MINIERA BOSCO DI SANT'ANDREA

La presenza di indizi che portavano al ritrovamento di zolfo, incuriosì la ditta Vetta fino ad indurlo ad effettuare alcune ricerche verso questo burrone denominato Bosco S.Andrea. Questa località si trova a circa due Km. dalla Miniera di Prato degli Arnaggi e fa da spartiacque tra i comuni di Casabona e San Nicola dell'Alto. La località fa però parte del territorio del comune arbereshe.

I primi lavori furono iniziati nel 1906 mediante alcune gallerie costruite in senso orizzontale. Con questo sistema di lavorazione, si scoprirono alcuni strati di zolfo che raggiungevano la misura di un metro per poi progredire fino ai due e tre metri di massa. Durante la lavorazione si constatò che il tipo di terreno aveva molte analogie con quello della Miniera di Prato degli Arnaggi con l'unica differenza che il numero degli strati era di poco inferiore e di scarsa estrazione.

Come si è detto prima, i lavori venivano eseguiti in senso orizzontale e si andò avanti in quel modo per circa 200 metri e di pochi metri in profondità. In questo modo nel 1908 si ottennero con l'utilizzo di tre calcaroni circa 600 tonnellate di zolfo ciascuno.

Nel 1911 la miniera venne abbandonata perché impossibilitati ad eliminare l'acqua, si tentò con la costruzione di gallerie e con l'installazione di pompe a mano, ma tutto diventava vano per la natura del terreno tutto in pendenza.

La produzione complessiva di questa miniera, si presume che sia stata intorno alle 300 tonnellate di minerale con una resa molto scarsa che non superò la percentuale del 9%. Nel periodo più florido furono impiegati circa 70 operai.

Nel 1911 la miniera venne chiusa definitivamente perché nessun esercente sentiva il coraggio di affrontare tutti i problemi che si presentavano davanti. Anche nel 1950, nessuno si prese la responsabilità di riaprire la vecchia galleria. Nessuno si preoccupò di sfruttare la linea elettrica che passava sopra la Pietra del Vecchio e dare un nuovo impulso alle vecchie estrazioni.