Filastrocca di gioventù

C’era una volta, tutto ciò, che mi pareva amore,
quella casetta attorniata di viole,
le imposte aperte a nuovo sole,
il ballatoio e poi la ringhiera,
ed un dolce venticello di primavera.
La scontata preghierina della sera,
il mio sorriso allegro di bambino,
il Natale per giocare col trenino.
La biondina con le trecce, vicina di banco,
la maestrina che mi piaceva tanto.
Il compagno dispettoso da prendere a pugni,
e quella stanzetta che riempivo di sogni.
La bianca chiesetta, sul pendio della montagna,
la buffa capretta giù la, in campagna.
Il pane profumato di farina,
e il momento della merendina.
La radiolina per la partita della domenica,
ed il cappellino col paraorecchie, se poi nevica.
Il pallone comprato in proprietà,
e le stupide ragazzate dell’età.
La più carina, che con me non ci sta,
chissà perché poi, ancora non so, ne mai si saprà!
Da li in poi le mille incognite della vita,
e dadi truccati per giocare quella partita!
Così concludo la filastrocca di gioventù,
che mai più ritorna, e che di certo oggi non ho più!