Efisio Marini


Nasce a Cagliari nel 1835 da una benestante famiglia di commercianti. Si laurea a Pisa in medicina ed in scienze naturali. Tornato a Cagliari non ancora venticinquenne, diviene assistente presso il Museo di Storia Naturale. Prende a studiare i fossili, maturando l'intuizione di un processo inverso a quello Efisio Marininaturale che possa arrestare il fatale processo di degradazione delle sostanze organiche, animali e vegetali. Sperimenta, poi, sui cadaveri nell'obitorio del cimitero. La sua perseveranza è premiata: dopo cinque anni di ricerca, gli esperimenti che compie su un braccio di un cadavere danno risultati sorprendenti. Marini riesce non solo ad arrestare il processo della decomposizione, ma anche a conservare ai tessuti e ai muscoli l'elasticità e la plasticità che possiedono in vita ed a mantenere in essi l'incarnato originale, trattandoli per immersione con sostanze e reagenti da lui ideati. La scoperta supera la pietrificazione dei cadaveri, già ottenuta dal bellunese Gerolamo Segato, poiché le salme trattate dal Marini conservano, appunto, anche l'elasticità dei muscoli e dei tessuti, la plasticità e l'incarnato.
Le ricerche dello scienziato si svolgono tra l'invidia e la maldicenza dei concittadini che sminuiscono la sua scoperta. L'occasione per dimostrare che con il suo metodo si può impedire la decomposizione delle intere spoglie di un defunto si presenta alla morte dello storico cagliaritano Pietro Martini: con alcuni amici ha l'idea di pietrificarne il corpo e di immortalarlo in una lastra fotografica. Viene aperta la tomba ed Efisio Marini comincia ad operare sul corpo inanimato ancora ben conservato. Gli amici lo guardano attoniti mentre ricostruisce i lineamenti perduti dello storico. Terminata l'operazione l'insigne studioso è pronto per essere ritratto. Agostino Lay Rodriguez riproduce l'evento con grande precisione ed il morto rivive così in una lastra fotografica. Qualche mese dopo l'immagine dello storico sorride dalle vetrine dei negozi cagliaritani, dove è in vendita nei vari formati allora in commercio. Però la parola di Marini e dei suoi amici è messa in dubbio: Marini fa riesumare la salma dello storico davanti a numerosi ed autorevoli testimoni. Il risultato gli dà ragione: il corpo di Pietro Martini è perfettamente conservato e così è anche nelle successive riesumazioni che si rendono necessarie anni dopo, per convincere i più scettici: l'ultima riesumazione, avviene nel 1898, a 32 anni di distanza dalla morte.
Il Marini, non avendo ottenuto di accedere all'università di Cagliari, cosa cui tiene molto, pensando di potervi creare un museo anatomico unico al mondo, si trasferisce a Napoli. Qui frequenta importanti personaggi della cultura, come Salvatore di Giacomo e Giovanni Bovio, mentre la sua fama di imbalsamatore cresce in tutta Europa. E' invitato all'Esposizione Universale di Parigi del 1867, per mostrare i risultati della sua scoperta. Grazie al suo misterioso procedimento lo scienziato sardo pietrifica, restituendogli l'antica consistenza, il piede di una mummia egizia. Napoleone III, su consiglio del celebre chirurgo francese Nélaton, per l'opera eseguita sulla mummia egiziana, gli concede la Legion d'Onore. Lo stesso anno la prestigiosa rivista medica Lancet lo consacra in un articolo.
Efisio partecipa a varie esposizioni a Londra, Vienna, Torino, Milano, Roma. In sintonia con un costume molto diffuso in quel tempo negli strati sociali più alti, sottrae al disfacimento le salme di Luigi Settembrini, Benedetto Cairoli e del cardinale Sanfelice, mentre pietrifica in forma di medaglia il sangue di Garibaldi raccolto ad Aspromonte, con grande riconoscenza da parte del generale; ma non ottiene mai la tanto desiderata cattedra universitaria, anche perché si rifiuta di rivelare il segreto delle sue imbalsamazioni. Continua, perciò, a fare il medico, in condizioni economiche sempre più precarie e circondato da una sinistra fama che la sua casa ossessivamente disseminata di reliquie anatomiche (oggi al museo anatomico partenopeo) contribuisce in modo determinante ad alimentare. Muore a Napoli l'11 settembre 1900 e con lui scompare anche la sua formula misteriosa per la pietrificazione dei cadaveri.
Dal 26 ottobre al 12 dicembre 2004 la sua città natale gli dedica la mostra "Il Pietrificatore" presso il Centro Comunale d'Arte e Cultura Il Ghetto, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e dal Gruppo Misto Comunicazione, con la collaborazione del consorzio museale Camù. La mostra si propone di ricostruire il percorso intellettuale e psicologico che porta Efisio Marini a scoprire la formula chimica in grado di arrestare la naturale decomposizione dei corpi dopo la loro morte. L'esposizione si compone di 26 pannelli che raccontano: la vita di Efisio Marini, la storia della Cagliari di fine ottocento, la tecnica della pietrificazione e quella della mummificazione, oltre a una sezione su imbalsamatori, mummificatori, pietrificatori nell'Europa del XIX secolo. Il Gruppo Misto Comunicazione, società attiva nei settori della consulenza, dell'editoria e della formazione cura il catalogo di 80 pagine nel quale, insieme ad interventi di carattere scientifico corredati da numerose foto, è possibile leggere un racconto a fumetti su Efisio Marini. Il fumetto mira a coinvolgere un pubblico il più vasto possibile, cercando di interessare anche una fascia più giovane di utenti. La scelta narrativa è stata quella di raccontare le vicende del Marini, con un taglio avventuroso e introducendo dei personaggi con i quali i lettori possano identificarsi. Nel livello del presente, due giovani ricercatori si impegnano a ritrovare la fantomatica formula per la pietrificazione dei cadaveri; in un secondo livello narrativo, collocato nel passato, si ripercorrono la vita di Efisio Marini e le vicende e i costumi della Cagliari di fine 1800.

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