dal 1985 la Via della spada a Savona: asd Circolo Scherma Savona Kendo member CIK, EKF, FIK

HOME DOJO QUADERNI DOWNLOAD EVENTI


Gli articoli pubblicati nei "QUADERNI DEL DOJO" sono di proprietà dei loro estensori e per tanto coperti da copyright,
ma se ce li chiedete per una buona causa vi autorizzeremo sicuramente ad utilizzarli, magari, con l'obbligo della citazione.

"Intervista al Maestro Ishido Shizufumi"
traduzioni di Richard Stonell ed Andrea Setti
categoria: iaido




INTERVISTA AL MAESTRO ISHIDO SHIZUFUMI

articolo preso dalla rivista Kendo Nippon, Aprile 2010
autore dell'intervista Ikeda Sumiyo
traduzione, non ufficiale, in inglese a cura di Richard Stonell
traduzione, non ufficiale, in italiano a cura di Andrea Setti

parte seconda






i traduttori:
Richard Stonell,
5o dan di iaido,
Andrea Setti,
5o dan di iaido



Prefazione a cura di Richard Stonell

I due articoli che seguono sono il ventesimo ed il ventunesimo di una serie di interviste effettuate con importanti maestri di iaido giapponesi pubblicate sulla rivista Kendo Nippon.

Quando ho letto queste interviste di Ishido Sensei ho realizzato che sarebbero potute essere molto utili ed interessanti per tutti i suoi studenti europei, pertanto ho cercato di tradurle al meglio delle mie abilità. Non posso garantire che non presentino errori, tenete presente che alcuni dei nomi riportati potrebbero essere stati traslitterati, in quanto non si può essere assolutamente certi della pronuncia di un nome quando si legge in giapponese.

Ci tengo inoltre a precisare che questo genere di interviste vengono generalmente parafrasate dai giornalisti, per tal motivo non posso garantire che vengano riportate le esatte parole di Ishido Sensei.

Tradurre questi articoli è stato un lavoro molto lungo e complesso, vi chiedo pertanto, nel caso apprezziate la lettura degli stessi, di contattarmi all'indirizzo "rkstonell@googlemail.com" per farmi sapere cosa ne pensate.

Grazie per l'attenzione




PARTE SECONDA: INSEGNARE ALL'ESTERO

Lo scorso anno sono stati 30 anni da quando ho cominciato i miei viaggi per insegnare in Europa. Per festeggiare l'occasione i miei studenti hanno prodotto un bellissimo volume contenente diverse fotografie. Contiene anche alcune mie foto di quando avevo trent'anni. Quando decisi di insegnare iaido e jodo in Europa, anche Hiroi Tsunetsugu hanshi la stava visitando a sue spese, ed il libro contiene anche fotografie del nostro enbu di jodo. Potete anche trovare foto di molti studenti pimpanti che hanno preso parte ai seminari. Queste fotografie segnano il mio passaggio dall'essere un insegnate in visita all'avere strette relazioni studente-insegnante con la gente europea.

Nell'estate del 1979 decisi di passare le mie vacanze estive all'estero, passando per Mosca. In quel periodo stavo praticando molto intensamente, avevo guadagnato molta esperienza grazie alla partecipazione ai Taikai nazionali e mi era giunta voce che ci fossero praticanti fuori dal Giappone interessati a conoscermi personalmente. Così decisi di recarmi nel Regno Unito. Arrivai a Glasgow e, grazie ad un amico, incontrai un uomo che praticava Aikido che mi chiese di analizzare lo iai che aveva imparato nel passato. Scostò l'hakama con un movimento molto vistoso della mano e si sedette in seiza, cominciando ad eseguire kata che non avevo mai visto prima. Più tardi mi spiegò che quel particolare tipo di iai gli venne insegnato nel porto militare di Glasgow da un marinaio giapponese in visita all'inizio del ventesimo secolo.

Nel Regno Unito a quel tempo esisteva già un'Associazione di kendo che si occupava della sua trasmissione sul territorio, ma c'erano anche molte persone interessate allo iai che imparavano le tecniche dai libri. Furono proprio queste persone a dirmi che sarebbero state entusiaste di studiare l'arte marziale giapponese dello iaido.

La prima volta che andai nel Regno Unito rimasi sorpreso da come gli usi ed i costumi fossero diversi da quelli giapponesi. Gli europei elaborano e trattengono i concetti in maniera differente dai giapponesi, per tal motivo ho creduto che fosse importante insegnargli il budo in maniera appropriata. Circa 6 anni prima di cominciare a viaggiare in Inghilterra ricoprivo il ruolo di segretario per la sezione Iaido della Kanagawa Kendo Associacion, grazie al quale ho potuto guadagnare esperienza riguardo alle affiliazioni alla federazione ed ai tesseramenti dei membri. Questa esperienza mi aiutò ad indirizzare la British Kendo Associacion alla creazione di una sezione interamente dedicata allo iaido, ed all'affiliazione di un primo gruppo di membri interessati a questa disciplina. Ritornai a casa promettendo di visitare l'Inghilterra nuovamente. Nell'autunno di quello stesso anno, riuscii a vincere per la prima volta l'All Japan Iaido Taikai nella categoria di settimo dan.

