Si racconta che lungo la costa del Mediterraneo

si arenò un  grosso tronco

era candido

come la neve pura e morbido 

alla stretta delle mani,

gli uomini adagiarono le mani

per prendere quel tronco,

con una stretta forte e lo 

strinsero ed esso come neve, si scioglieva

al calore delle loro mani,

un candore immenso portava 

quel tronco, 

e il cuore puro

di quelle persone 

riscaldavano le mani 

che strette lo tenevano.

Era enorme quel tronco, 

e gli uomini vollero portarlo via ,

ognuno di loro lo voleva portare al suo paese,

per farne una statua visto il

candore che esso trasmetteva.

Arrivarono ad un incrocio chiamato "I 5 zucche",

una strada portava a Vittoria-Comiso,

un'altra verso Ragusa,

una verso Scoglitti,

una stradina verso Santa Croce Camerina.

Decisero di portare il ceppo 

verso la provincia, Ragusa ma 

il ceppo diventò talmente pesante 

che non riuscirono a trasportarlo.

Si diressero allora verso Scoglitti,

ma il ceppo nuovamente si appesantì.

Le persone allora provarono 

verso Vittoria - Comiso, pensando

dopo se dirigerlo per l'uno o l'altro paese ma

 il pezzo di legno diventò pesantissimo,

sembrava incollato e deciso a 

non muoversi da quell'incrocio.

Provarono infine verso Santa Croce,

erano delusi e scoraggiati ma misteriosamente

quel ceppo sembrò liberarsi nel vento,

volando più in alto

della difficoltà reale

riducendolo leggero come una piuma.

Da questo ceppo lo scultore 

Salvatore Bagnasco creò

la statua di San Giuseppe 

che divenne il patriarca e il patrono

di Santa Croce Camerina.

Guardando la statua nella Chiesa Madre 

sembra sentire il profumo di rose

appena colte al mattino,

 la chiesa si riempie di luce

come il caldo d'estate, rigoglioso

e felice, colorato dal cielo

profumato dai fiori

coi riflessi infuocati dalle onde del mare.

 

Marisa & Giuseppe

 

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