Lettera
dei Quattro Ministri Generali
della Famiglia Francescana
ai Fratelli e Sorelle dell'Ordine Francescano Secolare,
in occasione della consegna della Regola,
approvata per loro dalla Santa Sede.
Abbiamo la gioia di comunicarvi che la Santa Sede, mediante la lettera
apostolica "- Seraphicus Patriarcha -", datata 24 giugno 1978, "-sub
anulo piscatoris-", ha approvato la Regola rinnovata dell'Ordine Francescano
Secolare, che abroga e sostituisce la precedente di Papa Leone XIII.
E' al Papa Paolo VI che dobbiamo questo splendido dono, poco prima che lasciasse
questa terra.
Egli vi amava.
Più volte, infatti, aveva manifestato il suo amore verso l'Ordine Francescano
Secolare ed aveva rivolto a voi parole indimenticabili, come nel giugno 1968 e
nel 1971, in occasione del 750ø anniversario del "-Memoriale propositi-".
L'iter percorso dall'anno 1966, data 7 marzo, cioè da quando la Sacra
Congregazione per i religiosi concesse la facoltà di iniziare l'aggiornamento
della legislazione dell'Ordine Francescano Secolare, è stato lungo e laborioso.
Vogliamo sottolineare il lavoro dei fratelli e delle Fraternità, sia mediante le
varie forme di vita, way, way of life, od itinerari, sia mediante l'indefesso
lavoro della Presidenza del Consiglio internazionale, dopo l'istituzione di
esso, nell'anno 1973.
Tale lavoro è stato di capitale importanza nella ricerca delle vie dello Spirito
ed efficacissimo per avvertire la presenza e la vitalità del carisma francescano
nel popolo di Dio, ai nostri giorni.
La Regola che oggi vi presentiamo non è soltanto il frutto di questi lavori.
La Chiesa ve la consegna come norma di vita.
La priorità della vostra attenzione corra verso il contenuto evangelico,
accogliendo il messaggio francescano che essa porta e la guida che vi offre per
vivere secondo il Santo Vangelo.
Uno dei cardini dell'auspicato rinnovamento è il ritorno alle origini,
alla esperienza spirituale di Francesco d Assisi e dei fratelli e delle sorelle
della penitenza, che ricevettero da lui ispirazione e guida.
Tale proposito viene suggerito datl'inserzione come prologo della "-Lettera ai
fedeli-" (recensio prior) , nonché dai costanti riferimenti alla
dottrina ed all'esempio di San Francesco.
Un altro cardine è l'attenzione allo Spirito nei segni dei tempi.
Appoggiati a questi due cardini, dovete mettere in pratica l'invito della regola
alla creatività e all' esercizio della corresponsabilità.
Questa creatività, in alcuni casi, dovrà esprimersi in forma di statuti.
Infatti il n 3 dice come norma generale: "-l'applicazione sarà fatta dalle
Costituzioni Generali e da Statuti particolari-"
Noi, ministri francescani, con tutti i nostri frati abbiamo l'animo pronto ed
aperto ad offrirvi tutta l ássistenza per camminare assieme a voi nelle vie del
Signore.
Con questi sentimenti ci è gradito consegnare la Regola rinnovata dell'Ordine
Francescano Secolare alla Presidenza del Consiglio Internazionale OFS e, tramite
essa, a tutti i francescani secolari, che la riceveranno come norma e vita.
Il serafico Patriarca San Francesco d Assisi, mentre era in vita ed anche
dopo la sua preziosa morte, ha invogliato molti a servire Dio in seno alla
famigtia religiosa da lui fondata, ma ha attirato anche innumerevoli laici ad
entrare nelle sue istituzioni rimanendo nel mondo, per quanto era loro
possibile. Difatti, per servci delle parole del nostro Predecessore Pio XI,
"sembra... non esservi stato mai alcuno in cui brillasse più viva e più
somigliante l'immagine di Gesù Crtsto e la forma evangetica di vita che in
Francesco. Pertanto egli che si era chiamato l'Araldo del Gran Re, giustamente
fu salutato quale un altro Gesù Cristo per essersi presentato ai contemporanei e
ai secoli futuri quasi Cristo redivivo, dal che seguì che, come tale, egli vive
tuttora agli occhi degli uomini e continuerà a vivere per tutte le generazioni
avvenire" (Encicl. "-Rite expiatis-" 30 aprile 1926; AAS, 18 [1926] p. 154). Noi
siamo lieti che il "-carisma francescano-" ancora oggi vigoreggi per il bene
della Chiesa e della comunità umana, nonostante il serpeggiare di dottrine
accomodanti e la crescita di tendenze che allontanano gli uomini da Dio e dalle
cose soprannaturali.
