MINIERA COMERO

VEDUTA DELLA MINIERA COMERO - ANNO 1950 -

La miniera Comero è stata la più importante delle miniere in Calabria., essa confinava ad est con la concessione Santa Maria al Comero,ed ad ovest con la concessione Santa Domenica. Detta Miniera, che si trovava nel territorio ddel Comune di Strongoli, la si raggiungeva per mezzo di una stradella di circa 2 Km. che partiva dalla strada Nazionale che collegava Strongoli con San Nicola dell'Alto. La Miniera inizialmente fu di propietà dei Baroni Giunti, poi in seguito alla legge mn. 1441 del 29/07/1927 e per effetto di un decreto Ministeriale del 25/11/1931 l'intera concessione fu accordata ad una cordata di soci che faceva capo al Barone Nicola Giunti. La concessione aveva una superficie di circa 113 ettari e si estendeva fino ai confini del comune di Meslissa. Nel 1938 per effetto di un'altro decreto del 30/12 la concessione passò a Francesco Massara, ai F.lli Mustacchio passò con un decreto del 31/07/1950 ed infine con un decreto del 12/11/1952 passò definitivamente a quattro Famiglie; la famiglia Domenico,Annibale, Salvatore ed Arimondo Mustacchio; la famiglia Leonida, Aristide,Umberto, Ugo e Aldo Loria; Rodolfo e Ugo Fecarotta e Vincenzo Candela, tutti rappresentati da Arimondo Mustacchio. La cosa più strana che distingueva questa miniera dalle convicine, era che la natura solfifera risultava migliore di quella di quella della Santa Maria al Comero e Santa Domenica. La miniera Comero inizialmente fu anche la più fortunata, in quanto il minerale veniva estratto man mano che si trovava sotto la crosta terrestre, senza curare la tecnica, il metodo e lo studio geologico del sottosuolo. Infatti, secondo l'Ing. Scicli, nulla si tentò di fare, di studiare o di programmare con mezzi adatti la natura solfifera della miniera. L'unico scopo fu solo quello di estrarre il più minerale possibile, senza curarsi della sicurezza e del futuro della miniera. L'inizio dell'esplorazione della miniera non ha una data precisa, si pensa che con molta probabilità questi abbiano avuto inizio verso i i primi del 1800 per poi essere abbandonati con il passare del tempo, ed  essere ripresi verso il 1880/1883. Per questa incuria, spesso e volentieri la produzione subì gravi crisi,  e grossi inconvenienti si verificarono anche nel sotterraneo del luogo. Le prime ricerche furono lusinghiere e l'entusiasmo arrivò alle stelle, quando gli operai si trovarono davanti ad un grosso blocco di minerale dopo appena 20 metri di profondità. Fu solo un fuoco di paglia, perché ben presto si constatarono tracce di vecchi scavi che dimostravano già un vecchio sfruttamento del posto. Durante le ricerche del 1885, in località Querce, si trovarono due grossi filoni di zolfo, il primo ad una profondità di circa 25 metri dallo spessore di circa 30 metri, ed il secondo dalla parte opposta della prima ad una profondità di 20 metri ed uno spessore addiruttura superiore del primo. L'entusiasmo del ricco ritrovamento, spinse la ditta a dare un maggiore impulso all'estrazione fino al punto che nel 1890 si riuscì ad estrarre fino a 3.560 tonnellate di zolfo greggio pari al 12% di resa media e l'impiego di 183 operai. L'anno successivo la manovalanza raggiunse il n. di 270 operai e costrinse la ditta a costruire sul posto diverse abitazioni e perfino una chiesetta. Fu un periodo di pieno boom economico e San Nicola dell'Alto stava diventando il paese più ricco del comprensorio e nello stesso tempo veniva invaso da numerosi emigrati. Nonostante la felice ricerca, la disorganizzazione, regnava sovrana, il minerale veniva estratto a spalla attraversando buche che comunicavano con il sottosuolo e le acque venivano smaltite scavando delle gallerie. Da tenere presente, però, che la miniera Comero fu la prima in tutta la Calabria che già usava un vagonetto a rotaie. La prima galleria acavata a 214 mt è stata la "Granatelle", poi a 186 mt la "petilia", la "C:Colombo a 192 mt, la "Archimede" a 183 mt. la "Flavio Gioia" a 194 mt, la "S.Francesco" a 177 mt, La "Campanella" a 168 mt, ed infine la "28 Ottobre" a 151 mt. Anche se tutto sembrava procedere nel migliore dei modi, molta era la disorganizzazione del piano dell'opera, perché gestita da gente incompetente ed incominciarono a verificarsi i primo crolli. Infatti nel 1891 ci fu un crollo generale del sottosuolo tanto da causare una grande frana. Si racconta che una ragazza che si trovava in quella zona non sia più ritornata a casa perché inghiottita dalla voragine provocata dalla frana. Dopo quella frana la miniera restò chiusa per diversi e solo nel 1902 si incominciò a dare una certa consistenza alle nuove ricerche e si andò avanti così fino al 1920, anno in cui un nuovo crollo accentuò la crisi che stava sopraggiungendo. Nel frattempo dopo la ricerca Basta vi subentrò la Ditta Broccolo per poi passare nel 1895 nelle mani della Società Broccolo, Mirabello, Spada che la tenne fino al 1920. Verso la fine del 1926 la Ditta Mustacchio Domenico Antonio di San Nicola dell'Alto ne assunse l'esercizio della miniera. Nel 1920, la crisi ed il disaccordo fra i soci, costrinse la Società ad abbandonare definitivamente la miniera ed il relativo contratto di fitto. Solo nel 1926 con la Ditta Mustacchio Domenico Antonio di San Nicola dell'Alto ed un decreto del 10/gennaio del 1927 furono ripresi i lavori. Non pochi furono i problemi da risolvere per colpa delle gallerie e delle infrastrutture completamente inutilizzabili. Le prime ricerche iniziarono presso la Torre Muzzonetti con lo scavo di due nuove gallerie, e con molti sacrifici si andò avanti fino al 1930 sfruttando il minerale residuo. La Ditta Mustacchio essendo priva di mezzi, si rivolse ad un certo Ing. Dionisio Chiarotti, il quale si assunse tutta la direzione dei lavori. L'alleanza tra i due durò molto poco ed il Mustacchio dovette affrontare la situazione da solo con l'aiuto dei suoi quattro figli. In questo modo si andò avanti fino al 1938, anno in cui la miniera venne rilevata dal facoltoso industriale Avv. Francesco Massara, il quale finanziò direttamente la ditta costituita dai quattro figli di Mustacchio Domenico Antonio deceduto nel 1935. La nuova gestione non ebbe i risultati sperati e continuò fra alti e bassi fino al 1944 anno in cui anche l'Ind. Francesco Massara, dopo la costruzione di alcune gallerie e lo sfruttamento delle falde rinvenute, la miniera restò inattiva fino al 1949 per mancanza di fondi e l'interruzione dei finanziamenti ai F.lli Mustacchio. Un un anno dopo la concessione venne ceduta ai F.lli Mustacchio che entrati in società con un gruppo di tecnici e finanziatori siciliani, incominciarono di nuovo a perforare ed estrarre il minerale. I lavori portarono ad una estrazione sempre in progressione oltrepassando le 4.000 tonnellate nel 1954. infatti si passò dalle 130 tonnellate del 1950, alle 200 del 1951, alle 3.949 del 1952, alle 3.900 del 1953 per poi raggiungere la bellezza delle 4.549 tonnellate del 1954. Per questa escalation si usò l'impiego di 200 operai ed un consumo di energia elettrica di oltre 16.000 Kw mensili. Lo Scicli, afferma, che nonostante esistesse la possibilità della forza motrice, ancora nelle nostre zone si continuava ad usare il sistema di trasporto a spalla, rendendo disumano il lavoro degli operai. Mentre con la costruzione di una galleria ed il trasporto a vagonetto, sicuramente la spesa sarebbe stata più economica e più umano il rapporto con gli operai. Infatti nella Romagna e nelle Marche il trasporto a spalla era già scomparso da diversi anni. Ritornando alla ricca estrazione del 1954, lo Scicli afferma, che nonostante un'inarrestabile crisi dello zolfo stesse attagliando il mercato, non scoraggiò la Ditta Concessionaria a continuare i lavori, infatti nuove scoperte di minerale incominciavano ad essere scoperte nella direzione della concessione di Serrapiana. In seguito anche questa coltivazione andò piano piano scemando con il subentrare della crisi di mercato per poi arrivare alla definitiva chiusura negli anni sessanta.

