Prof Gerunda, 14/10/04

IPERTENSIONE PORTALE

Per ipertensione portale si intende un aumento della pressione nel distretto portale cioè in quel sistema costituito da un insieme di vene quali V.Splenica, V.Mesenterica inferiore e superiore e da altre che si connettono a questo sistema come V.Pilorica e V.Gastro-epiploica.

La pressione normale varia tra i 2-6 mmHg (4-8 cm H2O), al di sopra di questi valori vi è una patologia che determina il ristagno di sangue.

Normalmente il sangue fluisce dall’intestino al cuore grazie ad un gradiente pressorio esistente tra i due organi: nel cuore la pressione è di circa 4-6 cm H2O, nell’intestino è più alta.

[ E’ indifferente parlare di cm H2O o mmHg, semplicemente bisogna moltiplicare o dividere per 1,4 per passare da un sistema all’altro]

Si identifica un quadro di ipertensione portale quando il gradiente pressorio tra V.Porta e V.Cava supera i 12 mmHg; si prende questo valore come riferimento perché si è visto che al di sotto di esso non si crea l’inversione patologica di flusso e quindi non si creano le varici esofagee, emorroidarie o il Caput Medusae nella regione della V.Ombelicale.

CAUSE di IPERTENSIONE PORTALE

1) Presenza di un ostacolo meccanico che impedisce il normale flusso al fegato :

2) Presenza di resistenze nel parenchima epatico che causano ristagno di sangue a monte :

3) Presenza di vene otturate che impediscono l’uscita del sangue dal fegato determinando un

problema di scarico :

4) Presenza di un cuore che non è in grado di smaltire la quantità di sangue che gli arriva e che

ristagna quindi a monte :

METODI di INDAGINE della PRESSIONE PORTALE

Indiretti

· Ecografia fornisce dati come :

· Studio Doppler

· Endoscopia vede :

· Angiografia vede :

arterie epatiche a "cava-turacciolo" dovute al seguente fenomeno: all’inizio

della malattia il fegato si ipertrofizza e diventa più grande stirando e allungando anche le arterie, in fase avanzata invece il fegato va incontro ad atrofia e si restringe causando l’arricciamento delle arterie prima allungatesi.

· TC/RM per la ricerca di neoplasie; l’uso del mdc può essere pericoloso

· Cateterismo delle vene sovraepatiche per via cavale

Diretti

· Cateterismo portale per via transepatica

· Cateterismo delle vene sovraepatiche per via giugulare, in genere a destra

· Puntura splenica, può però dare problemi fino a richiedere una splenectomia

La V.Porta è direttamente collegata alle vene sovraepatiche perciò, in condizioni normali, infilando un catetere nelle v.sovraepatiche si blocca il flusso e si crea una pressione uguale e contraria che spinge il catetere facendo muovere la colonnina di mercurio dello strumento pressorio ad esso collegato e sul quale possiamo leggere la pressione raggiunta (come avviene con la misurazione nel braccio). La pressione che vediamo a livello sovraepatico è uguale a quella che otterremmo in qualunque altro punto del distretto portale o pungendo la milza.

In condizioni patologiche la situazione è diversa come si può vedere nei seguenti casi:

* Trombosi della V.Porta:

* Cirrosi epatica:

* Blocco post-epatico, tipo Budd-Chiari:

* Alterazioni cardiache:

VALUTAZIONE del DANNO EPATICO

E’ importante individuare sistemi che permettano una valutazione del danno epatico ed una comunicazione tra colleghi di veloce interpretazione; a tal scopo esistono numerose metodiche tra cui:

  1. Classi funzionali di Child-Pugh. E’ la metodica più semplice e più usata e consiste nel
  2. descrivere tre diversi quadri di malattia (A, B, C) attribuendo un punteggio a vari dati e segni clinici (es. livelli di bilirubina e albumina, tempo di Quick, presenza di ascite o encefalopatia…). E’ inoltre utile conoscere la classe per definire la terapia e la possibilità di trapianto.

  3. Clearance del galattosio
  4. Clearance del Verde di Indocianina
  5. Clearance di Aminopirina/Lidocaina
  6. Clearance della caffeina

CONSEGUENZE dell’IPERTENSIONE PORTALE

¨ Varici esofagee, gastriche, anorettali, retroperitoneali

¨ Gastropatia ipertensiva

¨ Caput Medusae: reticolo venoso nella regione ombelicale per intasamento delle vene

ipogastriche, epigastriche, periombelicali

¨ Ascite da intasamento epatico

¨ Splenomegalia congestizia (ipersplenismo secondario): è presente nei pz con epatopatia cronica

e non rappresenta né una malattia di per sé né un rischio aggiuntivo per l’ipertensione, è solo un

segno della presenza di quest’ultima

¨ Encefalopatia

VARICI

Nel segmento vestibolare dell’esofago il plesso intramucoso si superficializza per un tratto di 5-6 cm perciò le vene che lo costituiscono vanno più facilmente incontro a traumatismi (legati, ad es., al transito di cibo): nel 90% dei casi le varici si creano proprio in quest’area esofagea ed è comprensibile quanto siano a rischio di sanguinamenti.

Le varici sia esofagee che gastriche (queste ultime con un rischio di sanguinamento nettamente minore) sono ben individuate con la Gastroscopia che ne permette anche una stadiazione (F1, F2, F3) in base allo spazio occupato nell’esofago o nello stomaco (grandi o piccoli grappoli).

Molte persone vengono a conoscenza dell’esistenza di varici solo dopo il primo sanguinamento: urge perciò una diagnosi più precoce!

