I linfociti
sono cellule che, oltre a essere presenti del sangue, popolano gli organi e i
tessuti linfoidi, nonchè la linfa che circola nei vasi linfatici. Gli organi
linfoidi comprendono il timo, il midollo osseo (negli uccelli la bursa), la
milza, i linfonodi, le tonsille palatine, le placche di Peyer e il tessuto
linfoide dei tratti respiratorio e digerente.
La maggior parte dei linfociti
circolanti nel sangue si trova allo stato di riposo. Essi hanno l'aspetto
di piccole cellule con nucleo compatto che occupa quasi tutto il volume
cellulare. Di conseguenza, il citoplasma è molto ridotto. I linfociti
degli organi e dei tessuti linfoidi possono invece essere attivati in
varia misura a seguito della stimolazione antigenica. Nel sangue, i
linfociti rappresentano il 20-40% di tutti i leucociti e possiedono una
dimensione leggermente superiore a quella dei globuli rossi. |
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I linfociti sono i costituenti
principali del sistema immunitario che costituisce una difesa contro l'attacco
di microrganismi patogeni quali virus, batteri, funghi e protisti. I linfociti
producono anticorpi e li dispongono sulla membrana.
Un anticorpo è una molecola proteica in grado di legarsi a una molecola di
forma complementare, definita come antigene, e di
riconoscerla. Come tutte le proteine, anche gli anticorpi sono codificati da
geni. In base ad un meccanismo di ricombinazione di alcuni di questi geni, ogni
linfocita produce anticorpi di una forma particolare e che gli è propria. I
linfociti esercitano quindi un'azione detta specifica
in quanto ciascuno riconosce soltanto l'antigene di forma complementare. Anche
se ciascun linfocita è talmente selettivo da riconoscere una sola molecola, il
numero di linfociti in circolo è talmente grande che essi possono riconoscere
praticamente tutte le sostanze presenti nell'organismo, sia proprie che
estranee. Si tratta di un centinaio di milioni di molecole diverse.
Le cellule del sistema
immunitario, in particolare i linfociti, cooperano fra loro per attivare,
potenziare, precisare la risposta immunitaria. Per raggiungere tale scopo,
esistono diversi tipi di linfocita, con funzioni differenti: linfociti T e B.
Quando le cellule B vengono attivate, si riproducono intensamente (selezione
clonale) e si trasformano in plasmacellule
le quali secernono nel circolo una grande quantità di anticorpi (risposta
umorale). Questi anticorpi liberi, quando incontrano microoganismi che
possiedono molecole di forma complementare (epitopi), si legano ad esse formando
dei complessi che li immobilizzano. In seguito, altre cellule non specifiche, ma
capaci di riconoscere gli anticorpi, fagocitano questi complessi.
A loro volta, le cellule T
si dividono in tre categorie: Tc (citotossici), Th (helpers), Ts
(soppressori). Anche i linfociti citotossici si
riproducono intensamente quando sono attivati. Tuttavia essi non liberano
anticorpi nel circolo, ma li espongono sulla loro membrana e li usano per
riconoscere essenzialmente cellule del proprio organismo infettate da virus o
tumorali. I linfociti citotossici uccidono le cellule rilasciando perforine,
sostanze che producono lesioni sulla membrana della cellula bersaglio e ne
provocano la morte per lisi osmotica (risposta cellulo-mediata). I linfociti
helper sono necessari per attivare sia i linfociti B che quelli Tc i
quali, pur avendo riconosciuto agenti estranei, generalmente non entrano in
azione. I linfociti soppressori riducono l'intensità
della risposta immunitaria.
Il sistema immunitario non deve
però aggredire le cellule dell'organismo a cui appartiene. La reazione
autoimmune danneggia l'organismo e può portarlo alla morte. Come fa il
sistema immunitario a distinguere fra il sè e il non sè? Abbiamo visto che i
linfociti B e quelli Tc che hanno riconosciuto un antigene, non si attivano, ma
hanno bisogno dell'attivazione da parte di un linfocita helper. Poco tempo dopo
essere stati prodotti, una parte dei nuovi linfociti passa per il timo dove
diventano linfociti T. Qui queste cellule vengono confrontate con tutti gli
antigeni del proprio corpo (autoantigeni). Sembra che i linfociti Th che
riconoscono un antigene, essendo ancora immaturi, vadano incontro a morte. In
questo modo, essendo stati soppressi i linfociti Th autoreattivi, possono essere
successivamente attivati solo i linfociti B e Tc che abbiano riconosciuto
antigeni estranei. Il sistema di citotossicità cellulare mediato dalle cellule
Th si è evoluto come una difesa contro le proprie cellule infettate, modificate
o aberranti. Infatti, i linfociti Tc e B possono attivarsi contro i batteri
anche senza il consenso degli helper.
I linfociti B e Tc attivati,
oltre a produrre anticorpi e a uccidere cellule estranee, si moltiplicano
attivamente. Durante la divisione cellulare, spesso avvengono dei
riarrangiamenti nella sequenza dei geni che codificano per l'anticorpo. In
questo modo, l'anticorpo delle nuova cellula assume una forma leggermente
differente rispetto a quella del "genitore mitotico". Se la nuova
forma si adatta meglio all'antigene, questa cellula verrà indotta a riprodursi
di più. La nuova generazione di cloni è più efficiente della precedente e a
sua volta può originare una varietà ancora più selettiva. Questo processo e
quello di selezione clonale rendono progressivamente più efficace la risposta
immunitaria.
Infine, il sistema immunitario produce cellule memoria,
linfociti che si disattivano, ma che sono pronti a riattivarsi in occasione di
incontri successivi con lo stesso antigene.
Oltre alle cellule T e B, nel
sangue periferico e negli organi linfoidi, si trova una terza popolazione di
linfociti che non presenta recettori per l'antigene e che, pertanto, svolge
funzioni difensive di tipo non specifico e non è attivata dagli helper. Queste
cellule rappresentano la componente filogeneticamente più antica del sistema
immunitario e si caratterizzano principalmente per la loro attività citotossica.
Per tali ragioni esse vengono denominate cellule NK,
Natural Killer. Oltre a uccidere virus, batteri, cellule infettate e
cellule neoplastiche, questi linfociti regolano anche la produzione di altre
cellule ematiche quali eritrociti e granulociti