di LUCIANO GIANFILIPPI
E dopo la polemica sul bus, quella sui taxi. All’aeroporto dell’Umbria non
c’è solo il problema della linea di autobus scomparsa, quella che doveva
portare i passeggeri in arrivo allo scalo al centro città e coloro che partono
dall’acropoli a S. Egidio. C’è anche quello del "caro taxi".
Gli autisti di taxi perugini, aderenti al "Ctp - Consorzio tassisti di
Perugia", però contestano il fatto (segnalato da funzionari dello scalo,
da turisti e da albergatori) che vengano talora applicate tariffe eccessive
(dell’ordine di 70 o 80 mila lire) sul tragitto da e per l’aeroporto.
Afferma infatti Francesco Meschini, vicepresidente del "Ctp": «La
nostra tariffa è solo di 35 mila lire, più i supplementi per valigie e
servizio notturno, se qualche nostro socio dovesse far pagare di più, in caso
di segnalazioni precise saremo noi stessi a prendere provvedimenti». Poi
aggiunge anche: «Abbiamo chiesto alla direzione della Sase, appena avranno
terminato i lavori della nuova aerostazione, di esporre un nostro cartello in
cui è chiaramente indicata questa tariffa».
Ma il punto è che a S. Egidio non sostano solo i taxi di Perugia, ma anche
quelli di Assisi e di Bastia, altri Comuni confinanti con il perimetro
dell’aeroporto. E ognuno pratica tariffe diverse. Insomma di fatto si è
creato un sistema di "prezzi differenziati", che certo disorienta i
turisti stranieri o chi si serve abitualmente dell’aeroporto per ragioni di
lavoro. Per ora non è neanche possibile scegliere, volendo, il "taxi doc",
perchè vige la regola della precedenza in fila. Forse sarebbe preferibile un
prezzo del viaggio uguale per tutti i taxi provinciali. O è chiedere troppo?