Henri Nouwen

Muta il mio dolore in danza

Vivere con speranza i tempi della prova

 

 

Ed. San Paolo

€ 10,50

 

 

Henri Nouwen, con l’intento di insegnare ad affrontare le sofferenze della vita, traccia la strada da percorrere per un cristiano: una vita che abbia in Dio il proprio fondamento.

Suggerendo di elaborare le nostre perdite, anziché rimuoverle, e di accoglierle con un atteggiamento diverso dal rifiuto, ci aiuta a scoprire qualcosa di inatteso: “Invitando il Signore a vivere con noi le nostre tribolazioni edificheremo la nostra vita sul fondamento della gioia e della speranza. Quando smetteremo di volerci appropriare la vita, potremo finalmente ricevere più di quanto saremmo mai riusciti a carpire. E impareremo ad amare più intensamente il prossimo”.

Nouwen ci invita a “danzare” attraverso cinque “movimenti” che insegnano a vivere della speranza che non muore:

 

Dal nostro piccolo io a un mondo più vasto

-         Impariamo a far posto ad altri, e all’Altro Misericordioso in mezzo a noi. E quando ci sensibilizziamo a Dio e alle sue creature, scopriamo che le nostre vite ne sono arricchite. Ci rendiamo conto che il mondo intero è il grande palcoscenico della nostra danza.

-         La nostra gloria si cela nel nostro dolore, se permettiamo a Dio di portare il dono di sé nella nostra esperienza di dolore.

 

Dall’aggrapparsi al lasciare la presa

-         noi non siamo ciò che acquistiamo e realizziamo, ma semmai ciò che abbiamo ricevuto.

-         tenendo lo sguardo fisso su Colui che dice “non temete”, lentamente riusciremo ad abbandonare le nostre paure.

-         nel quieto ascolto della preghiera, impariamo a percepire la voce che dice: “Che gli altri ti amino o no, io ti amo. Tu sei mio; edifica in me la tua casa, dimora in me, come io dimoro in te”.

 

Dal fatalismo alla speranza

-         Per quanti hanno occhi per vedere e orecchi per udire, molto, nelle nostre esistenze effimere, non è transitorio ma duraturo, non è morte ma affacciarsi alla vita, non è temporaneo ma eterno. Pur nella fragilità delle nostre vite abbiamo una meravigliosa ragione di speranza. Il fondamento della nostra speranza risiede in Colui che è più forte della vita, della sofferenza e della morte.

 

Dalla manipolazione all’amore

-         Nei rapporti più significativi della nostra vita, Dio non è qualcosa di accessorio e marginale. Ci scopriamo l’un l’altro richiami viventi della presenza di Dio. L’amicizia, il matrimonio e i rapporti con i nostri fratelli e sorelle nella Chiesa diventano vie di rivelazione reciproca dell’amore originario, assoluto, universale di Dio, di cui partecipiamo e di cui diveniamo rivelazioni umane.

 

Da una morte angosciata a una vita gioiosa

-         Il Dio che ci ha creati, e che ci ha chiamati prediletti ancor prima che nascessimo, vive con noi e in noi. Nulla può separarci da quell’amore di Dio in Cristo, neppure la realtà, che in genere preferiamo ignorare o eludere, della morte.

-         Gesù ci dice: “Ti voglio dare il mio amore, il mio cuore, il mio soffio, lo Spirito. Voglio elevarti alla mia cerchia di prediletti. Non dopo la tua morte, ma ora, in questa vita, così che tu ti senta perdonato, amato, libero”.

 

 

 

Alcune note sull’autore:

 

Henri Nouwen

Nacque in Olanda nel 1932, sacerdote e docente di grande talento, insegnò in varie Università, tra le  quali Notre Dame, Yale e Harvard. Trascorse il suo ultimo decennio di vita come assistente e pastore della Comunità di Daybreak a Toronto (Canada), una delle tante Comunità dell’Arca che, fondate da Jean Vanier nel 1963 e oggi diffuse in tutto il mondo, assistono disabili fisici e psichici. Morì nel 1996.

Tra le opere maggiori della sua copiosa produzione letteraria si segnalano Il guaritore ferito, A mani aperte, L’abbraccio benedicente e La voce dell’amore.

 

 

 

 

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