Agosto 1999: BOCA CHICA

 

Questo  è stato il mio primo viaggio di un certo spessore. Con queste parole, intendo una vacanza "intercontinentale" fatta cioè fuori dall'Europa ed organizzata in modo un pò approssimativo vale a dire che dall'Italia ho prenotato solo il volo di andata e ritorno e per il soggiorno mi sono affidato a consigli di amici e suggerimenti vari. Fatta questa premessa, vi racconto qualche cosa. Era da diverso tempo che volevo andare a Santo Domingo. Questo perchè un ragazzo di nome Luca, che io conoscevo, me ne aveva parlato bene, lo descriveva come un vero paradiso. Inoltre suo babbo e suo fratello ci vivevano da tempo. Data la mia inesperienza di viaggiatore, ciò che mi serviva erano degli amici per non viaggiare solo, ed un "contatto" per muovermi una volta arrivato. Parlando di questi miei intenti con amici, sono venuto a sapere che Mirco, un ragazzo che lavorava vicino al porto di Rimini, poteva aiutarmi. Così, rimediati due "soci" per il viaggio siamo andati a parlarci ( perchè non riuscivo più a rintracciare questo Luca ). Lui ci ha spiegato un pò di cose e ci ha dato l'indirizzo di un residence sito a Boca Chica del quale era socio. Ed era proprio quello dei parenti di Luca. Visto lo scarso spirito di iniziativa di Diego e Moro, quelli che saranno i miei compagni di viaggio, mi interesso per il volo e contatto Valerio il proprietario riminese di questo residence. All'epoca facevo un'altro lavoro ed avevo le ferie in agosto così, visto che anche gli altri due in questo periodo erano a casa, decidemmo di farci un paio di settimane all'inizio del mese. La partenza è da Malpensa. Raggiungeremo Milano in treno: viaggio massacrante ed impossibilità di stare seduti fino a quando decidiamo di rischiare ed andare a sederci in prima classe. Per fortuna nostra il controllore non si fa vivo e noi arriviamo alla stazione Centrale. Di quì navetta fino all'aeroporto dove ritiriamo i biglietti. Si trattava di un volo charter della Air Europe che non faceva nessuno scalo. A tutti e tre il volo è sembrato interminabile.

Arrivati a Las Americas, ritiriamo i nostri bagagli ed usciamo. Fuori ci aspettava tale Lorenzo un taxista dominicano che amava definirsi "il magnifico" che ci conduce a destinazione. Il residence si chiamava "Ambasciata di Romagna". Quì ci attendevano Valerio e suo figlio Christian che provvedono a consegnarci le chiavi della camera. Precedentemente, avevamo deciso di dormire tutti nella stessa stanza ma l'esperienza, non solo di questo ma anche di successivi viaggi, mi insegnerà che è molto meglio avere una camera indipendente. Ci facciamo una doccia poi Luis, il guardiano, ci accompagna nel centro della città e ci spiega un pò di cose. Siamo decisamente stanchi e dopo un breve giro di ispezione torniamo a dormire. Il giorno dopo alle 05:00 ero in piedi causa fuso orario. Esco per ispezionare il residence e mi accorgo che anche Moro era sveglio così facciamo questo controllo in sieme e scattiamo un pò di foto. Quando anche Diego si sveglia ci facciamo dare indicazioni da Christian su dove andare in spiaggia e ci muoviamo. Andiamo a fare base al ristorante "Gabbiano" gestito, in quel periodo da Maurizio un cuoco anche lui delle nostre parti. Il tempo era velato e sia io che Moro ci scottiamo. Cominciamo a notare molti di quelli che ancora oggi sono personaggi che si aggirano lungo le spiagge di Boca Chica. Verso sera Christian ci accompagna a bere qualche cosa e capiamo subito che non ci troviamo propriamente in un bar...non so se mi spiego. Diaciamoci la verità, siamo tutti e tre un pò impacciati e frastornati perchè si tratta di un Paese decisamente diverso dall'Italia e, almeno per quanto mi riguarda, ci ho messo quasi tutta la vacanza a capire alcune cose. Il giono dopo, arrivano 4 ragazzi da Milano all'Ambasciata di Romagna e ci basta poco per fare amicizia. Lì ricordo perfettamente anche tutto ciò che facevano ma i nomi li ho proprio dimenticati. Uno, si sarebbe dovuto sposare a settembre e rompeva tutti i giorni le palle perchè il Paese non gli piaceva e cose del genere. Ma io dico poteva anche starsene a casa sua. O no ? Oltre tutto, sembrava sempre che ti prendesse per il culo. Comunque, da quando abbiamo fatto la loro conoscenza, Diego ci ha praticamente snobbato legandosi molto a questi milanesi. Moro, invece, mi chiedo ancora perchè sia venuto: non voleva spendere una lira, addirittura non è venuto a Catalina per non spendere i soldi: anche lui poteva rimanersene a casa. Una sera, decidiamo di farci un giro dei night della capitale, suggerimento avuto da Valerio e Christian che si offrono per accompagnarci. Ci basta fare un paio di locali per capire qual'era la situazione: noi eravamo i classici turisti da ripulire. Infatti, notiamo che in entrambi i locali il "Gatto e la Volpe" sembrava fossero a casa loro, tutti sapevano chi erano e mangiavano e bevevano a spese nostre. Coglioni può essere ma fino ad un certo punto così uno dei milanesi, dopo essersi consultato con noi, fa loro presente che ci eravamo stancati e che volevamo tornare a casa. Scocciati, i due ci accontentano. In un paio di giorni, capiamo anche che su colazione e cena ci facevano una "cresta" paurosa quindi evitiamo accuratamente di fermarci lì a mangiare.