Con lodevole impegno e con una comune azione le quattro Famiglie Francescane
per un decennio hanno studiato per elaborare una nuova Regola del Terz'Ordine
Francescano Secotare o, come ora viene chiamato, Ordine Francescano Secolare.
Ciò è sembrato necessario sia per le mutate condizioni dei tempi, sia per le
disposizioni e gli incoraggiamenti dati in proposito dal Concilio Ecumenico
Vaticano II.
Perciò i diletti figli, i quattro Ministri Generali degli Ordini Francescani
ci hanno rivolto la istanza perché approvassimo la Regola in tal modo preparata.
E noi, seguendo l'esempio di alcuni Nostri Predecessori, ultimo dei quali Leone
XIII, volentieri abbiamo deciso di accondiscendere alle suppliche. In tal modo
Noi, nutrendo fiducia che la forma di vita predicata da quel mirabile Uomo
d'Assisi riceverà un nuovo impulso e fiorirà con vigore, dopo aver consultato la
Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, che ha esaminato
con diligenza il testo presentato, avendo tutto ponderato attentamente, con
sciente e matura deliberazione, approviamo e confermiamo, con la Nostra
Apostolica autorità per mezzo di queste Lettere, la Regota dell'Ordine
Francescano Secolare, e vi annettiamo la forza della sanzione apostolica, purché
concordi con l'esemplare che si conserva nell'archivio della Sacra Congregazione
per i religiosi e gl'Istituti Secolari, di cui le prime parole sono "-Inter
spirituales familias-", le ultime "-ad normam Constitutionum, petenda-".
Con la presente Lettera e con la Nostra autorità abroghiamo la precedente
Regola di quello che era chiamato Terz'Ordine Francescano Secolare. E stabiliamo
che queste Lettere restino ferme e raggiungano il loro scopo ora e nell'avvenire
nonostante qualsiasi cosa in contrario
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 24 giugno
1978, anno 16ø del Nostro pontificato.
Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con
tutta la mente, con tutta la loro forza (cf. Mc 12,30) ed amano il loro prossimo
come se stessi (cf. Mt 22,39), ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e
peccati, e ricevono il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e
fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono felici questi e queste, facendo
tali cose e perseverando in esse, perché su di esse riposerà lo spirito del
Signore (cf. Is 11,2) e stabilirà in essi la sua abitazione e la sua dimora (cf.
Gv 14,23), e sono figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi,
fratelli e madri del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Mt 12,50).
Siamo sposi quando con il vincolo dello Spirito Santo l'anima fedele si
congiunge al nostro Signore Gesù Cristo. Gli siamo f ratelli, quando facciamo la
volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12,50). Madri, quando lo portiamo nel
nostro cuore e nel nostro corpo (cf. 1 Cor 6,20) per virtù dell'amor di Dio e di
pura e sincera coscienza; lo partoriamo con le opere sante, che debbono
illuminare gli altri con l'esempio (cf. Mt 5,16).
