«In ciascuno di noi il Padre ha generosamente
riversato una mirabile varietà di doni
e di talenti:
brilla in tutti, anche se tenue, il
riverbero della luce
che promana da lui.
Basta avvertire una piccola comunanza
di sentimenti e
di situazioni, per essere portati ad
uscire dal nostro
isolamento e ad avere più forza.
Chiunque sia il fratello che ti chiede
di parlare,
qualunque sia l'argomento che viene ad
esporti,
renditi disponibile per ascoltarlo.
Saper ascoltare è uno squisito atto di
bontà.
È, a volte, un faticoso esercizio di
pazienza;
è, spesso, un difficile atto di dominio
dei nostri nervi.
Ascoltare vuol dire tacere;
chi sa ascoltare, sa tacere a tempo e a
luogo.
Incoraggia, invece, l'interlocutore a
parlare con
sollecitazioni caute e delicate.
Bisogna spingerlo con decisione a
vincere il suo
carattere introverso e riservato.
Il giorno nel quale sarai riuscito a
dimenticarti
totalmente per accogliere ed ascoltare
l'altro, sarà il
giorno nel quale avrai fatto un
notevole passo avanti.
Saper parlare è un dono di molti.
Saper tacere è una saggezza di pochi.
Saper ascoltare è una generosità di
pochissimi.
Gli uomini hanno un grande bisogno di
parlare, ma
più ancora di qualcuno che li ascolti !
Non ti pentirai mai di essere stato
prudente,
di aver usato delicatezza,
di aver taciuto una parola di offesa,
di aver saputo aspettare,
di essere stato dignitosamente
superiore a certe
meschine manifestazioni che tradiscono
il vuoto e lo
squilibrio di chi crede di dominarci.
Addestrati, pertanto, nel parlare,
scegli bene le parole giuste,
esercitati nel delicato uso delle
parole !
"Una buona parola ridà vita;
una parola falsa ferisce sul vivo.
Uno sguardo sereno dà gioia profonda;
una buona notizia ridona forza».
(Proverbi 15,1-30)