Visitai nuovamente il Regno Unito l'estate successiva. Parlai con Jock Hopson e con i miei altri studenti diretti che guidavano la comunità inglese dello iaido di come organizzare la divisione iaido all'interno delle BKA, di come tenere seminari, ecc. Ritenni essenziale discutere di queste cose prima di lanciarsi alla cieca nella loro organizzazione.

Molti degli studenti "iniziali" erano intellettuali. Il libro di Nitobe Inazo del 1898, Bushido, che scrisse in inglese durante la sua permanenza in America, è stato letto con attenzione dagli inglesi che ho spesso sentito pronunciare frasi come "la spada è il simbolo del potere, del coraggio, della lealtà e dell'onore del guerriero". Lo iaido è un'arte che utilizza la spada giapponese e gli inglesi sovrapposero questo concetto di Bushido al loro studio dello iaido. Ho apprezzato davvero molto il loro approccio spirituale di studio dello iaido e sono tuttora disposto a rispondere alle loro domande al meglio della mia abilità, anche se ci vuole tempo. Nel caso di una tecnica, faccio sempre lo sforzo di mostrare un esempio concreto. Anche il saho ed il reiho riguardano l'utilizzo della spada e la sua spiritualità, così come il dojo assume un ruolo fondamentale in quanto considerato un luogo sacro.

Per questo motivo fin dall'inizio ho insistito sul fatto che il dojo dovesse essere tenuto pulito e sul fatto che quando si entra/esce da esso è fondamentale inchinarsi per annunciare la propria presenza in maniera appropriata. I seminari venivano tenuti all'interno di grandi strutture sportive che in quelle occasioni diventavano veri e propri dojo. Per insegnare l'importanza delle buone maniere anche al giorno d'oggi continuiamo a verificare la pulizia degli ambienti che ospitano gli allenamenti e ci inchiniamo quando entriamo/usciamo dagli stessi.

Ad un certo punto Jock mi disse "Fin dall'inizio non hai mai pensato che io non potessi capire perché non sono giapponese. Quando sei arrivato mi hai detto che, nonostante le nostre culture fossero molto differenti, in caso avessi avuto dubbi avrei dovuto chiederti chiarimenti e nel caso avessi continuato a non capire avrei dovuto continuare a chiedere fino a comprendere fino in fondo. Questa era la promessa che mi hai fatto e che hai mantenuto, per questo motivo sei diventato il mio insegnante". Dovendo sempre parlare attraverso un interprete mi sono reso conto che una spiegazione che avrebbe richiesto 10-20 minuti in giapponese poteva impiegare anche 4 ore per essere tradotta in altre lingue.

Il primo seminario di iaido organizzato dalla BKA è stato tenuto nell'estate del terzo anno dal mio arrivo. Al seminario parteciparono circa 60 persone. L'anno seguente venne persino tenuto un esame organizzato seguendo le linee guida stabilite dalla Federazione Internazionale Kendo (ad oggi FIK). Fino a questo momento gli studenti avevano avuto modo di praticare lo iai della Zen Nihon Kendo Renmei ma, accogliendo le richieste fatte da numerosi studenti, cominciai anche ad insegnare koryu. I partecipanti provenienti da altri paesi crebbero in numero.

L'organizzazione di un taikai a livello europeo era alle porte ma purtroppo sorse un problema inaspettato. In Inghilterra ed in Olanda le associazioni di kendo erano indipendenti, ma in altri paesi erano situate sotto il cappello di federazioni del judo o di altre arti marziali. In alcuni di questi paesi gli studenti non erano allineati con la Zen Nihon Kendo Renmei ed alcuni di essi non erano pertanto in possesso della documentazione necessaria per poter dare un esame. Dopo una lunga discussione con i vari leader è stato deciso che il Campionato Europeo sarebbe stato aperto solamente ai membri della Federazione Europea Kendo (EKF).

L'evento, che per le sue dimensioni costituiva sicuramente una grande spesa in termini di tempo e denaro, in principio venne tenuto alternativamente in Inghilterra ed in Olanda una volta all'anno. Il primo in assoluto venne organizzato nel 1994 dalla EKF in Olanda. Da allora viene sempre tenuto a rotazione tra i vari paesi partecipanti.

All'epoca era molto chiaro che gli studenti stranieri non avessero nessuna preoccupazione riguardo al fatto di cambiare insegnante di riferimento o stile (ryuha = letteralmente scuola). Altri insegnanti cominciarono a viaggiare dal Giappone per insegnare esattamente come feci io, pertanto vennero presentati diversi stili. Gli studenti ebbero la possibilità di dire "Preferisco questo sensei a quest'altro", o "Voglio cambiare scuola di riferimento". Tra costoro c'erano anche gradi alti come 5.ti e 6.ti dan. Per quanto mi riguarda ho sempre gestito le relazioni con i miei studenti in maniera diversa, ma anche alcuni dei miei studenti diretti la pensavano così. Dopo aver iniziato ad insegnare in Europa, io e mio padre sottoscrivemmo il kishobun con Kubo sensei e iniziammo il nostro studio del Muso Shinden Jushin Ryu.