O come è cosa gloriosa, avere un Padre santo e grande nei cieli! O come è
cosa santa, avere un tale sposo, paraclito, bello e ammirabile! O come è cosa
santa e come è cosa amabile, possedere un tale fratello ed un tale figlio,
piacevolissimo, umile, pacifico, dolce, amabile e sopra tutte le cose
desiderabile: il Signore nostro Gesù Cristo, che diede la sua vita per le pecore
(cf. Gv 10,15) e pregò il Padre dicendo: Padre santo, conserva nel tuo nome (Gv
17,11) quelli che mi hai dato nel mondo; erano tuoi e tu li hai dati a me (Gv
17,6). E le parole che hai dato a me, io le ho date a loro; ed essi le hanno
ricevute ed hanno creduto veramente che io sono uscito da te ed hanno conosciuto
che tu mi hai inviato (Gv 17,8). Prego per essi e non per il mondo (cf. Gv
17,9). Benedicili e santificali (Gv 17,17) e per essi io santifico me stesso (Gv
17,19). Non prego solo per essi, ma anche per quanti crederanno in me per la
loro parola (Gv 13,20) affinché siano santificati nella unità (cf. Gv 17,23)
come noi (Gv 17,11). E voglio, o Padre, che, dove sono io, siano anch'essi con
me, perché possano vedere la mia gloria (Gv 17,24) nel tuo regno (Mt 20,21).
Amen.
Tutti quelli e quelle, che non fanno penitenza, e non ricevono il corpo ed il
sangue del nostro Signore Gesù Cristo, e vivono nei vizi e peccati e camminano
dietro alta prava concupiscenza ed alle cattive brame della loro carne, e non
osservano quanto promisero al Signore, e servono col corpo al mondo, ai desideri
carnali ed alle sollecitudini del secolo ed agli affari di questa vita: schiavi
del diavolo, di cui sono figli e di cui fanno le opere (cf. Gv 8,41), sono
ciechi, perché non riconoscono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo. Non
possiedono la sapienza spirituale, perché non possiedono il Figlio di Dio che è
la vera sapienza del Padre, dei quali è scritto: La loro sapienza è stata
divorata (Sal 106,27); e: Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi
comandamenti (Sal 118,21).
Vedono e lo riconoscono, sanno di fare il male e lo fanno e così
consapevolmente mandano in rovina la loro anima. Aprite gli occhi, o ciechi,
ingannati dai vostri nemici: dalla carne, dal mondo e dal diavolo; poiché è cosa
dolce per il corpo commettere il peccato e gli è cosa amara farlo servire a Dio;
poiché tutti i vizi ed i peccati escono dal cuore degli uomini e da lì
procedono, come dice il Signore net Vangeto (cf. Mc 7, 21).
E così non avete niente di buono in questo mondo e non ne avrete per il
futuro. E pensate di possedere a lungo le cose vane di quaggiù, ma vi fate
imbrogliare, poiché verrà un giorno ed un'ora, che non pensate, che non
conoscete e che ignorate; s'ammala il corpo, s'avvicina la morte e così l'uomo
muore di una morte amara. E dovunque, in qualsiasi tempo e modo l'uomo muoia in
peccato mortale senza penitenza e soddisfazione, se può soddisfare e non
soddisfa, allora il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con tanta
angustia e tribolazione, che nessuno può immaginare, tranne colui che ciò
subisce. E saranno loro tolti (cf. Lc 8,18; Mc 4,25) tutti i talenti ed il
potere e la scienza e la sapienza (2Par 1,12), che credevano di possedere. E
lasciano tutto ai parenti ed agli amici e dopo che essi si sono tolti e divisi i
suoi beni soggiungono: Maledetta sia l'anima sua, poiché avrebbe potuto darci di
più e guadagnare di più di quanto non abbia guadagnato. I vermi (intanto)
divorano il corpo, e così hanno mandato alla malora il corpo e l'anima nel breve
periodo di tempo di questo mondo, e se ne andranno all'inferno, ove saranno
tormentati all'infinito. Per la carità che è Dio (cf. 1 Gv 4,16), preghiamo
tutti coloro, ai quali giungerà questa lettera, di ricevere benignamente per
amore di Dio queste olezzanti parole del nostro Signore Gesù Cristo, come sopra
riferite. E quanti non sanno leggere, se le facciano leggere spesso; e le
conservino presso di sé mettendole santamente in pratica sino alla fine, perché
sono spirito e vita (Gv 6,64). E coloro che non faranno ciò, saranno tenuti a
rendere conto nel giorno del giudizio (cf. Mt 12,36) davanti al tribunale del
nostro Signore Gesù Cristo (cf. Rm 14,10).