Questa è la vacanza nella quale ho visitato più cose in capitale perchè nei viaggi a seguire diciamo che mi sono adattato all'ambiente e anche se dovevo solo muovermi per prendere un pulman, non ne avevo molta voglia. E' anche stata la prima volta in cui ho visitato le isole di Saona e Catalina. Passavamo le nostre giornate al Gabbiano e le serate allo Zanzibar, un bar sulla Duarte. Per diversi anni, Moro è rimasto convinto che a me quella vacanza non sia piaciuta...ma come se l'agosto dopo ci sono ritornato e mi sono mosso da subito per prenotare il biglietto...ma...la gente è strana. Sinceramente, a me i milanesi stavano sulle balle. Non tutti però. Due, infatti, si facevano molto i fatti loro mentre gli altri, soprattutto il futuro sposo, sembrava fossero più interessati a quello che facevo io piuttosto che a loro stessi. Non facevano altro che chiedere ma quando ti trovi una e cose del genere. Fatto sta che una che mi piaceva, effettivamente c'era ma io ero molto titubante sul dafarsi. All'epoca, non c'era ancora la legge della chiusura dei locali quindi posti come lo Zanzibar facevano orario continuato. Lo sposino, mi rompeva le scatole perchè non mi davo da fare per rimediare la tipa ma io non gli rispondevo perchè la mia voglia di litigare era assente.

Una notte, ci troviamo tutti allo Zanzibar a bere come sempre. Ad un certo punto gli altri decidono di tornare a casa. Io, però, non ero stanco e volevo rimanere ancora un pò. Diego, lo sposino e un'altro decidono di rimanere con me. Continua a passare il tempo e loro decidono di andare. A quel punto arriva la famosa tipa ed io dico loro che voglio rimanere ancora per andare a fare due chiacchere con lei. A questo punto l'assurdo: lo sposino dice che anche lui vuole rimanere per vedere come mi sarei comportato e si siede come per aspettare l'inizio della proiezione di un film. Io, stanco del suo comportamento inspiegabile, sbotto e gli dico chiaramente che doveva farsi i cazzi suoi e che se voleva una doveva andare a cercarsela e non rompere le palle a me. Visto che non avevo mai reagito così, lo prendo alla sprovvista e finalmente si toglie dal mezzo. Innervosito per l'accaduto mi prendo un'altra birra ed ecco che arriva Herman Vescovo, un tipo di Alessandria decisamente simpatico che avevo conosciuto qualche giorno prima. Si siede al tavolo con me e parlando gli spiego la situazione. Poi ci spostiamo nella discoteca di fianco dove vediamo la ragazza. Lui mi dice che sa parlare spagnolo e se avessi voluto ci avrebbe pensato lui a presentarmela. Dico che mi va bene e in cinque minuti il gioco è fatto. Rimaniamo ancora a parlare e verso le 05:30 tutti a casa. Il giorno dopo il milanese mi chiede come è andata e quando io gli dico di Herman e tutto il resto sembra offeso...anzi sembra quasi che volesse incolparmi del fatto che io mi fossi divertito senza di loro. Ormai stanco del suo modo di fare gli rispondo per le rime dicendogli che una persona si diverte più o meno in base alla compagnia che ha. In questo modo gli tappo definitivamente la bocca. Il brutto, però, e che questa piacevole e positiva svolta arriva a due soli giorni dalla partenza quindi non ne ho potuto beneficiare a pieno. Comunque, mi ritengo più che soddisfatto e mi riprometto di ritornarci l'anno seguente.

 

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