dal 1985 la Via della spada a Savona: asd Circolo Scherma Savona Kendo member CIK, EKF, FIK

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ma se ce li chiedete per una buona causa vi autorizzeremo sicuramente ad utilizzarli, magari, con l'obbligo della citazione.

"Appunti sui fondamentali dello iaido" di Carlo Sappino
categorie: IAIDO




APPUNTI SUI FONDAMENTALI DELLO IAIDO






l'autore:
Carlo Sappino,
6o dan di iaido,
4o dan di kendo



Questi appunti non vogliono essere un "manuale" dello iaido, essi sono solo il frutto di una sintesi degli insegnamenti e delle osservazioni maturate in molti anni di pratica in dojo, di seminari e di gare. A questo seguirà un secondo articolo relativo alle tecniche di base. Chiunque rilevasse imprecisioni ed errori, me lo segnali.


La spada

PORTARE E MANEGGIARE LA SPADA
La spada si rispetta e lo si fa a prescindere dalla sua natura, sia essa uno shinai, un bokuto, uno iaito o uno shinken.
Rispettare la spada maneggiandola in modo corretto significa anche rispettare chi è vicino a noi nei momenti di pratica o di pausa non foss'altro che per il fatto che un corretto maneggio limita molto le possibilità di farsi e fare del male.
Generalmente la spada si porta con la mano sinistra che impugna il sageo, raccolto in tre parti, e la saya in prossimità del koiguchi e col pollice sulla tsuba. Si può tenere al fianco con la mano sull'anca, taito, o, nei momenti di riposo, col braccio disteso, teito.
Quando si posa a terra lo si fa con cura portando a terra il ginocchio dal lato della spada. Si appoggia delicatamente a terra prima il kojiri e poi la tsuba evitando di fare rumore e si raccoglie ordinatamente il sageo lungo la saya. Quando si è in seiza la mano sinistra non cambia impugnatura e la spada poggia sulla coscia.
Quando si fa mokuso si posa a terra alla nostra destra con la tsuba all'altezza del ginocchio (nel koryu è la tsukagashira ad essere all'altezza del ginocchio) ed il tagliente rivolto verso di noi.
Prima di posare a terra la spada si dovrà scostare l'hakama che non dovrà mai rimanere sotto la spada. Quando si ha la spada sfoderata durante un momento di pausa, magari in occasione di una spiegazione durante una lezione, la spada va tenuta verticale, vicino al corpo impugnata indifferentemente con la destra o la sinistra.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Maneggiare la spada con noncuranza e trascuratezza, come fosse un oggetto qualunque. Portare la spada impugnando la saya senza mantenere il pollice sulla tsuba.
Chinarsi per posare o raccogliere la spada come se si raccattasse da terra qualcosa.
Appoggiare la spada sulla spalla o tenerla rivolta in basso durante una pausa.



TE NO UCHI
Impugare correttamente la spada facendo attenzione ad avere una presa morbida delle dita ed a non "strangolare" la tsuka, mantenendo rilassata la muscolatura delle spalle e delle braccia.
Impugnare facendo in modo che l'angolo tra l'avambraccio e la tsuka sia di circa 45 gradi.
La mano destra dovrà essere posizionata in modo che l'indice non vada a toccare la tsuba arrivando al limite del fuchi.
La mano sinistra si posizionerà in modo da avere l'esterno del palmo ed il mignolo a contatto dei makidome.
La tsuka dovrà essere impugnata coi polsi leggermente ruotati verso l'interno in modo che le dita delle due mani, se aperte risultino parallele e non convergenti.
Ricordiamoci poi che non c'è un unico te no uchi. Il Maestro Yamazaki, hanshi hachidan, insegna che tre sono i principali te no uchi: kiri-te "la mano che taglia", tsuki-te "la mano che fa tsuki" ed Uke-te "la mano che para". Ci sarebbe anche nobi-te "la mano del fantasma", un modo errato di impugnare in cui la linea mano avambraccio risulta spezzata col palmo della mano ruotato all'interno verso il polso.
Kiri-te "la mano che taglia" è il te no uchi di base, quello sopra descritto, con l'avambraccio che forma con la tsuka un angolo di 45 gradi.
Tsuki-te "la mano che fa tsuki" la spada è impugnata con la sola mano destra, il polso è ruotato totalmente dal lato del mignolo in modo da avere un contatto tra tutta la tsuka e l'avambraccio.
Uke-te "la mano che para" tsuka ed avambraccio formano un angolo retto.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Impugnare con i polsi aperti.
Mantenere una presa forte sulla tsuka, tenere l'indice della mano destra in contatto della tsuba, tenere la mano sinistra tropo lontana da tsukagashira, tenere le due mani troppo vicine.
Tutti questi errori non consentono di acquisire una corretta padronanza dei movimenti con la spada.