*) Denominato anche con il nome di Fraternità Francescana
Secolare
o con la sigla T.0.F. corrispondente al Terzo'0rdine Francescano.
Tra le famiglie spirituali, suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa*),
quella Francescana riunisce tutti quei membri del Popolo di Dio, laici,
religiosi e sacerdoti, che si riconoscono chiamati alla sequela di Cristo,
sulle orme di S. Francesco d'Assisi.
*) Lumen Gentium 43.
In modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, essi intendono
rendere presente il carisma del comune Serafico Padre nella vita e nella
missione della Chiesa*).
*) Apostolicam Actuositatem, 4,8.
In seno a detta famiglia, ha una sua specifica collocazione l'Ordine
Francescano Secolare. Questo si configura come un'unione organica di tutte le
fraternità cattoliche sparse nel mondo e aperte ad ogni ceto di fedeli, nelle
quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la
perfezione della carità nel proprio stato secolare, con la Professione si
impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco e mediante questa
Regola autenticata dalla Chiesa*).
*) Can. 702,1 [314].
La presente Regola, dopo il Memoriale propositi (1221) e dopo le
Regole approvate dai Sommi Pontefici Nicolò IV e Leone XIII, adatta l'Ordine
Francescano Secolare alle esigenze ed attese della santa Chiesa nelle mutate
condizioni dei tempi. La sua interpretazione spetta alla Santa Sede e
l'applicazione sarà fatta dalle Costituzioni Generali e da Statuti
particolari.
La regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il
vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l'esempio di S. Francesco
d'Assisi, il quale del Cristo fece l'ispiratore e il centro della sua vita con
Dio e con gli uomini*). Cristo, dono dell'Amore del Padre, è la via a Lui, è
la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è
venuto a dare in sovrabbondanza.
*) 1Cel 18. 115.
I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del
Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo*).
*) Apostolicam Actuositatem 30, 8.
I francescani secolari, quindi, ricerchino la persona vivente e operante
di Cristo nei fratelli, nella sacra Scrittura, nella Chiesa e nelle azioni
liturgiche. La fede di S. Francesco che dettò queste parole: "-Niente altro
vedo corporalmente in questo mondo dello stesso altissimo Figlio di Dio se non
il suo santissimo Corpo e il santissimo Sangue-" sia per essi l'ispirazione e
l'orientamento della loro vita eucaristica.
Sepolti e resuscitati con Cristo nel Battesimo che li rende membri vivi
della Chiesa, e ad essa più fortemente vincolati per la Professione, si
facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando
Cristo con la vita e con la parola.
Ispirati a S. Francesco e con lui chiamati a ricostruire la Chiesa, si
impegnino a vivere in piena comunione con il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti in
un fiducioso e aperto dialogo di creatività apostolica*).
*) Paolo VI, 19.5.1971, Discorso ai Terziari, III.
Quali "-fratelli e sorelle della penitenza-"*), in virtù della loro
vocazione, sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro modo di
pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore
che lo stesso Vangelo designa con il nome di "-conversione-", la quale, per la
umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno.
*) Memoriale propositi.
In questo cammino di rinnovamento il sacramento della Riconciliazione è segno
privilegiato della misericordia del Padre e sorgente di grazia*).
*) Presbyterorum ordinis 18,2.
Come Gesù fu il vero adoratore del Padre, così facciano della preghiera e
della contemplazione l'anima del proprio essere e del proprio operare*).
*) Apost. Actuositatem, 4, 1-3.
Partecipino alla vita sacramentale della Chiesa, soprattutto all'Eucaristia, e
si associno alla preghiera liturgica in una delle forme della Chiesa stessa
proposte, rivivendo così i misteri della vita di Cristo.
