Non solo divieti. Nel decreto antibenzene che sta rivoluzionando le abitudini
di milioni di automobilisti, c’è spazio anche per le soluzioni. Una di queste
si chiama “mobility manager" ed è l’istituzione di una figura
specializzata che all’interno di un’azienda cura lo sviluppo di piani di
mobilità collettiva. A Roma è già una realtà, illustrata dicembre dello
scorso anno ai rappresentanti di aziende, ministeri, enti e associazioni che
hanno un numero di dipendenti superiore a trecento e che hanno la sede
all’intero del Grande Raccordo Anulare.
Sostanzialmente, entro il 31 dicembre scadenza fissata dalla legge, ogni azienda
potrà individuare un manager che avrà il compito di censire le abitudini sugli
spostamenti di tutti i dipendenti per elaborare un piano di mobilità.
L’obiettivo è di aggregare o riunire quante più persone possibile che
abitano nella stessa zona e che hanno orari omogenei e quindi studiare forme di
trasporto che prevedano l’uso di un solo mezzo. Tra le possibilità c’è
quella di fare convenzioni con minibus o taxibus che effettuino una sorta di
servizio di linea sul percorso casa-lavoro. Oltre a stimolare le aziende per
individuare il mobility-manager il ruolo del Comune è quello
dell’intelligence, cioè di fornire il supporto ingegneristico per realizzare
i percorsi omogenei. Risultati? «Duecentocinquanta aziende sono state
interessate - dicono al Comune - e venti hanno già nominato il manager. Con
questi blocchi il numero dovrebbe crescere».
F. Car.