dal 1985 la Via della spada a Savona: asd Circolo Scherma Savona Kendo member CIK, EKF, FIK

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"30 ANNI DI STORIA, MA SE VOLETE SONO 40 E ANCHE DI PIÙ." di Carlo Sappino
categoria: dojo




30 ANNI DI STORIA,
MA SE VOLETE SONO 40 E ANCHE DI PIÙ






l'autore:
Carlo Sappino,
6o dan di iaido,
4o dan di kendo



Negli anni '70, per quanto mi riguarda era il 1974, cominciai a fare kendo presso la Shindokai di Lavagnola, con un insegnante, Benenati, che era un agonista cintura nera di karate.
Anche in una seconda palestra di Savona, orientata alla pratica del judo, la Yama Arashi di c.so Ricci, per l'intraprendenza di quel Mongolli che molti di voi hanno conosciuto, e del suo allievo Claudio Greco, s'intraprendevano i primi passi sulla via della spada.

Era l'epoca dei films di Bruce Lee, delle lotte tra le varie scuole di arti marziali ed è inutile dire che tra Shindokai e Yama Harashi non corresse troppo buon sangue, ma a volte riuscivamo ad unire le forze e ad avere a Savona maestri come Ichikura, che doveva essere un 3o o 4o dan o il maestro Toyofuku 7o dan. Entrambi vivevano a Milano e si prestavano a queste trasferte.

Ci battevamo all'epoca contro la fiorentina Izumo del Maestro Notarnicola, il Kenyukai di Leonardi di Novara, e contro un biondino del Kodokan, tale Magarotto di Alessandria.
Sempre più Shindokai e Yama Harashi collaboravano, pur mantenendo separati gli "stracci", e spesso si faceva macchinata per andare ad allenarci dal Maestro Tesini a Genova.
Inutile sottolineare che all'epoca quelli che chiamavamo "Maestri", ammesso che avessero un grado dan, nella maggioranza dei casi, è perchè se l'erano dati da soli. Però tutto questo improvvisare e questo fiorire di Maestri che sfociava poi in bastonate da orbi, portò comunque a far crescere il movimento e nel mucchio, molti invece di millantare si dedicarono seriamente alla Via, due li ricordo molto bene, Lino Piatti, fondatore del BKK Varese, e Claudio Regoli, successivamente fondatore del Tengukan Milano, che c'impressionava per i suoi annuali viaggi in Giappone per studiare la spada giapponese.

Di quell'epoca gli stages a Sirolo e a Porto Recanati col Maestro giapponese Yabe che era solo un 3o dan ma figlio di un 7o ...
I dojo si affiliarono a varie associazioni e federazioni, più o meno anch'esse improvvisate.
Shindokai e Yama Harashi aderirono al settore kendo della Federazione Italiana Karate.

Nel '77 la vita mi portò lontano dal dojo, misi in cantina bogu e shinai, persi ogni contatto.
Alla Shindokai il kendo si estinse, mentre la coppia Mongolli Greco continuava a percorrere la Via. Su questo si dovrà lasciare la parola a Claudio.

La mia storia riprende nel 1985, annus horribilis per il sottoscritto, quando casualmente vidi una locandina sul vetro di un bar dove si parlava di corsi di kendo organizzati dal Circolo Scherma Savona. Non ci pensai due volte, presi il numero di telefono, e la sera stessa, da casa, i cellulari esistevano solo nei film di fantascienza e generalmente erano integrati nell'orologio ... ma questa è un'altra storia.
Mi rispose Angelo de Ambroggi, delegato CONI - federscherma (FIS) e gestore degli impianti di Monturbano.
"Venga pure domani sera" mi disse "Ci sarà il signor Greco, è lui che si occupa del kendo".
L'indomani, alle 18:00 in punto mi presentai in palestra, con sacca del bogu e shinai. Oltre a Greco c'erano Gianni Sarti (la figlia oggi è una delle ragazze del dojo dell'Angela Papaccio) e Renato Ghibaudo.
Ricordo bene la faccia perplessa, se non contrariata, di Greco e gli altri alla mia pretesa di indossare subito l'armatura ...
Il dojo era nella palestrina (dove ora si arrampica) con un bel pavimento di piastrelle in graniglia di marmo. Bene o male li ripresi la Via coi nuovi compagni di viaggio.
La Federazione Italiana Karate settore Kendo non esisteva più, la FIS (federscherma) aveva invitato le società di scherma ad accogliere il kendo come quarta arma assieme a fioretto, spada e sciabola e Claudio Greco si era ben adoperato per entrare nel Circolo Scherma Savona ed ottenere così un luogo stabile dove praticare.
Nel frattempo il CONI aveva creato la FIK, Federazione Italiana Kendo, e l'aveva posta sotto il controllo della FIS.
Presidente FIK il signor Antonio Coladonati detto "Il Faraone" ... non commento oltre.

