Stralci di recensioni

Nella propria pittura, Arturo Santillo cerca da sempre di comunicare una sorta di radicale enigmaticitá dell'Essere e dell'esistere, attraverso l'apparizione sulla tela di trasfigurate presenze umane. Incarnazioni e metamorfosi, sdoppiamenti e celesti ascensioni - che pure sono sovente motivi del suo lavoro - paiono sottrarsi alla suggestione del racconto, proprio per fissare sulla tela o sul foglio una "inenarrabile" dimensione di passaggio, che viene a identificarsi con la complessa condizione umana, come irrimediabilmente sospesa fra la certezza della sofferenza ( e della sua sostanziale, raggelante incomunicabilitá) e un'ansia di trascendenza che puó fare appello soltanto al miracolo, nell'allusione a eventi straordinari e a manifestazioni prodigiose, per sperare in una salvezza che di certo non é qui e ora.



Mauro Bocci

gennaio 1995