IL NOVE SETTEMBRE

La fine dell'estate, la fine delle feste di settembre

 

E’ il 9 settembre, l’estate è finita!

Ad Ortona è come se fosse passato un uragano!

Tutto svanisce: i gavettoni, le partite di pallone, i baci dati di nascosto, le risate…

In un attimo non rimane più nulla! Solo i ricordi. Il nove settembre: che brutto giorno era per me! Era il giorno dei saluti dati con le lacrime agli occhi, era il giorno in cui era meglio non uscire di casa tale era lo stato d’animo di profonda tristezza.

Durante l’estate, di questo giorno non si parlava, si cercava di esorcizzarlo. Se fosse stato possibile l’avremmo cancellato. Però all’improvviso arrivava ed inesorabilmente spazzava via tutto.

Tutti i ragazzi vivono l’estate in modo spensierato e tutti vorrebbero che non finisse mai.

Ma chi rimane, chi risiede in località di vacanza, vive l’ultimo giorno dell’estate in uno stato di particolare malinconia.

Gli amici e le amiche con cui si è diviso ogni momento, partono alla spicciolata ed è come se si portassero via una parte di te. Entusiasmo, allegria, voglia di fare… All’improvviso non ti rimane più nulla, solo il tempo. Che non passa mai.

Fino al giorno prima, ad Ortona, tutte le ore erano impegnate: dalle 9,00 della mattina sino a tarda sera. Un salto a casa per mangiare, solo perché lo dovevi fare. Dalla piazza ai giardini, dall’aia alla torre, una tappa da "Melone" (il vecchio bar del paese), un tuffo al fiume e per finire un salto alla mitica "stalla" (antica stalla adibita a discoteca). E poi gli scherzi, i gavettoni! I giochi… "tre tre giù giù", "uno alla luna"…

Tutti insieme, sempre insieme. Ogni attimo condiviso.

Il giorno prima poi… L’8 settembre… Il giorno più bello dell’anno, ad Ortona. E’ il giorno della festa per antonomasia, è il giorno in cui allegria e tradizioni si fondono in una piacevole e gioiosa confusione. Soprattutto per i ragazzi.

Il nove settembre, invece, era solo silenzio. L’inverno di colpo sembrava già arrivato. Tutto era diverso, l’aria era diversa. Anche il sole sembrava cambiato, il suo calore ed il suo colore erano insoliti. Anche lui sembrava triste! E la malinconia cresceva e ti sentivi quasi morire.

Ma fortunatamente anche questo giorno finiva e con lui la tristezza, che lentamente sfumava. Ma i ricordi no. Quelli non se ne andavano, anzi, si alimentavano attraverso le fitte corrispondenze che condividevi.

Ogni giorno che passava era un giorno in meno che ti separava dal rivedere gli amici. La scuola, gli impegni di sempre, i compagni…

E la vita ad Ortona riprendeva come tutti gli anni.

 

 

Ernesto