«Sono uscito,
Signore, fuori la gente usciva.
Camminavano e correvano tutti.
Correvano per non perdere tempo, correvano dietro al tempo, per riprendere il
tempo, per guadagnare tempo!
"Arrivederci, signore, scusi, non ho il tempo. Ripasserò, non posso attendere,
non ho il tempo. Termino questa lettera perchè non ho il tempo.
Avrei voluto aiutarla, ma non ho il tempo. Non posso accettare, per mancanza di
tempo.
Non posso riflettere, leggere, sono sovraccarico, non ho il tempo".
Vorrei pregare, ma non ho il tempo.
Tu comprendi, Signore, non ho il tempo.
Lo studente, ha il suo studio e tanto lavoro, non ha tempo... più tardi...
Il giovane fa dello sport, non ha tempo... più tardi...
Lo sposo novello deve arredare la casa, non ha tempo... più tardi...
I genitori hanno i bambini, non hanno tempo... più tardi...
I nonni hanno i nipotini, non hanno tempo... più tardi...
Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo... più tardi...
Sono moribondi, non hanno... troppo tardi!... non hanno più tempo!
In questo modo gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore,
passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi, sovraccarichi,
impetuosi, avventati...
e non arrivano mai a tutto,
manca loro il tempo, nonostante ogni sforzo, manca loro il tempo, anzi manca
loro molto tempo.
Signore, Tu hai dovuto fare un errore di calcolo.
Vi è un errore generale:
le ore sono troppo brevi,
i giorni sono troppo brevi,
le vite sono troppo brevi!
Tu, che sei fuori del tempo, sorridi, o Signore, nel vederci lottare con esso,
e Tu sai quello che fai!
Tu non Ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini: doni a ciascuno il
tempo di fare quello che Tu vuoi che egli faccia.
Ma non bisogna perdere tempo, sprecare tempo, ammazzare il tempo.
Perchè il tempo è un regalo che Tu ci fai,
ma un regalo deteriorabile, un regalo che non si conserva.
Signore, ho tempo, ho tutto il tempo mio,
tutto il tempo che Tu mi dai:
gli anni della mia vita,
le giornate dei miei anni,
le ore delle mie giornate,
sono tutti miei.
A me spetta riempirli, serenamente, con calma, ma riempirli tutti, fino
all'orlo, per offrirTeli, in modo che della loro acqua insipida, Tu faccia un
vino generoso, come facesti un tempo a Cana per le nozze umane.
Non Ti chiedo, oggi, o Signore, il tempo di fare questo e poi ancora quello;
Ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente nel tempo che Tu mi dai, quello
che Tu vuoi che io faccia».
(Michel Quoist)