Le varici sono presenti nel 60% dei pz in fase di scompenso epatico e nel 30% dei pz compensati, inoltre peggiorano con il passare del tempo e con l’aggravarsi dell’epatopatia (ad es., per virus o alcol).

SANGUINAMENTO di VARICI

E’ la principale complicanza e causa di morte nei pz affetti da ipertensione portale, soprattutto se la presenza delle varici stesse non è nota.

Le piccole varici hanno un basso rischio di sanguinamento nei primi 5-6 anni, le grandi varici hanno invece un rischio doppio associato ad una mortalità dell’11% nel pz compensato (nello scompensato, a parità di varici, il rischio di sanguinamento e mortalità è raddoppiato o triplicato).

Il fegato in buon compenso, infatti, favorisce:

si può quindi comprendere come il rischio di un sanguinamento sia basso.

Va ricordato però che su 100 pz cirrotici sanguinanti solo il 50% ha un sanguinamento da varici, il resto è da altre cause che andranno indagate.

Per quanto riguarda l’evoluzione, su 100 sanguinanti:

~ 1/3 continua a sanguinare se non si interviene

~ 1/3 cessa spontaneamente

~ 1/3 cessa sontaneamente ma recidiva

La prognosi è ovviamente diversa a seconda che il sanguinamento sia da varici, da ulcera o da gastrite.

Fattori di rischio per il sanguinamento

· varici in stadio F3

· epatopatia di classe Child B o C (ascite, scarsi fat. della coagulazione…)

· elevato consumo di alcol

· reflusso gastro-esofageo con ernia iatale (può dare pericolose ulcerazioni)

· gradiente pressorio > 12 mmHg

· scarso spessore delle pareti varicose

· transito di cibo, sia per il traumatismo che per l’aumento del flusso ematico gastrico

Il rischio di un primo sanguinamento è del 5% l’anno con una mortalità media del 25-30%, dopo il primo evento il rischio di recidiva e mortalità è elevato nei primi giorni poi decresce nel giro di 3-5 settimane.

Il sanguinamento peggiora la situazione epatica perché causa un riflesso di vasocostrizione delle arterie Epatica e Mesenterica con conseguente ischemia e ulteriore sofferenza epatica.

Terapia del sanguinamento

 

* Scleroterapia cioè iniezione di sostanze sclerosanti

* Legatura delle varici: partendo dalla bocca si introduce nell’esofago un tubicino che, giunto sul luogo, aspira la vena varicosa e la strozza con un laccetto; nel giro di due giorni alla base della vena strozzata si crea una sinechie e la varice si stacca e cade a valle.

-Sonda di Blakemore: è utilizzata se l’endoscopia è risultata inefficace o impossibile o se le condizioni vitali del pz sono particolarmente instabili. Si infila dalla bocca una sonda alla cui estremità sono presenti due palloncini che, una volta all’interno di esofago e stomaco, vengono gonfiati fino a comprimere le varici impedendo il sanguinamento. Esiste anche un modello costituito dal solo pallone gastrico che, comprimendo il fondo dello stomaco, impedisce anche l’afflusso di sangue verso l’esofago.

Si ottiene un’emostasi per alcune ore, nell’attesa di interventi più consoni (es. endoscopia); la sonda infatti non è risolutiva di per sé e tenuta a lungo può dare problemi. Dopo averla inserita si controlla il corretto posizionamento con un Rx.

riduzione della pressione portale

riduzione della portata varicosa

vasocostrizione portale

per quest’ultimo effetto negativo, per il costo elevato e l’efficacia discutibile sono oggi poco usati.

Alcuni tra gli shunt possibili sono:

* Anastomosi Porta-Cava: fa sì che il sangue dal circolo portale raggiunga senza ostacoli la V.Cava. Non è complessa da eseguire ma ha uno svantaggio: il sangue proveniente da pancreas e intestino va direttamente alla Cava senza passare per il fegato con la conseguente perdita di fattori epatotrofici e con il venire meno dell’espletamento di ogni funzione epatica.

Si è tentato di creare il "buco" per l’anastomosi lontano dal fegato nell’erronea convinzione che ciò favorisse l’apporto di parte del sangue anche al fegato: non ha alcun senso.

* Anastomosi Spleno-Renale: si tentò questa anastomosi nell’idea, sbagliata, di portare più sangue al fegato. E’ abbastanza semplice, può ridurre la pressione portale e con essa il sanguinamento delle varici, l’ascite, l’ipersplenismo; è però gravato da grossi problemi, tra cui una mortalità del 50%, perciò non si usa quasi più.

* Anastomosi Gastro-Splenica: ha il vantaggio di mantenere ben separati il distretto portale e il circolo gastro-splenico perciò tutto ciò che proviene dall’intestino va al fegato, che resta quindi ben perfuso, e le varici si scaricano sul distretto spleno-renale. Anche questa tecnica è però oggi poco usata.

 

 

Scopi della terapia

  1. Arrestare l’emorragia
  2. Prevenire le complicanze dell’emorragia e dell’epatite acuta
  3. Prevenire recidive

Fallimento della terapia

Si parla di fallimento se, dopo la terapia, si hanno:

Prevenzione del primo sanguinamento

· B-bloccanti che, riducendo la pressione sistemica, riducono del 50% anche il rischio di sanguinamento di varici.

· Nitrati, da aggiungere ai B-bloccanti

Se non si possono dare farmaci si ricorre a:

· Endoscopia

· TIPS, protesi intraepatica tra V.Porta e V.Sovraepatica destra

Prevenzione delle recidive

· Endoscopia

· B-bloccanti

Se ci si trova di fronte all’emergenza di un pz che sanguina è importante:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B.= secondo il prof Gerunda è indispensabile avere un libro di chirurgia, lui consiglia il "DIONIGI"