Pat Metheny group

Napoli, Arena Flegrea 16 giugno 2002

 

L'Arena Flegrea

set list
Pat's solo (including Last train home acoustic vers.)
Go get it
Phase dance

The bat part II

Proof

As it is

How insensitive

A place in the world

You

First circle

Band introduction

Offramp/Scrap metal (including Cuong vu solo)

The gathering sky

Richard Bona's solo/On her way

Into the dream/Are you going with me

Bright size life

The roots of coincidence

A map of the world

Distance/In her family

Minuano (six eight)

Encore:

Song for Bilbao

Grande, meraviglioso, stupendo! Pat Metheny ci ha regalato indimenticabili emozioni nel suo caleidoscopico universo sonoro. Il suono perfetto, la fantastica acustica dell'Arena, musicisti straordinari, pubblico preparato (l'arena era piena, circa 6.000 persone, credo) e in religioso silenzio, tutti rigorosamente seduti e pronti a tributare standing ovation ed entusiasmo.

Ormai Pat Metheny è un costante appuntamento estivo per il pubblico napoletano che lo ama e lo rispetta da anni. Per fortuna il concerto è di domenica e questo mi permette di evitare corse, anche se sono comunque in ansia e non vedo l'ora di arrivare sul luogo del concerto. Nella fretta di entrare nell'Arena, non faccio caso alla roulotte del merchandising... e così, una volta entrato, sono costretto a riuscire per comprare T-shirt e tour program. In poco tempo ogni posto dell'Arena Flegrea verrà occupato. Mi sistemo sul lato destro del palco nel primo settore.

Alle 21:30 Pat entra in scena con la sua chitarra, si siede sulla spia centrale del palco, ed inizia il concerto... "Last train home", stento a riconoscerla... solo qualche nota mi riporta a quel brano che ormai tutti conoscono a memoria... sembra proprio un bello scherzo presentarla così "mascherata"...

Nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock ed entra Antonio Sanchez che si sistema alla batteria per una velocissima "Go get it". "Phase dance" segna l'arrivo sul palco di Lyle Mays e di Steve Rodby. Inconfondibile, suscita subito l'entusiasmo del pubblico. E' un'emozione ascoltare quello che forse è uno dei più bei brani del PMG. Portata la chitarra dietro la schiena, ed imbracciata l'acustica fissa sul piedistallo, Pat attacca "The bat part II", e sembra strano ascoltare la linea melodica disegnata dalla chitarra, e che poi vede anche l'aggiunta di batteria, basso e piano di Lyle Mays.

"Proof" è il primo estratto dal nuovo album, quelli seduti accanto a me non conoscono l'ultimo cd e restano un po' freddini. Devo dire che il nuovo album, seppur suona, ad un primo ascolto, come un qualsiasi altro album del PMG, in realtà è leggermente più jazz-oriented del precedente, e questo è decisamente un pezzo jazzato (un po' come tutti i secondi brani degli album del PMG). Segue "As it is", e questo è puro stile PMG, con il tema molto cantabile. Pat da solo alla chitarra accenna ad "How insensatez", e prosegue improvvisando in trio con basso e batteria. Questa si rivela una lunghissima versione del brano di Jobim, col piano di Lyle che si aggiunge verso la fine, prima dell'assolo di Steve, proprio quando una stella cadente appare improvvisamente in cielo, sembra vicinissima, tra la luna e l'Arena... Indescrivibile l'emozione che provo in quegli attimi. Lunghi applausi al termine del brano, prima di tornare a Speaking Of Now con "A place in the world" che vede anche un assolo di Sanchez, poi il solo di Lyle a piano e tastiere. Segue "You" con la bella linea melodica di Richard, e con un intermezzo da brivido di Lyle. Con "First circle" tutti partecipano con trasporto e si sente che questo è uno dei pezzi più famosi. 

