Domenica 28 Febbraio 1999

L’impianto continua a fare guai: 13.000 lire in taxi per attraversare l’area
Ma piazza dei Giuochi Delfici vede rosso
In piazza dei Giuochi Delfici non si ferma la battaglia del semaforo. Nonostante abbia dimostrato tutta la sua inefficienza, l’impianto è ancora accesso e anche ieri, sabato, ha dato del filo da torcere agli automobilisti. Ma ora, contro “il rosso che blocca” e il “verde che paralizza” si schierano anche i tassisti che paragonano l’impianto ad una partita del gioco dell’oca. «Venerdì scorso soltanto per fare il giro della piazza - racconta Carlo Bologna, presidente dell’associazione Ait e leader della categoria - il tassametro è arrivato a segnare tredicimila lire. È vero che in quella zona è stato sempre difficile muoversi, ma da quando hanno acceso quelle luci colorate si è arrivati al paradosso: il telefono dei taxi è dalla parte opposta del posteggio e quando arriva una chiamata solo per fare il giro ci vogliono dieci minuti. Vorrei dire ai clienti che oltre al servizio pagano anche il supplemento semaforo».
Scavando, scavando, la verità su quell’impianto esce fuori. Ad installarlo non è stata la Sta, bensì l’Acea e nel lontano 1997. Finito di montarlo i tecnici si sono accorti della sua inutilità e si sono sempre ben guardati dall’accenderlo, cosa che invece hanno tentato di fare i nuovi gestori ai quali è sembrata una follia spendere 70 milioni e non usarli. Così il 21 gennaio è stato fatto il gran passo. In realtà in quel quartiere il problema non è il semaforo, ma il traffico. Ce n’è troppo e gli unici a poterlo domare sono i vigili che, pur di far defluire le auto, per anni hanno chiuso anche tutti e due gli occhi sulla serie infinita di infrazioni che hanno permesso agli automobilisti di superare il “check-point” di Giuochi Delfici.