Indulgenza Plenaria

 

Invito ai parrocchiani

 a prendere coscienza del dono

delle Indulgenze ed a riceverle

capendone il valore

ed osservando le norme

 

 

 

POSSO capire?

 

Fondamenti dottrinali

 

     Il vocabolo «Indulgenza» etimologicamente indica benevolenza, clemenza, misericordia, perdono. Nella dottrina e nell’insegnamento della Chiesa, «l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, dispensa e applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi» (Codice di diritto canonico).

   La concessione delle indulgenze si fonda sul dogma della comunione dei santi, mediante la quale, la vita dei singoli figli di Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fino a formare una sola mistica persona. In virtù della comunione dei santi, la Chiesa gloriosa in cielo, pellegrinante in terra e in fase di purificazione in Purgatorio, costituisce un solo corpo, di cui Cristo è il capo e i fedeli le membra, che lo Spirito Santo vivifica.

   L’unità dello Spirito, da cui la Chiesa è animata e retta, fa sì che tutto quanto essa possiede sia comune a tutti coloro che vi appartengono, compresi i fedeli che sono nell’aldilà, poiché «l’unione di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunione dei beni spirituali» (Lumen gentium, n.49).

 

CHE COSA OTTENGO?

 

   Con le indulgenze vengono rimesse le pene temporali dovute ai peccati. Occorre dunque distinguere nel peccato la colpa dalla pena che ne deriva. La colpa consiste nella aversio a Deo, cioè nella perdita della comunione di vita con Dio (peccato grave) o nella retardatio a Deo, cioè nell’affievolimento della comunione con Dio (peccato veniale) e nella conversio, grave o veniale, alle creature, cioè nel preferire se stessi o altre creature a Dio e ai propri doveri.

 

   La colpa esige la pena riparatrice, secondo il principio: «nulla culpa sine poena» (nessuna colpa senza pena).

Il sacramento della penitenza, o della riconciliazione, rimette la colpa e la pena eterna, ma non sempre rimette del tutto la pena temporale dovuta ai peccati sia mortali, già rimessi, sia veniali.

   Qualora la pena temporale dovuta ai peccati non venga del tutto scontata nella vita presente con la penitenza e le opere buone, la giustizia divina esige che sia espiata nell’altra vita, in Purgatorio.

   Le indulgenze parziali e plenarie sono un mezzo assai efficace e alla portata di tutti per evitare i castighi di Dio e le pene del Purgatorio.

 

Origine divina del potere delle indulgenze

 

   «Il potere di conferire le indulgenze è stato accordato da Cristo alla Chiesa», afferma il Concilio di Trento. A prova del potere divinamente concesso alla Chiesa di conferire le indulgenze, il testo conciliare cita due testi dell’evangelista Matteo: «A te [Pietro] darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).

   Dopo la sua risurrezione, Gesù adempì la promessa fata a Pietro e agli Apostoli: «In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18 cfr.16,19).

   Con le parole «legare» e «sciogliere» Gesù conferiva il potere di governare la Chiesa e un’ampia potestà legislativa e giudiziaria, e di rimettere o non rimettere i peccati e le relative pene.

 

Finalità

 

   Il fine che l’autorità ecclesiastica si propone nell’elargizione delle indulgenze è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene dovute al peccato già rimesso per quanto riguarda la colpa, ma anche:

 

1)                  indurre a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all’incremento della fede e al bene comune;

 

2)                aiutare a prendere coscienza dell’incapacità delle sole forze umane a riparare al male che con il peccato arrechiamo a noi  stessi e a tutta la comunità;

 

3)               praticare l’umiltà e ad esercitare la carità.

 

   Le indulgenze, infatti, non possono essere acquistate senza una sincera conversione e senza l’unione con Dio, a cui si aggiunge il compimento delle opere prescritte.

 

   Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario e adempiere tre condizioni:

 

1-                   confessione sacramentale

2-                    comunione eucaristica

3-                  preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice;

 

ed eseguire l’opera indulgenzata :

 

partecipare all’ora di adorazione secondo il programma presentato in ultima pagina.

 

Si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale.

 

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