Dicembre 2004 / Gennaio 2005:
BOCA CHICA
Questa vacanza è stata proprio bella.
Intanto è stato il viaggio in cui sono partito con il gruppo più numeroso. Infatti, eravamo ben in 8 sette ragazzi Loris, Lallo, Weber, Spimi, Nicola, Torre ed io e Cecilia. Ci siamo mossi il sabato prima di Natale da due punti differenti: Loris ed io da Rimini mentre gli altri da Riccione. Anche se l'aeroporto di partenza era Bologna, come mi capita sempre quando devo viaggiare, io ho sempre fretta di essere in aeroporto quindi io e il mio "socio" ci siamo mossi abbastanza in anticipo sotto le mie pressioni. Gentilmente, suo cognato ci ha accompagnato. Gli altri, sono arrivati alcune ore dopo. Cominciamo subito a rompere le scatole a Spimi che ha un pò paura dell'aereo... consegnamo i bagagli, facciamo vedere il passaporto e passiamo in quella che io chiamo "zona di non ritorno" ossia dove solo chi è in partenza può accedere. Ci imbarchiamo alla volta di Madrid che sarà il nostro primo scalo. Fortunatamente, riesco a dormire quindi il viaggio mi passa decisamente bene. Arrivati, io ho decisamente fretta di uscire ma in capitale c'è sempre un gran casino. Fortunatamente, mi ero premunito comprando ad ottobre una carta turistica in più e questa azstuta mossa, mi ha fatto risparmiare ben un'ora di fila. Me ne sono altamente fregato di aspettare gli altri e mi sono recato fuori dall'aeroporto dove ci aspettava il taxista. Gli ho detto di continuare ad aspettare che io sarei andato a Boca chica con un'altra macchina. Ero in trepidazione, già sapevo cosa mi aspettava o meglio chi al residence. Infatti, in questo periodo le camere erano sempre occupate dalle stesse persone: Alessio, Galliani, Vincenzo, Giorgio ( un residente ), Bruno Negro e Lorenzo detto "Il Lampada" al quale avevo trovato io l'alloggio. I miei compagni di viaggio, invece, sarebbero tutti andati a dormire in altre strutture: i riccionesi da Valerio mentre Loris a casa dei parenti di Mailo ad Andres.
Appena il taxi che mi trasportava si ferma fuori dalla porta, questa si apre di scatto e compare Alessio che mi accentua subito chiamandomi...bè vi dico solo che il taxista mi ha guardato malissimo e chi è stato in Repubblica Dominicana può tranquillamente immaginare cosa mi avesse detto. Entro dentro, saluto tutti e comincio a spogliarmi nel giardino incurante di chiunque ci fosse: ero a casa finalmente. Due parole con il gestore, saluti di rito poi sotto la doccia, ne avevo proprio bisogno. Quando esco, bello rinfrescato arrivano anche gli altri. Subito mi metto a parlare con la persona con la quale avevo più feeling cioè Alessio. In pochi minuti decidiamo che è meglio discutere davanti ad una birra quindi usciamo. Facciamo solo qualche metro perchè lì vicino c'era un piccolo barrettino gestito da due dominicane quindi ci sediamo lì e cominciamo a bere. Poco dopo arriva anche Vincenzo con Alessandro un ragazzo simpatico che però ancora non conoscevo. I due, dopo una birretta, ci lasciano e rientrano mentre Alessio ed io restiamo lì. Noto subito la presenza di almeno tre ragazze che stavano ascoltando musica, una fa per avvicinarsi ma vedo che si allontana immediatamente. Alessio mi fa notare che la padrona le aveva fatto segno di non disturbare perchè se avessimo voluto saremmo stati noi a chiamarle. Fra la birra e la stanchezza io mi sento un pò cotto ma non avevo nessuna voglia di andare a dormire da solo. Visto che ancora non sapevo lo spagnolo e che non avevo nessuna voglia di cimentarmi in alcun tipo di approccio, do incarico ad Alessio di inviarmi "compagnia" e rientro. Dopo dieci minuti, non mi ritrovo più solo.
La mattina dopo, causa fuso orario non ancora smaltito, mi sverglio abbastanza presto e trovo Alessio già sveglio. Nel giro di una mezz'ora si alzano anche Galliani, Vincenzo e Alessandro. Galliani, come al suo solito, tira fuori pane e salame e si mette a fare colazione. Io, sinceramente, volevo fare colazione in un'altro modo quindi aspetto che lui finisca poi tutti in sieme andiamo in spiaggia. Punto di ritrovo il Verde Luna, ristorante gestito da Marco e sua moglie. Io mi faccio un'ottima colazione all'americana con uova, pancetta, pane, marmellata di ananas, spremuta di arancia e cappuccino. Mentre gli altri si fanno dare i lettini, io consumo con calma la mia colazione e scambio quattro chiacchere con Alessio che, essendo arrivato qualche giorno prima di me, mi illustra la situazione.
Poco dopo arriva il Lampada che, come sempre, si mette al sole e non si muove più, come in uno stato....comatoso. Dei riccionesi ancora nessuna traccia. Prima di stendermi al sole, vado a fare una passeggiata con Alessio per verificare la situazione e, dopo pochi passi, mi si fa incontro una vecchia conoscenza: Jocasta. Come prima cosa mi chiede se le avevo portato un regalo e io, che non avevo alcuna voglia di storie, le faccio presente che da più di un anno doveva restituirmi 100 dollari: in questo modo, sapendo in partenza che non li avrei più avuti, mi libero della sua presenza da subito. La voglia di camminare non è molta, così torniamo alla "base" e ci rilassiamo. Dopo un pò arrivano i riccionesi.
