Giovedi 14 Gennaio 1999

Per minacce indagati alcuni tassisti

Taxi, il Tar respinge il ricorso contro il nuovo regolamento

Giornata grigia per i tassisti della capitale. Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del nuovo regolamento taxi di Roma, presentata dall’Associazione italiana tassisti, mentre alcuni conducenti delle auto pubbliche, secondo quanto rileva la cooperativa del 3570, sono stati indagati per minacce rilevate dalle forze dell’ordine nei giorni degli scioperi ad oltranza che paralizzarono la capitale tra ottobre e novembre.
Al tribunale amministrativo si era rivolto il sindacato dei tassisti ma i giudici, secondo quanto riporta una nota del Campidoglio, «non hanno accettato la motivazione alla base della richiesta di sospensiva che parlava di presunti danni irreparabili per la categoria». L’attuazione del nuovo regolamento taxi, approvato dal Consiglio comunale procederà, quindi, secondo i programmi dell'amministrazione.
«È una buona notizia - ha commentato il vicesindaco e assessore alla mobilità, Walter Tocci - soprattutto perchè ci permette di continuare il nostro impegno per migliorare e rafforzare il servizio taxi a Roma. Mi preme ricordare che questo impegno coinvolge anche gran parte dei tassisti romani consapevoli che il miglioramento del servizio va di pari passo con il miglioramento del loro stesso lavoro». Composta la reazione dei conducenti di auto pubbliche: «Sentiremo solo domani (oggi, ndr) il nostro avvocato - chiarisce Davide Bologna dell’Ait - e vedremo se ci sono gli estremi per presentare ricorso al Consiglio di Stato. Altrimenti tuteleremo la nostra categoria in altra sede facendo valere le ragioni dei tassisti anche all’interno della Commissione paritetica. Certo è che non ci faremo mettere nè lacciuoli nè catena da Tocci ma il dialogo continuerà».
Sono stati invece notificati avvisi di garanzia, con i quali sono stati informati di essere indagati, alcuni tassiti del 3570 su iniziativa della Procura circondariale di Roma fa seguito agli scioperi ad oltranza. La cooperativa si schiera a fianco dei loro iscritti finiti sotto inchiesta e di tutti gli altri colleghi appartenenti ad altre cooperative raggiunti da analoghi provvedimenti giudiziari mettendo i propri legali a disposizione.