Furono anni importanti, pur dalla periferia dell'impero, come eravamo (e siamo) a Savona, lontani da ogni stanza del potere, riuscivamo a progredire lungo la Via, trasformando pian piano gli shinai bastone in shinai spade.
Ogni anno il Faraone ci organizzava due stages gratuiti, primavera e autunno, in genere in giganteschi alberghi fuori stagione in località termali.
Arrivo al giovedì pomeriggio, venerdì e sabato stage, domenica gare ed esami.
Tutto gratis e se non bastasse ad ogni stage il Faraone elargiva alle società più presenti armature, shinai, bokuto. Noi c'eravamo sempre.
Nelle gare, spesso, gli amici degli amici erano più avvantaggiati, ma Savona c'era e si faceva rispettare e soprattutto grazie a Greco e a Sarti, un pezzo di podio lo conquistavamo spesso. "è anche stavolta un pezzo de ferro l'abbiamo portato a casa" parole di Claudio rituali e abituali.

Il dojo si ampliava, Giovanni Gambino di Savona, Bianca Bazzano e Livio Boccalandro di Finale, nacque perfino una costola albenganese coi fratelli Nando e Pino Folli e la Pina, moglie di quest'ultimo e altri ancora ... Pregliasco, Folcheri, Rizzo ...
Non avevamo difficoltà a schierare squadre da 5 di livello più che accettabile.
Greco, Sarti, Sappino, Ghibaudo ... questo lo zoccolo duro della formazione cui si aggiungevano gli altri a rotazione e secondo disponibilità.
A cavallo del '90 entrarono nel dojo anche un nucleo di bambini aggregati attorno ai due nipoti di Gianni Sarti: Alessandro Sarti, Carlo Caviglia, Massimo Taglienti e altri, così ai Campionati Italiani coprivamo ogni categoria raccogliendo grandi successi nelle giovanili. Loro furono i primi due ori del nostro palmares.

Gli anni '90, per più della prima metà videro una crescita costante della società che ormai si presentava col nome di Itto Ryu Kendo Savona e poteva presentare anche un settore iaido fortemente voluto da Mongolli.

Campionati Italiani, Trofeo città di Aqui, Coppa Europa ad Artegna, Coppa Italia ad Alessandria, Trofeo Yoseki a Roma, Campionato Italiano delle Regioni a Verona, divennero tutti eventi fissi del nostro calendario così come gli stages che spaziavano da Aqui a Porto San Giorgio, da Fiuggi ad Abano per passare dagli stages estivi di Selva di Fasano.
Ritrovarsi e consolidare amicizie, questo era il bello degli stages, certamente più della qualità tecnica dei seminari dove i Maestri con la "m" maiuscola spesso latitavano, lasciandoci in balia di noi stessi ... ovviamente sempre gratis.
La nostra Via progrediva, Claudio 4o dan, Sarti ed io col 3o, ma tutto stava sgretolandosi.
La FIK del Faraone messa in discussione dal CONI stesso.
La palestra di via Mentana in condizioni disastrose e bisognosa di massicci interventi di manutenzione straordinaria.
Unica parte utilizzabile l'ingresso ed è li che praticavamo, su piastrelle sconnesse, cambiandoci nel corridoio, senza acqua nè servizi nè traccia alcuna di riscaldamento, era il 1994.
Una sera, giunti al dojo per la normale pratica troviamo tutto chiuso, cancello sprangato. La misura era stata passata e la struttura resa inagibile dai gestori.
A mala pena riusciamo a recuperare i nostri beni personali, bogu e shinai, e ad iniziare la nostra ... Via Crucis che ci portò a praticare ai quattro angoli di Savona: palestra delle scuole 25 Aprile, Shindokay, Palestre dell'ITIS ...
I lavori erano italianamente fermi, le strutture chiuse, la Itto Ryu Kendo Savona, società ormai autonoma con presidenza Gianni Sarti, si dibatteva nella cronica mancanza di spazi ed irregolarità di orari. I praticanti calavano a vista d'occhio.
Gianni Sarti si adoperò per trovare una sede stabile che fu identificata nella chiesa del San Giacomo.
Breve parentesi storica: il complesso del San Giacomo costituito da una chiesa ed edifici aggregati di origine seicentesca domina dall'alto il porto di Savona dall'area che strapiomba sull'aurelia davanti alle ex funivie, oggi è sede di un circolo ARCI e dalle caserme della Guardia di Finanza. In epoca Napoleonica l'area fu requisita e destinata ad ospitare un reparto di lanceri francesi. I soldati furono acquartierati negli edifici del convento, mentre la chiesa venne soppalcata ed adibita sotto a scuderie e sopra a fienile.