In piedi e seduti

KEITO SHISEI
Posizione inpiedi con la spada al fianco sull'anca.
Assicuratevi che la spada sia a 45¡ ed anche che la mano sia alla giusta altezza in corrispondenza dell'obi.
Assicuratevi di avere le spalle aperte in modo che il braccio destro risulti laterale, disteso sul fianco.
ERRORI PIÙ FREQUENTI

Tenere la spada molto meno inclinata attorno ai 30¡ come nel koryu.
Tenere la mano con la spada bassa sulla coscia.
Tenere il braccio destro leggermente avanti con la mano sui 45¡ rispetto al nostro asse, anche questa è una posizione da koryu.



SEIZA
Per andare in seiza, mantenere la schiena dritta e iniziare a scendere. Col giusto tempo fare hakam asabaki. Eseguire hakama sabaki con leggerezza, ritmo ed all'altezza dei polpacci.
Quando si è in seiza mantenere le braccia ed i gomiti aderenti al corpo in modo che le mani appoggiate sulle cosce abbiano una posizione naturale leggermente convergenti verso il nostro centro. Questa è la miglior posizione per impugnare prontamente la spada.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Iniziare a scendere protendendo già il braccio destro per fare hakamasabaki.
Eseguire hakamasabaki con eccessiva energia e troppo in alto.
Allargate i gomiti facendo molto convergere le mani, quasi puntandole l'una verso l'altra.



L'etichetta

SHOMEN NI REI
Inclinare la schiena ad un angolo di 30¡ portando a terra con naturalezza metsuke, lo sguardo.
avere cura che il kojiri, una volta che la spada è stata portata sul fianco destro sia basso e puntato in avanti dritto o al più leggermente verso l'interno.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Spesso si vedono shomen ni rei a 45¡ oppure appena accennati cosi come a volte si vedono gli occhi continuare a guardare in avanti.
Tenere alto il kojiri o puntato verso l'esterno quando la spada è sul fianco destro.



TO REI
Nel posare a terra la spada avere cura di metterla sufficientemente lontana dalle nostre ginocchia in modo da avere sufficiente spazio per posizionare a terra le mani ed inchinarsi in modo che i gomiti vadano a terra poco all'esterno delle ginocchia e non completamente verso l'esterno.
ERRORI PIÙ FREQUENTI
se la spada è vicina, l'angolo tra gli avambracci è molto aperto e piegandosi in avanti i gomiti punteranno troppo verso l'esterno.



Il movimento

ASHI SABAKI
Nel camminare muoversi sfiorando il pavimento coi piedi ed appoggiando a terra per primo l'avanpiede.
Nel cambiare direzione, il piede che muove per primo, ruotando sull'avanpiede, è sempre quello davanti.
Sia in posizioni statiche che muovendosi, i piedi devono sempre essere mantenuti paralleli e, più o meno, distanziati della larghezza delle spalle.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Camminare strisciando a terra i piedi e appoggiando il tallone prima dell'avanpiede.
Non si ruota mai sui talloni per cambiare direzione.
Avere i piedi su linee divergenti, soprattutto il posteriore. Se questo accade è necessario intervenire sull'allineamento delle anche in modo che siano totalmente frontali. Questo ci porterà automaticamente a correggere la posizione del piede.



OKURI ASHI
Mentre ayumi ashi è il normale passo alternato, destro sinistro, che si usa abitualmente per camminare, okuri ashi è invece il classico passo del kendo dove, in genere, il piede destro è sempre davanti ed il sinistro dietro in spinta.
La regola generale per okuri ashi è che il piede che spinge il corpo in una direzione è sempre quello opposto alla direzione stessa.
Se voglio spostarmi in avanti il piede che spinge è quello dietro, se voglio andare indietro è quello davanti. Per spostarmi a destra spingo col piede sinistro e viceversa.
Nel muoversi, il piede che spinge non affianca mai l'altro piede nè, tantomeno, lo supera.

ERRORI PIÙ FREQUENTI
Il piede dal lato dello spostamento che devo effettuare fa il passo e si trascina dietro l'altro piede.Sia avanzando che arretrando i piedi risultano appaiati.





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