimette in moto,
destinazione casa.