Gennaio 2009:

SOSUA / CONSTANZA / LA VEGA

 

Quest'anno, avevo deciso di vedere una parte della Repubblica Dominicana che, per vari motivi, ancora non avevo visitato. La mia curiosità, era dettata dal fatto che me ne parlavano come di un luogo tropicale ma freddo. E' si, perchè quì le temperature, soprattutto la notte, si abbassano notevolmente inquanto ci sono montagne decisamente alte fra le quali il Pico Duarte che è la più alta dello Stato. Per non rischiare di arrivare e non avere il posto per dormire, prenoto via internet. Trovo il nome dell'hotel in cui poi soggiornerò, nella guida alla regione di Constanza. Chi si occupa di questo sito internet, non mi risponde ma, comunque, fra le altre cose sono segnalati diverse possibilità di soggiorno in hotel e cabañas.

Le mie domande, vengono prese in considerazione solo da un paio di strutture ( ma di alcune probabilmente l'indirizzo e-mail non era corretto o, comunque, attivo ). Fra le due opportunità che mi si presentano, scelgo "Alto Cerro" perchè, rispetto all'altra, risultava meno caro e più flessibile nella modalità di pagamento ( invio loro una parte di denaro tramite Western Union mentre l'altro hotel voleva tutto il pagamento anticipato con carta di credito )e, dopo una serie di mie e-mail seguite da una loro puntuale spiegazione, prenoto inviando una caparra.

Arrivo a Sosua la sera del 9 gennaio 2009 e, dopo aver trascorso la prima notte e tutto il secondo giorno nella città balneare ( per riposarmi un pò dal lungo viaggio ), alle 05:00 del 3° giorno parto alla volta di Constanza. Mi porta il fidato taxista Silvio, che però, poi, scoprirò essersi approfittato un pò della situazione ( 6000 pesos sono una cifra troppo alta e, in seguito, ho avuto conferma di questo perchè per il ritorno un'altra persona ne voleva 2000 in meno ). Comunque non mi faccio troppi problemi perchè di taxisti ce ne sono tanti, l'unico a rimetterci è lui perchè in futuro, se ne avrò bisogno, mi rivolgerò ad altri. Il viaggio è lungo e, durante il percorso, noto come il paesaggio cambi mano a mano che ci avviciniamo alla meta. A circa metà strada mangiamo un boccone poi ripartiamo. Arrivati in città, facciamo salire sul taxi una ragazza che, molto cordialmente, ci indica l'hotel. L'impressione è subito buona e mi sembra di aver fatto una buona scelta. Entro, saldo il conto e, mentre aspetto che mi sistemino la camera, salgo in terrazza dove è sito il ristorante per fare colazione.

La giornata è molto limpida e bella e un leggero venticello fresco allieta la mia attesa. Personalmente, ritengo che il clima in questa zona sia il migliore dell'isola. Pago la colazione e capisco che forse è meglio non ripetere l'esperienza visto il prezzo elevato. Rimango colpito dal fatto che il cameriere indossava una papalina perchè, mi ha spiegato, la giornata era fredda. Ma... Sarà... Veniamo accompagnati in camera ( ma, per caso, avete forse pensato anche solo per un istante che fossi andato solo ? ); l'alloggio è molto accogliente, con il suo angolo cottura, bagno, televisione e, udite, udite, il camino per riscaldarsi. Dopo esserci sistemati ed aver fatto una doccia, usciamo per vedere com'è la situazione: il paesaggio è veramente bello, la vallata mi piace molto e, come ripeto, il clima mi aggrada di brutto.

Decidiamo di andare a fare un giro per il paese, alla reception ci dicono di avere alcuni moto conchi di fiducia e noi ce ne facciamo chiamare uno che ci porterà un pò in giro a visitare questa città. Dopo poco, capisco che ho fatto bene a non venire solo: il paese è piccolo e divertimenti...bè quì il turismo è decisamente diverso diciamo per gente che veramente vuole rilassarsi respirando aria buona e, magare, fare un pò di sport. Noto che ci sono moltissime coltivazioni di ogni tipo e mi viene spiegato che questa è una delle risorse principali della zona. Rientrati dal tour, o per meglio dire dalla vuelta, andiamo a fare un pò di spesa nel market situato all'interno dell'hotel infatti, vista la presenza dei fornelli Yanira si propone per cucinare vista anche la non immediata vicinanza al centro della città e gli orari ( oltre ai prezzi ) del ristorante che chiude abbastanza presto.