Standing ovation a fine brano, con Pat che si sofferma a ricevere applausi scroscianti... dice che ogni volta che viene in Italia, sa di essere accolto con calore, e lo si vede sorridere soddisfatto, prima di presentare la band. Poi introduce il brano inedito tratto dalle sessioni di Offramp, e la definisce "un'improvisazione", ed infatti tale si rivela, tra chitarra jazzata e gli effetti di vento e della tromba "d'avanguardia" con digital delay di Cuong vu. Al termine, un breve assolo di Pat all'acustica introduce "The gathering sky", con le ali di un aereo proiettate sullo sfondo... ed infatti di conquista del cielo si tratta... con la sua musica che se non arriva a farcelo toccare, ce lo lascia immaginare...

Il suono degli strumenti per tutto il concerto è cristallino, pulito, perfetto! sembra di ascoltare il CD... L'acustica dell'Arena Flegrea è perfetta, forse uno dei migliori luoghi da concerto del capoluogo partenopeo. Se qualcuno avesse registrato il concerto ne verrebbe fuori un ottimo CD (se qualcuno lo ha fatto contattatemi, ve ne prego). Le esecuzioni dei brani non mi hanno trasmesso l'impressione di malinconia, tranne che per i brani più intimisti. Anzi, si avvertiva la gioia di suonare da parte di tutti i sei fantastici musicisti.

Ora è la volta di Richard Bona per ritagliarsi il siparietto di improvvisazione, tra vocals e percussioni, e con basi registrate di cori africani a cappella... "On her way" è il brano successivo. Al termine Pat imbraccia la Picasso 42 corde per un'atmosfera in chiave "into the dream", mentre la tromba di Cuong vu accenna alla linea melodica di "Are you going with me"... e ci crea l'attesa per quello che forse è stato il momento del concerto che mi è piaciuto di più... il solo di tromba sfuma e parte la versione completa del pezzo forte dell'album Offramp. La parte di Lyle Mays è molto fedele all'originale, mentre la ritmica di Pat non riesce a farmi star fermo con le mani... invece il solo di chitarra si discosta leggermente dalla versione originale, e Pat si lascia andare al suo tipico spirito di sottile improvvisazione. Ciò che si ripetono come sempre sono gli scatti in delirio del finale di Pat, mentre io cerco di imitarli... La successiva "Bright size life" vede un trio inedito con Pat, Richard che si esibisce al basso, e Sanchez alla batteria. Quello che risulta un breve intermezzo musicale, in realtà è un trait-d'union tra l'album d'esordio di Pat e le nuove frontiere della rivelazione "Richard Bona". "The roots of coincidence" era e resta il pezzo forte di Imaginary day, e devo dire che qui è stato eseguito alla perfezione. Lyle Mays imbraccia una seconda chitarra. Adoro questo pezzo, per l'impatto potente che ha, e con quell'intermezzo soft in chiave "Genesis"... Siamo verso la fine del concerto, e per sottolineare il contrasto Pat torna all'acustico, con una chitarra di dimensioni ridotte, per suonare "A map of the world" con dei pianeti proiettai sullo sfondo... vi si aggiunge Lyle per "Distance/In her family". Meravigliosa la sua esecuzione al piano. Al termine del brano Pat saluta tutti noi e ripresenta tutti gli elementi del suo gruppo sotto i nostri applausi. Da sottolineare che quando è il momento di presentare Richard, mentre per gli altri ha menzionato i singoli strumenti, per Bona dice "on everythiiiiing: Richard Bona". Il concerto dovrebbe chiudersi con "Minuano six eight" che parte senza l'intro vocale. Dopo essere rimasti in religioso silenzio, ognuno seduto al proprio posto fino a questo punto, su questo brano di Still life tutti restano in piedi a cantare... Che bell'effetto vedere l'intermezzo con i due vibrafoni in sincronia suonati da Richard e da Cuong vu agli estremi del palco.

Sono le 24:30, 3 ore sono volate, senza mai una perdita di energia senza segni di stanchezza da parte dei musicisti, né di noia da parte di tutti noi. Pat ci saluta, ma tutti lo aspettano per "Song for Bilbao" che vede anche gli assoli dei singoli componenti, tranne che di Steve. 3 ore e 15 di concerto, che è stato un meraviglioso regalo per i fans. Al termine tutti felici verso casa, a ripassare le emozioni di un concerto che resterà ben impresso nella mente di tutti noi.

Song for Bilbao

Song for Bilbao

How insensitive

 

Band introduction

 

On her way

 

Minuano