Gallerie costruite

Galleria Granatelle a quota m. 214
Galleria San Francesco a quota m. 177
Galleria La Petilia a quota m. 186
Galleria Cristoforo Colombo a quota m. 192
Galleria Archimede a quota m. 183
Galleria Flavio Gioia a quota m.194
Galleria Campanella a quota m. 168
Galleria  28 Ottobre a quota m.151

FABBRICATI

Cabina di trasformazione
Fabbricati per deposito di esplosivi
Magazzino
Tre case per gli operai da 35 posti
Un fabbricato che comprendeva: camera compressori, officina e segheria

IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO DEL MINERALE

MACCHINARI IMPIEGATI

N. 2 Calcaroni ognuno di 1.100 tonn. di minerale. N. 1 trasformatore da 100 KVA 20.000/260
N. 3 Calcaroni ognuno di 900 tonn. di minerale. N. 2 compressori d'aria Flottmann con motore da 75 HP
N. 1 Calcarone di tonn. 540 di minerale N. 1 argano a due tamburi con motore da 15 HP elettrico
N. 1 Calcarone di tonn. 210 di calcarone N: 3 argani ad un tamburo con motore da 12 HP elettrici
N. 4 forni Gill della capacità di tonn.36 per cella. N. 3 aspiratori con motore da 22 HP
  N. 4 pompe di cui una a pistone
  N. 3 centrifughe con motore di 20 HP

OPERAI IMPIEGATI

N. 183 NEL 1890   -    N. 270 NEL 1891   -   N. 200 NEL 1954   -

RECORD DI MATERIALE ESTRATTO

Tonn. 3.560 nel 1890  Tonn. 3.949 nel 1952 
Tonn. 130 nel 1950 Tonn. 3.900 nel 1953
Tonn. 200 nel 1951 Tonn. 4.549 nel 1954