Il peccato di Anna

Il rossetto leggermente sbavato,
eri l’icona del peccato.
Stivali scintillanti nella notte,
e quelle gonnelline molto corte.
Parevi un angelo tremante al gelo,
in esilio, lontana dal suo cielo.
Nessuno sapeva chi fossi per davvero,
una storia celata nel mistero.
Ti offrivi ad un arido baratto,
per un amplesso mal sottratto.
Poi una sera per combinazione,
con fare ardito, si avvicinò al lampione,
quel bel ricciolino, che ti rubò il cuore,
trovandoti rapita, finalmente dall’amore.
Rivoltasti d’incanto tutta quella vita,
a ritrovare quella genuinità, in te assopita.
Fosti per lui dolce sposa, e per me amica,
priva di malizie, in maniera garantita.
Ma un crudele destino era in agguato,
il suo amore non era sincero, ma malato.
Il sogno svanì e sentendoti tradita,
fuggisti lontano, per riperdere la vita!
Ma c’è una cosa Anna, che mi hai insegnato,
che il vero “peccato”, fu quell’amore mai ricambiato!