Noi, essendo un gruppo numeroso, praticamente occupavamo tutta la zona del Verde Luna. Diciamo che la giornata tipo fino alla sera era sempre la medesima perchè in tutti noi c'era soprattutto voglia di rilassarsi. Rispetto all'anno prima Galliani, oltre ad avere i capelli, beveva di brutto. Vincenzo e Alessandro avevano le loro tipe fisse e facevano vita da coppia, il Lampada vegetava, Bruno Negro "puntava", i riccionesi erano sempre "in caccia" e Alessio ed io controllavamo la situazione ben sapendo che non c'era alcun motivo di agitarsi come, ad esempio, Spimi che faceva sempre figure obrobriose perchè se Maometto non va alla montagna...dai, ci siamo capiti.
Nel giro di un paio di giorni arrivano altri due personaggi storici: Jorg e il Romano e il gruppo aumenta. Il cambio molto favorevole, ci permetteva veramente di fare una vita alla grande e non ci si faceva mancare proprio nulla.
Degno di nota un ragazzo di Roma: lui arrivava tutte le mattine dalle 08:45 alle 09:00, non prima e non dopo, si stendeva al sole e si faceva portare un filetto o un pollo alla plancia con una bottiglia di Rum Barcelò. Nel frattempo, arrivava un suo amico e lui fermava un gruppo di musicisti per farli suonare una buona mezz'ora. Intanto, si era bella che scolato la bottiglia di rum e ogni 15, 20 minuti ordinava un "traco" ossia un bicchiere di rum...e così tutti i giorni per un mese. Le vecchie conoscenze, si fanno vedere uno ad uno e provano sempre ad avere dei vantaggi dalla nostra presenza. Di Loris nessuna traccia. Ogni giorno erano cazzate su cazzate e ci si divertiva di brutto. La sera, dopo un aperitivo tornado a casa, ne io ne Alessio uscivamo...spessissimo stavamo fino a tarda notte a parlare con il gestore che quando cominciava a bere era incontenibile. Poi, comunque, se fossimo stati interessati ad avere compagnia....adesso i cellulari funzionano bene...capito no.
Rispetto al passato, il gestore mi sembra nettamente peggiorato, beve di brutto e poi si scatena con chi ha in torno. Si arriva, così, al 31 dicembre.
Ci si prepara per il doppio capodanno: quello italiano e quello locale. Dal primo pomeriggio il padrone di casa era già bella che andato e quando arriva il momento della mezzanotte italiana ubriaco come un serpente va a prendere dei razzi che chi sa dove aveva comprato. Esce fuori e ne spara un paio ma uno gli scoppia vicino e per poco non ci rimane. Sua moglie si incazza come una iena e gli tira una bottiglia. Lui comincia ad insultare lei e tutte le dominicane presenti poi cotto di brutto viene trascinato a letto.
Sua moglie, disperata mi chiede aiuto per portare avanti la cena che ancora doveva cominciare, Vince e Alessandro sono intenti a consolare le loro amiche e, come se non bastasse, arriva da Venezia Oliviero che io accolgo facendo gli onori di casa in assenza di chi in realtà dovrebbe farli.
La cena prosegue senza intoppi e tutti danno una mano di modo che non si registrino problemi. Poco prima di mezzanotte arrivano Lallo, Spimi e Torre in buona compagnia per fare gli auguri ma ormai gli altri erano già spariti tutti: ero rimasto solo io che stavo in attesa.
Le giornate proseguono tutte sulla stessa falsa riga ma c'è un episodio che va assolutamente segnalato. Chi è stato a Boca Chica ha certamente conosciuto Jennifer meglio nota come "occhio di lince". Si tratta di una ragazza che se vuole può anche essere molto gradevole ma se si mette, risulta essere insopportabile. Fatto sta che eravamo in cinque a parlare sulla spiaggia quando arriva lei sempre in caccia. Ci prova con tutti uno per uno fino a quando non si avvicina a Gianni il romano che senza mezzi termini, le fa capire che non deve rompere le scatole ( ma le parole non sono state queste ) ma non lo dice a bassa voce, lo urla provocando l'ilarità generale. Lei, lacrime di coccodrillo, scoppia a piangere e scappa velocemente verso l'interno del ristorante. Alessio, Vincenzo ed io ci guardiamo consci del fatto che qualche cosa sarebbe potuto succedere. Quando la vediamo tornare, notiamo subito che teneva una mano nascosta e si avvicina a Gianni. Lui non aveva ancora capito cosa stava succedendo ma Vince e io si ed in pochi secondi mentre io le bloccavo il braccio, lui provvedeva a costringerla ad aprire la mano nella quale teneva un coltello. Come ho già detto, le dominicane sono molto istintive.
Le giornate si susseguono in maniera piacevole e, piano piano, partono tutti: Alessio, Vincenzo, Galliani ecc... .
A due settimane dal rientro, arriva anche Gugnelli: erano anni che gli proponevo questa meta per le sue vacanze.
Ci siamo divertiti parecchio e lui è rimasto soddisfatto. Facevamo sempre gruppo fisso lui, io, un milanese di nome Stefano e la ragazza che, dopo qualche mese, sarebbe diventata mia moglie.
Si girovagava sempre fra spiaggia e centro della città. Un giorno, Carlos il bagnino mi ha portato a fare un giro all'interno del quartiere popolare Andres: con uno del posto problemi non ce ne sono da soli è meglio evitare.
Un'altra volta, sempre noi quattro ci siamo ubriacati come alci in spiaggia: io e la ragazza eravamo inaffrontabili e, mi hanno detto, abbiamo dato spettacolo. Il giorno dopo, ancora intontoliti, ci siamo scusati con Marco del ristorante.
La vacnza volge al termine: questo viaggi, sarà, per il motivo già spiegato in precedenza, molto importante per me.