Ottobre 2008: SOSUA

 

Dopo una stagione lavorativa massacrante, è finalmente arrivato il momento delle tanto sospirate ferie. Dal 1999 per me questa parola va associata a "viaggio" e, da un paio di anni "viaggio" si lega con "Puerto Plata". Così, riparto per la quarta volta verso questa meta. Nel sito, non troverete traccia ne della mia terza esperianza in questa località ne di altre tre a Boca Chica. Questo perchè non ritengo questi 4 soggiorni in terra dominicana degni di nota. Ma torinamo a noi. Ancora una volta non trovo un compagno per viaggiare ma io me ne frego e parto da solo. Poi, visto che non sono scaramantico, prenoto il volo per il giorno venerdì 17 ottobre.

Mi metto in moto alle 23:30 di giovedì e mi dirigo con la fiat 500 (modello vecchio) di mia mamma verso Malpensa. Pur prendendola con calma, alle 04:00 mi trovo fuori dal parcheggio e, dopo aver consegnato la macchina, mi faccio portare all'aeroporto. Sono in netto anticipo e mi tocca aspettare, circondato da anziani che si stavano imbarcando per Lourdes, il momento della partenza. Il primo volo mi porta a Dusseldorf e, dovendo aspettare altre 3 ore per ripartire, mi faccio una colazione a base di cappuccino, wuster, patatine fritte, panino farcito e fetta di torta.

Il tutto faceva abbastanza cagare. Il tempo scorre lento, comunque arriva il momento di rimettersi in marcia. Fortunatamnete di fianco a me non sedeva nessuno così ho potuto fare un volo abbastanza tranquillo a parte un bambino che ha cagato il cazzo tutto il tempo e che al momento dell'atterraggio a pure sboccato. Dopo molte ore e pure uno scalo a Samanà arrivo a destinazione. Sbarcato, una dominicana cerca di approfittare dei miei servigi per farsi portare il bagaglio ma, appena si distre, le mollo lì la sua roba e mi dirigo verso l'uscita. Quì mi aspettava Lorenzo che mi porta al residence dove mi sistemo e vado a riposarmi.

Alle 04:00 causa fuso, non riesco più a chiudere occhio e verso le 07:00 me ne vado in giardino ad attendere la colazione. Alle 08:00 cominciano a servirla...noto subito che le cameriere sono tutte nuove. L'unico già sveglio otre a me era un ragazzo veneto di nome Massimo che avevo notato al mio arrivo. Lo invito al mio tavolo così facciamo conoscenza.

Scopro che Massimo è sposato da 14 anni con una dominicana e che ha vissuto lì per 5 anni.

I primi giorni sono stati all'insegna della tranquillità pura, sole in piscina e pasti abbondanti. Poi conosco David e Zeno, due personaggi assolutamente degni di nota. Sono soci in affari ma sembrano essere l'uno l'opposto dell'altro e, probabilmente per questo, si compensano alla grande l'uno con l'altro: il primo più istintivo e guascone, il secondo più riflessivo e saggio.

Passerò con loro qualche giorno fino alla loro partenza per il Venezuela. Con loro, avrei voluto passare molto più tempo perchè mi sono sembrate al primo impatto persone valide con le quali ci si poteva divertire parecchio.

Da ricordare l'unica giornata passata in spiaggia con loro a Sosua e il brevissimo tour a Puerto Plata.

Dal giorno 23 ottobre, conosco Yanira, ragazza molto simpatica che da una svolta alla già mia positiva vacanza. Se ripenso al viaggio del febbraio scorso mi sembra di essere rinato.

Con lei andrò per due volte a La Vega, sua città natale, centro importante situato al centro dell'isola e, quindi, senza mare. Quì, scopro che le cose costano molto di meno ad esempio una mattina faccio una colazione con spremuta di arancia e due panini uova e maionese scaldati a 60 pesos (in questo periodo, 100 euro sono 4350 pesos). Con questa ragazza ho passato veramente momenti molto divertenti...altro che quella mummia di Rosmary (parentesi bella "piena").

Un personaggio degno di nota di questa vacanza è certamente il milanese Stefano. E' venuto in Dominicana per far visita a suo padre che vive quaggiù quindi non alloggiava nel residence. Una mattina, era seduto al banco del bar e io mi trovato poco distante. Abbiamo cominciato a fare due chiacchere e mi ha parlato un pò di lui.

Non vivendo lì, non lo vedevo tutti i giorni...una mattina, era il 24, ci siamo reincontrati ed io gli ho chiesto se avesse visitato qualche cosa. Alla sua risposta negativa, mi sono fatto avanti per fargli vedere un pò di Puerto Plata e lui ha accettato di buon grado. Se solo avessi avuto modo di affrontare il discorso "escursioni" prima, sicuramente con lui avrei potuto andarmene un bel pò in giro. Mangiamo un bel piatto di rigatoni aragoste e gamberi poi, verso le 14:00, andiamo alla fermata dei taxi. Quì conosciamo Silvio che, caso vuole, è il taxista di fiducia di Lorenzo (e da questo momento diventa anche di mia fiducia). Ci accordiamo sul prezzo e partiamo verso...Cabarete per andare a prendere Yanira. Prima tappa il teleferico. Sul monte Isabel de Torres l'aria è più fresca e, vista la nebbia, sembra che non sia possibile godersi il panorama.

All'improvviso, in pochissimi secondi, la nebbia sparisce e ci si spalanca di fronte un panorama bellissimo già conosciuto da me ma nuovo per i miei compagni. Scattiamo qualche foto. Stefano non aveva la macchina fotografica e io gli faccio volentieri qualche scatto. Lui è decisamente entusiasta e dopo essere ritornati ai piedi del monte, ci dirigiamo verso il malecon. Io non avevo avuto ancora modo di farci una passeggiata così scendiamo dalla macchina e cominciamo a guardarci in torno ammirando l'esterno della Fortaleza, il Porto e rilassandoci un pò sulle panchine. Da di quì ci spostiamo nuovamente, questa volta verso la piazza municipale molto carina, ben curata e con una bella chiesa.

Stefano, incurante della funzione che era in corso, entra e ammira l'interno sotto lo sguardo stupito della gente. Poi ci viene fame e andiamo a stuzzicare qualche cosa in un piccolo bar poco lotano. Quì veniamo serviti dalla "donna lupo" denominata da noi così perchè aveva più peli lei di un orso baribal.

La nostra giornata turistica, si conclude entrando dentro la "Cienega", quartiere di Cabarete decisamente da evitare.

La vacanza prosegue molto bene e non ricordo un giorno, e dico uno, nel quale mi sono annoiato.

Parto triste si ma non troppo perchè a gennaio, e non mancava molto, sarei ritornato.

 

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