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Gli articoli pubblicati nei "QUADERNI DEL DOJO" sono di proprietà dei loro estensori e per tanto coperti da copyright,
ma se ce li chiedete per una buona causa vi autorizzeremo sicuramente ad utilizzarli, magari, con l'obbligo della citazione. "Spacchettando un kata di koryu" di Andy Watson |
Andy Watson, 7o dan di iaido, traduzione non autorizzata: Carlo Sappino, 6o dan di iaido, 4o dan di kendo |
Ad un recente seminario di Muso Shinden Ryu, ho presentato una breve spiegazione di quanto ho imparato, principalmente, da Ishido Sensei, ma anche da altri eminenti maestri, sui termini di ciò che è effettivamente un kata. Molti di noi sono sicuro che abbiano familiarità col termine kata nel suo significato di forma, forma di qualcosa. Come ha sottolineato Jock (1) al seminario, oltre alla forma facilmente visibile e fisica del kata, vi è molto più contenuto nell'apprendimento del koryu. Dato che abbiamo tutti a disposizione una quantità limitata di tempo per apprendere e praticare il budo, l'abitudine di collezionare kata del koryu praticandoli tutti, ma in maniera superficiale, è in diretta opposizione alla capacità di essere in grado di sviluppare profondità di conoscenza del koryu. Mentre non dovremmo passare il resto della nostra vita ad imparare come inchinarci allo shomen, viceversa l'apprendimento di tutti gli aspetti di un kata è ciò che rende lo studio del budo interessante e utile più di una semplice esecuzione coreografica. Ho sentito Ishido Sensei spiegare come il kata può rientrare in certe categorie, come può essere analizzato per singoli componenti e scomposto in varie azioni. Inoltre, l'esecuzione di un kata dovrebbe cambiare man mano che il praticante sviluppa la sua conoscenza. In questo modo, il koryu che potrebbe essere descritto superficialmente come un insieme di movimenti coreografici, diventa qualcosa come un organismo vivente e in crescita, che nasce quando viene appreso, si sviluppa e poi muore con il praticante. Ad ogni modo, lontano dal contemplarmi l'ombelico, essendo uno che fa affidamento su immagini e schemi per descrivere e ricordare cose astratte, ho costruito il mio percorso di comprensione per un kata, su un insieme di punti di vista e componenti di ciascun kata. 1 - KIHON WAZAkihon waza - la forma base Qusto è ciò che uno può vedere quando legge un libro su una scuola e vede raffigurato il kata, ed anche ciò che uno impara nei primissimi mesi di studio di un nuovo kata. Sfortunatamente, ciò è quello che si può scambiare per la cosa importante da imparare. Ovviamente questa è l'architettura di base del kata ed è di fondamentale importanza impararla correttamente e preservarne la conoscenza. Non si dovrebbe però pensare che poiché si è imparato la coreografia, si padroneggi il kata. Questa è la cornice per ulteriori studi e scoperte, alcuni da effettuare tramite un insegnante, altri attraverso lo studio e la ricerca personale. 2 - TEIGIteigi - la definizione Ad ogni modo, teigi significa "definizione" e in questo contesto sono i dettagli precisi, come la geometria o le tecniche e le posture che continuano a fornire informazioni più fini e più dettagliate sul kata. è importante capire teigi in quanto fornisce informazioni vitali su come eseguire il kihon waza "correttamente" e quindi preservare accuratamente il koryu. Un esempio di ciò potrebbe essere l'esempio che è stato utilizzato alla Ishido Cup nel 2018: come si definisce hasso kamae e cioè: - tsuba un pugno lontano dalla bocca, - kensen elevato a circa 45 gradi, - hasuji orientato in avanti, - mano sinistra al centro del corpo, - corpo leggermente ruotato, ecc. 3 - OYOoyo - l'applicazione Mentre la forma complessiva del kihon è ancora lì e visibile, questo è il modo in cui dovrebbe apparire il kata-forma quando viene messa in azione. è possibile che alcune parti del kata vengano effettivamente omesse o modificate. Il kata sembra quasi lo stesso del kihon, ma le parti originariamente incluse per addestrare esplicitamente il corpo sono ora rese così sottili che il kata potrebbe apparire diverso. Ciò può portare ad un'altra versione del kata (un kaewaza) inteso a mostrare come la tecnica di base porti a una versione più fluida e flessibile. 4 - GAINENgainen - concetto, idea Questi sono diversi da teigi in quanto raramente hanno qualità definitive come dimensioni o rigorosi criteri fisici. Invece hanno usi. L'esempio che Ishido Sensei ha dato è stato: come definire ukenagashi. Guardando la sua presenza in Seitei e in Muso Shinden Ryu per esempio, è usato in un tipico modo fluente con la spada declinata per permettere alla spada dell'avversario di scivolare lungo la lama. Tuttavia, la lama può avere differenti inclinazioni per eseguire ukenagashi, può addirittura essere piatta. Non ha teigi (definizione), esiste solo come concetto. Ad esempio, in ZNKR (2) iaido, ukenagashi è usato come tecnica per fare furikaburi nel modo più efficiente possibile. 5 - KOTSUkotsu - osso, parte interna, segreto Credo personalmente che un kata possa avere uno o più di tali kotsu, ma essenzialmente saranno le abilità chiave che sta sviluppando, nel suo percorso d'apprendimento, a favorire la sua ricerca e formazione nel kata. Dalle spiegazioni di Ishido Sensei sembra abbastanza chiaro che il kotsu può essere diviso in due categorie principali (che non sono così straordinariamente diverse l'una dall'altra): JOKYO - situazione, come affrontare uno scenario particolare TOHO - metodologia o scherma, come usare la spada in un certo modo Quindi qual è il punto di tutto questo allora? Vorrei qui sottolineare che questa analisi del kata in diversi aspetti non riflette l'importanza o la priorità di un aspetto rispetto a un altro. Il kihon non è più o meno importante del kotsu. Senza l'uno o l'altro il kata non ha senso e non ha alcun uso pratico o metodo di apprendimento. 6 - KAEWAZAkaewaza - forma alternativa Per concludere, vorrei sottolineare che non si tratta di definizioni o significati rigorosi. L'ordine in cui vengono insegnati o appresi può variare da kata a kata, da ryuha a ryuha (3), da insegnante a insegnante, da studente a studente. L'importanza credo che sia nel non dover essere soddisfatti per l'apprendimento di un kata fino a quando tutti questi aspetti non siano assimilati. Basta quindi andare a dominare i vari aspetti fino a quando ... uno muore. Quindi speriamo che uno abbia scritto abbastanza post sul blog per trasmettere con precisione questa conoscenza alla prossima generazione LOL NOTE: (1) Jock Hobson, uno dei padri dello iaido europeo, 7.mo dan, fondatore del settore iaido della British Kendo Association e referente del Maestro Ishido Shizufumi per l'Europa. (2) ZNKR acronimo di Zen Nihon Kendo Renmei, la federazione giapponese che disciplina le attività di kendo, iaido, jodo in Giappone e da cui dipende in gran parte la FIK, Fédération Internationale de Kendo, l'organismo internazionale di cui fa parte la EKF, European Kendo Federation, che ha tra i propri membri la CIK, Confederazione Italiana Kendo. Lo ZNKR iaido è lo iaido federale ufficiale conosciuto anche come seitei o seitei iai. (3) Ryu o Ryuha è un termine che si può tradurre con scuola, molto spesso è tradotto con "stile", ma sempre con riferimento ad una scuola. |
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