La chiesa è fatiscente, l'umidità arriva ovunque, il tetto perde, c'è un gabinetto e nessun altro servizio, di docce non se ne parla.
Il tutto è gestito da una società di atletica leggera che in inverno usa il piano terra della chiesa per la preparazione indoor. Se vogliamo, per poche lire al mese, il fienile sopra è nostro.
Vogliamo.
È una sfida.
Ci armiamo di pennellesse, latte di pittura e quan'altro per sistemare il locale che è stretto e lungo, ma più che sufficiente per la Itto Ryu.
Cominciamo i lavori.
Tonnellate di calcinacci da rimuovere, km quadrati di bianco da dare, e altrettanto antiruggine e linoleum da stendere su un pavimento di mattoni grezzi e taglienti dove sarebbe stato impossibile praticare.
Ovviamente non abbiamo soldi, non possiamo certo permetterci un pavimento di legno e nemmeno le docce.
Le speranze di una sede riconquistata naufragano repentinamente. Sarti si trasferisce per lavoro in Sardegna, sempre per lavoro Greco è più assente che presente, i novizi abbandonano finchè all'appello restiamo in tre ... poi in due.
Tutti spariti.
Mongolli si eclissa passando senza farne parola ad altra federazione, l'AIK. A Savona siamo Bianca Bazzano ed io.
La voglia di chiudere con la classica pietra sopra è forte, ma più forte è l'amore, la passione, la voglia di continuare.

1996 la Itto Ryu non esiste più.

1997 terminano i lavori in via Mentana. Riprendo i contatti col Circolo Scherma e con De Ambroggi e riottengo il nostro vecchio posto nella palestrina dove Bianca ed io e qualcuno che transita lasciando subito per altri lidi, scoraggiato dopo un paio di sere, continuiamo a praticare.
Una sera Bianca arriva con tre amici di Albenga e Finale, uno di loro è Luigi Scola. Il kendo savonese è ad una svolta, si ricomincia a costruire. Il contributo di Luigi è fondamentale per ridare slancio e voglia di fare.
Da li in poi, dopo un inizio un po' stanco, si comincia a fare nuovi iscritti. Alcuni latitanti ricompaiono, Mongolli, Supparo, lo stesso Greco in primis.
Luigi, Bianca ed io ricominciamo a macinare chilometri per gare e stages come ai vecchi tempi.

La FIK è agonizzante, non ci sono più i fiumi di soldi del CONI, il Faraone estromesso, la federazione commissariata.
Tutte le promesse di riconoscimento dei gradi naufragate.
Battaglie di retroguardia spostano il baricentro della FIK dal centro Italia alla Sicilia, lo stesso Consiglio Federale si sposta dai palazzi di Roma a quelli di Catania, o forse era Messina?
Al nord, fedeli o creduloni che fossimo, siamo rimasti solo quattro gatti sparuti. Era il momento di cambiare.
Sentito Piero Pizzamiglio dell'Andrea Doria di Genova, chiediamo di affiliarci alla FeNIKe (Federazione Nazionale Italiana Kendo) una struttura privata che assieme all'AIK (Associazione Italiana Kendo) formavano la CIK (Confederazione Italiana Kendo), struttura federale dotata del riconoscimento internazionale da parte dell'European Kendo Federation e della International Kendo Federation, emanazione della Zen Ken Ren, o se preferite All Japan Kendo Federation, la federazione giapponese.

