Si racconta che lungo la costa del Mediterraneo si arenò un grosso tronco, come la neve pura e morbido alla stretta delle mani, gli uomini adagiarono le mani per prendere quel tronco, con una stretta forte e lo strinsero ed esso come neve, si scioglieva al calore delle loro mani, un candore immenso portava quel tronco, di quelle persone riscaldavano le mani che strette lo tenevano. Era enorme quel tronco, e gli uomini vollero portarlo via , ognuno di loro lo voleva portare al suo paese, per farne una statua visto il candore che esso trasmetteva. Arrivarono ad un incrocio chiamato "I 5 zucche", una strada portava a Vittoria-Comiso, un'altra verso Ragusa, una verso Scoglitti, una stradina verso Santa Croce Camerina. Decisero di portare il ceppo verso la provincia, Ragusa ma il ceppo diventò talmente pesante che non riuscirono a trasportarlo. Si diressero allora verso Scoglitti, ma il ceppo nuovamente si appesantì. Le persone allora provarono verso Vittoria - Comiso, pensando dopo se dirigerlo per l'uno o l'altro paese ma il pezzo di legno diventò pesantissimo, sembrava incollato e deciso a non muoversi da quell'incrocio. Provarono infine verso Santa Croce, erano delusi e scoraggiati ma misteriosamente quel ceppo sembrò liberarsi nel vento, volando più in alto della difficoltà reale riducendolo leggero come una piuma. Da questo ceppo lo scultore Salvatore Bagnasco creò la statua di San Giuseppe che divenne il patriarca e il patrono di Santa Croce Camerina. Guardando la statua nella Chiesa Madre sembra sentire il profumo di rose appena colte al mattino, la chiesa si riempie di luce come il caldo d'estate, rigoglioso e felice, colorato dal cielo profumato dai fiori coi riflessi infuocati dalle onde del mare.
Marisa & Giuseppe |