La mia voglia di conoscere nuovi posti, è tanta, quindi mi reco alla reception per chiedere informazioni su quello che si può visitare avendo Constanza come "campo base". Mi viene suggerito di dare un'occhiata ad un volantino. Dopo un breve sguardo, capisco che è ciò che stavo cercando. Erano, infatti, elencate tutte le possibili escursioni che si potevano effettuare. Ce ne sono diverse è il mio obbiettivo è farne il maggior numero possibile. Dopo una breve discussione con la mia "amica", decido di chiamare al numero di cellulare riportato sul volantino per capire meglio la situazione. Mi risponde Erivan, un ragazzo molto gentile che mi descrive, in breve tutte le posibilità offerte dalla zona. Mi ritengo decisamente soddisfatto e mi immagino di poter visitare senza problemi tutti i posti proposti dall'agenzia per la quale lavora Erivan. Non avevo, però fatto i conti con Yanira che, contro ogni mia più rosea previsione, si è rivelata un pò "spacca palle". Io, comunque, mi ero prefisso di vedere posti nuovi e ciò che questi avevano da offrire e non volevo assolutamente rinunciarci. Comincia, così, una pacata discussione perchè lei non aveva voglia di fare le uscite. Ma come ? Sono più di due mesi che mi organizzo e adesso ? Non vorrai mica stare in camera tutto il giorno con un tempo così bello e con le cose che ci sono da scoprire ? Dai e dai, riesco a convincerla e, come prima escursione decidiamo di farci condurre al Salto di Agua Blanca.

Per arrivarci, il tragitto non sarebbe nemmeno lungo se la strada fosse...una strada ! Per arrivarci, a parte un bravissimo tragitto, si deve percorrere un sentiero di montagna viscido e pieno di buche. Durante il percorso, Erivan risponde a tutte le mie curiosità e racconta alcuni neddoti sulla città di Constanza. Attraversiamo piccoli villaggi di contadini e dopo un bel pò di tempo arriviamo a destinazione. La cascata è proprio bella e mi ritengo soddisfatto, al contrario Yanira si lamentava per il terreno scosceso, l'aria non troppo calda e per il fatto che, oltre alla cascata non c'era altro. Daltronde non so cosa sperava di trovare in mezzo ad un bosco. Rientrati, salutiamo Erivan e ci prepariamo per la cena.

La sera discussione sul fatto che io volevo fare altre uscite e lei no ma niente di chè. Il terzo giorno, lo passiamo in tranquillità anche se, diciamo la verità, io di starmene chiuso a non fare un cazzo, non ne avevo proprio voglia. Dopo varie insistenze, riesco a convincerla ad andare, il giorno successivo alla Piramide. Anche per arrivare quà, il percorso era decisamente complicato e, oltre tutto, c'erano più kilometri da fare. Per me non c'era, comunque, nessun problema. Ci muoviamo verso le 10:00 della mattina e, prima di incamminarci, ci fermiamo al ristoranze Lorenzo's che si trovava in paese, per farci preparare qualche cosa da mangiare lungo il viaggio. Anche questa escursione a me è piaciuta decisamente. La piramide non è certamente come quelle del Cairo ma comunque ha il suo valore come monumento e la sua importanza in quanto rappresenta il centro dell'isola. Si trova in una piana sopra una montagna alta più di 2000 metri; quassù c'è solo gran pace e tranquillità oltre ad una brezzolina decisamente piacevole.