Fare iai non ha nulla a che vedere con il giudicare le persone in base a come esse si muovano o meno in maniera corretta. È una battaglia con noi stessi per riuscire a vedere quanto in la possiamo andare con la nostra pratica. Lo scopo del budo in tempi moderni è quello di 1) coltivare lo spirito, 2) migliorare lo stato di salute e 3) imparare tecniche efficaci. In tempi antichi, quando la spada veniva utilizzata come arma di impiego giornaliero, il terzo punto costituiva senza dubbio l'aspetto fondamentale della pratica.

I miei studenti diretti insegnano nei loro rispettivi dojo. Le persone che studiano presso i loro dojo e sotto la loro guida sono gli studenti dei miei studenti. Pertanto non posso dire di avere molti studenti "diretti" in Europa. Al momento posso dire di avere 5 studenti in Inghilterra, tra cui c'è Jock che gestisce l'Eishinkan Dojo. Le persone che studiano nei dojo dei miei studenti diretti e tutte le persone con cui ho un legame stretto possono visitare il mio dojo in Giappone (Shinbukan). Quando qualcuno vuole visitare il mio dojo gli basta prima prendere contatti con Jock e, in caso di approvazione da parte sua, è Jock stesso a mettere gli interessati in contatto con me. Questo è il sistema che abbiamo stabilito. A volte è capitato durante i seminari che alcuni studenti rimasti positivamente impressionati dai vari sensei avessero chiesto la possibilità di allenarsi nei loro dojo in Giappone. Ho sentito dire che in alcune occasioni sensei che hanno risposto "Certamente!" non sono stati veramente accoglienti con i loro ospiti. Questo ha causato non pochi problemi ad alcuni studenti. Onorare la propria parola fa parte dello spirito giapponese ed è di vitale importanza nel mondo del budo.

Un'altra cosa con cui ho dovuto imparare a relazionarmi quando ho iniziato ad insegnare agli europei è il loro modo di pensare in bianco e nero. Un proverbio giapponese dice "quando il vento soffia, i creatori di vasi guadagnano bene". Molti giovani giapponesi probabilmente non conoscono tale detto pertanto cercherò di spiegarmi: le cose hanno spesso delle connessioni inaspettate quindi anche se una teoria può essere corretta, un'altra teoria completamente diversa può ugualmente avere merito. Senza dare un giudizio a senso unico è importante cercare di comprendere le varie opzioni e decidere come agire. Questo aiuterà anche lo sviluppo della compassione. Nello iai indirizziamo noi stessi al seguire determinati principi morali. Attraverso lo iai si studia lo spirito, che possiamo considerare sinonimo di moralità. Dobbiamo imparare a comprendere l'amore, la lealtà, la tolleranza, la giustizia, il coraggio così come la vergogna, l'onore ed il senso di gratitudine. È un processo molto vicino alle linee dello Zen. In quanto esseri umani siamo tutti quanti in grado di provare gioia, rabbia, dispiacere e piacere, ma le differenze nel clima, nei costumi, nelle culture e nei paesi portano anche a differenze negli esseri umani. Ho imparato questa cosa dai miei studenti europei.

Queste cose non mi sono apparse chiare fin dall'inizio. È stato solo grazie alla comunicazione con i miei studenti ed attraverso la mia pratica del Jushin-ryu che ho potuto comprendere l'importanza di studiare iai nei tempi in cui viviamo. Lo iai costituisce la battaglia di tutta la vita che intraprendiamo con noi stessi. Ho iniziato ad insegnarlo come parte di qualcosa della vita di tutti i giorni ed i miei studenti un po' alla volta sono arrivati a capire il significato di questa cosa.

Ho visitato la prima volta l'Europa all'età di 34 anni, da quel momento sono passati 30 anni e queste trasferte sono diventate come un tesoro per me. Il mio attuale modo di insegnare è stato influenzato positivamente dalle mie esperienze all'estero.

Le tre arti promosse dalla Zen Nihon Kendo Renmei sono il kendo, lo iaido ed il jodo. In Europa molte persone che praticano il kendo si dedicano allo studio della spada anche attraverso lo iaido ed il jodo. Grazie a mio padre ho potuto avvicinarmi a queste discipline in giovane età. Gli studenti che decidono di frequentare il mio dojo scelgono la loro arte principale ma vengono incoraggiati a studiarle tutte e tre. Se uno studente sceglie lo iaido come arte principale, il suo studio di questa discipline viene migliorato anche grazie allo studio del kendo e del jodo. Gli consente di avere una comprensione più profonda dello iaido. È così che dovrebbe essere un vero cammino, una "Via" (do).






csskfurinkazan@outlook.com © by YAMA | home | dojo | quaderni | download | eventi | back |