Vengono azzerati i nostri gradi, anche se ci riconoscono d'ufficio il 1o kyu, e, nella maggior parte dei casi, veniamo accolti a pesci in faccia dai gerarchi e gran Maestri della nuova federazione, possessori unici della "verità vera" della spada.
Per la maggior parte di loro siamo "quei pezzenti che fanno a bastonate". Frase questa che ha un nome ed un cognome, l'amarezza è tanta, ma la passione è più forte.
La passione appunto, una cosa contagiosa, dalla palestrina passiamo ad occupare uno spazio più ampio nel salone di scherma, qualche nuovo iscritto riusciamo ad ottenerlo. Non combiniamo un gran che, ma nelle gare CIK ormai ad imporsi sono al 90% gli ex pezzenti della FIK.
Non tutti ci sono ostili, tra essi il Maestro Lorenzo Zago che il 28 novembre 1999 tiene il primo stage di kendo nel nostro dojo.
Il Circolo Scherma Savona Kendo ha bisogno di regolarizzare le "carte" per essere in regola, occorrono almeno sette iscritti e quelli li abbiamo, ed almeno un yudansha ...
Mi rassegno all'idea e nel 2000 al kangeiko di Ravenna do nuovamente l'esame di 1o dan e riprendo la mia strada.

I primi anni del terzo millennio vedono un CSSK sempre più apprezzato e ricco di presenze.
Organiziamo noi il Kendoliguria, un gruppo informale che riunisce i dojo di Liguria, lo Shobukan di Rapallo, l'Andrea Doria di Genova e, ovviamente, il Circolo Scherma di Savona.
Una volta al mese ci troviamo tutti assieme per praticare, uno scambio proficuo per tutti che permise un'accelerazione della nostra crescita.
La svolta definitiva arriva tra il 2004 ed il 2005 con l'ingresso di una nuova generazione di kendoka Grazie al lavoro costante coadiuvato alla grande da Luigi, i nuovi entrati "Lillo" Cusimano, Denni Zanella, Luca Sovenda, Davide Baiardi, Matteo Magnani, giusto per citarne alcuni, cominciano a macinare pratica e chilometri ed i primi risultati arrivano e portano nuova gente a praticare.
Si apre l'era dei Minetto, Dallosta, Coletta e Calvi che completano lo schieramento delle nuove leve ridando anche entusiasmo alle vecchie. Riappaiono Greco, Mongolli, Palermo, Stefanini ... e scusatemi se molti nomi mi saranno sfuggiti.
Grazie a questa nuova generazione tra il 2007 ed il 2008 il palmares comincia ad arricchirsi di podi piccoli e grandi. In ambito federale nessuno ignora più, o finge d'ignorare, l'esistenza di Savona.

Nel 2008 cominciano anche ad arrivare i primi risultati nel settore iaido, che vede un piccolo ma agguerrito gruppo di praticanti con Catalano, Salvarani, Paredes, Stefanini e Palermo che nei successivi anni riusciranno comunque a dare il loro contributo al palmares del CSSK.

Tra il 2009 e il 2010 l'impegno di Luigi Scola porta un altro frutto al nostro albero ed il dojo di Albenga riprende vita in modo consistente per essere affiancato poco dopo da quello di nuova costituzione di Imperia che ci porteranno la Susanna Garnero e Matteo Francardo.
Tutto cresce nei successivi anni, a volte invecchia, molti lasciano, ma se Imperia stenta, Albenga cresce e diviene una realtà tonica e presente fornendo linfa vitale anche al settore iaido.
Anche a Savona, dove Baiarti e Dallosta fanno da traino sul versante del kendo, si comincia ad affacciare una nuova generazione di kendoka validi ed agguerriti, Nicolò, Giada, Davide, Sofia, destinati tutti a raccogliere l'eredità di chi li ha preceduti.

Con questo siamo giunti al 2014.

Gli aneddoti legati a questi ultimi 40'anni di kendo savonese e 30'anni di Circolo Scherma Savona sono infiniti, non basterebbe un libro intero per raccoglierli, invito chi ne possiede a scriverli ed aggiungerli in questo forum.

Con questa breve e sicuramente lacunosa, ricostruzione della nostra storia ho voluto fare gli auguri a tutti i soci attuali ed agli ex del Circolo Scherma Savona Kendo, alla loro passione, alla loro voglia di percorrere la Via della spada.

A tutti voi un felice 2015, anno in cui sarà sicuramente da celebrare la nostra quarantennale o trentennale storia, a seconda dei punti di vista.

Auguri di un buon 2015 ai kendo-ka
Auguri di un buon 2015 agli iaido-ka
Auguri di un buon 2015 a tutti i kenshi del CSSK

Carlo

(articolo pubblicato sul forum del furinkazan il 31 dicembre del 2014)



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