Noto che è in costruzione una specie di piccola struttura per ricevere i turisti che voglino fermarsi a riposare o a mangiare. Poi, osservando meglio, noto una piccola baracca con un ragazzo. Erivan ed io, ci facciamo due chiacchere ( Yanira dopo un paio di foto è voluta tornare in macchina ) e scopriamo che il suo ruolo è quello di vigilare la Piramide e tutta la zona circostante: tutto il giorno e per tutta la settimana lassù, da solo. A fare un lavoro del genere sai quanto tempo hai per pensare... Consumiamo il nostro pranzo seduti sul retro della geep poi ci rimettiamo in marcia per tornare in hotel non prima di esserci fermati a dare uno sguardo al monumento posto quì vicino in onore di Francisco Alberto Caamaño Deñó un rivoluzionario arrivato da Cuba nel 1973 e che proprio nel punto in cui è posto il piccolo ricordo per omaggiarlo, fu fucilato. Durante il rientro, Erivan da un passaggio ad un contadino che aveva terminato di lavorare nei campi. Ci dice che, da queste parti, usa far salire a bordo i lavoratori per riportarli nei pressi della loro casa o vicino al posto di lavoro. Come sempre, all'arrivo, doccia rilassante e un pò di televisione prima di cena: Yanira non aveva nemmeno voglia di andare al ristorante in paese a fare un giretto. Io, stavo cominciando a scocciarmi. La mattina seguente, dopo colazione facciamo una breve passeggiata durante la quale raccogliamo dei mandarini dagli alberi dell'hotel: il sapore è squisito. Poi, chiamiamo Erivan per andare a fare un giretto nel centro.

Rientrati in stanza, ci riposiamo un pò poi prepariamo la cena. Il giorno seguente, saremmo dovuti partire alla volta di La Vega, la città di Yanira. Io, sinceramente, mi sarei fermato ancora un pò perchè c'erano altre cose che mi interessava vedere ma, per non trovare discussioni, accetto di partire la mattina dopo oltre tutto ben presto ( alle 07:00 ) verso casa sua. Chiamo Erivan e mi accordo per l'orario. Sarà lui a condurci alla nostra prossima meta.

Lascio constanza conscio di aver visitato una bellissima località e con l'intento di ritornarci per vedere ciò che non ho visto. Certamente come luogo è l'ideale per una coppia ( ad esempio ) purchè il partner non sia statico ma abbia voglia di muoversi e scoprire le bellezze che questa Valle ha da offrire. Chiaramente, se avessi anche solo immaginato che la mia compagna di viaggio sarebbe stata così "pesante" avrei optato per un'altra soluzione...mi riferisco alla compagnia.

 

Comunque, io, sono una persona che da agli altri più di una opportunità per questo motivo quando Yanira mi chiede se avessi voluto visitare La Vega dico subito di si.

Così partiamo ben presto da Constanza e ci dirigiamo verso questa città che, al dilà di tutto mi incuriosiva. E' Erivan a portarci. Casa sua è la dimora tipica di un dominicano che vive in un quartiere non ricco. Non mi sembra elegante stare a spiegare tutti i particolari, posso solamente dire che anche Rambo avrebbe avuto difficoltà ad entrarci.

La città, anche se non turistica devo dire che mi piace. Non essendoci il mare, si va ai fiumi e ce ne sono diversi molto belli. Un giorno abbiamo fatto circa una trentina di Km in tre sulla pasola per andare a fare il bagno in uno di questi.

Ci sono molti parchi molto puliti nei quali può decisamente essere piacevole passare un pò di tempo.

Passo le mie giornate a giocare a basket con i suoi fratelli e a chiaccherare con sua mamma. Mi sorprende molto il fatto che i dominicani, quando fanno costruire le case, non danno importanza al tetto: vedere case grandi, ben arredate e curate con il tetto di lamiera...ancora non me lo so spiegare.

Volevo vedere come può essere la vita della maggior parte dei dominicani, mi sono adattato ma, decisamente, è un'esperienza che per svariati motivi non rifarò più.

Alla fine dei conti a Sosua passerò solamente una giornata e mezzo nella quale penserò soprattutto a rilassarmi.

Chiudo questa mia vacanza consapevole di una cosa: la prossima volta che ritornerò in Repubblica Dominicana, avrò nel mio bagaglio questa esperienza che mi aiuterà certamente ad avere determinati comportamenti piuttosto che altri.

 

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