La Vergine Maria, umile serva del Signore, disponibile alla sua parola e a
tutti i suoi appelli, fu circondata da Francesco di indicibile amore e fu
designata Protettrice e Avvocata della sua famiglia*). I francescani secolari
testimonino a Lei il loro ardente amore, con l'imitazione della sua
incondizionata disponibilità e nella effusione di una fiduciosa e cosciente
preghiera.
*) 2Cel, 198.
Unendosi all'obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in
quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di
ciascuno nelle diverse circostanze della vita*), e seguano Cristo, povero e
crocifisso, testimoniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni.
*) Lumen Gentium, 41.
Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per Sé e per la Madre sua una vita
povera e umile*), pur nell'apprezzamento attento e amoroso delle realtà
create; così, i francescani secolari cerchino nel distacco e nell'uso una
giusta relazione ai beni terreni, semplificando le proprie materiali esigenze;
siano consapevoli, poi, di essere, secondo il Vangelo, amministratori dei beni
ricevuti a favore dei figli di Dio.
*) Lettera a tutti i fedeli, 5.
Così, nello spirito delle "-Beatitudini-", s'adoperino a purificare il cuore
da ogni tendenza e cupidigia di possesso e di dominio, quali "-pellegrini e
forestieri-" in cammino verso la Casa del Padre*).
*) Rm 8, 17; Lumen Gentium, 7, 5.
Testimoni dei beni futuri e impegnati nella vocazione abbracciata
all'acquisto della purità di cuore, si rederanno così liberi all'amore di Dio
e dei fratelli*).
*) Ammonizioni, 16; 1 Lettera a tutti i fedeli,
69
Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, Primogenito
di una moltitudine di fratelli*), i francescani secolari accolgano tutti gli
uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo.
*) Rm 8,29.
Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli
uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare
condizioni di vita degne di creature redente da Cristo*).
*) Regola n.b. 9,3; Mt 25,40.
Chiamati, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, a costruire un
mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del Regno di Dio,
consapevoli che "-chiunque segue Cristo, Uomo perfetto, si fa lui pure più
uomo-", esercitino con competenza le proprie responsabilità nello spirito
cristiano di servizio*).
*) Lumen Gentium, 31; Gaudium et spes, 93.
Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con
iniziative coraggiose tanto individuali che comunitarie, nella promozione
della giustizia, ed in particolare nel campo della vita pubblica impegnandosi
in scelte concrete e coerenti alla loro fede*).
*) Apostolicam Actuositatem, 14.
Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione,
redenzione e servizio della comunità umana*).
*) Gaudium et spes, 67, 2; Regola n.b., 7,
4; b., 5, 2.
Nella loro famiglia vivano lo spirito francescano di pace, fedeltà e
rispetto della vita, sforzandosi di farne il segno di un mondo già rinnovato
in Cristo*).
*) Regola Leone XIII, 11, 8.
I coniugati in particolare, vivendo le grazie del matrimonio, testimonino nel
mondo l'amore di Cristo per la sua Chiesa. Con una educazione cristiana
semplice ed aperta, attenti alla vocazione di ciascuno, camminino gioiosamente
con i propri figli nel loro itinerario umano e spirituale*).
*) Lumen Gentium, 41, 5; Apostolicam Actuositatem,
30, 2. 3.
Abbiano inoltre rispetto per le altre creature, animate e inanimate, che "-dell'Altissimo
portano significazione-"*), e si sforzino di passare dalla tentazione di
sfruttamento al francescano concetto di fratellanza universale.
*) 1Cel 80; Cantico delle Creature, 4.
Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente,
ricerchino le vie dell'unità e delle fraterne intese, attraverso il dialogo,
fiduciosi nella presenza del germe divino che è nell'uomo e nella potenza
trasformatrice dell'amore e del perdono*).
*) Regola Leone XIII, II, 9; Tre Compagni,
14, 58.
Messaggeri di perfetta letizia, in ogni circostanza, si sforzino di portare
agli altri la gioia e la speranza*).
*) Ammonizioni, 21; Regola n.b. , 7, 17:
Innestati alla Risurrezione di Cristo, la quale dà ilvero significato a
Sorella Morte, tendano con serenità all'incontro definitivo con il Padre*).
*) Gaudium et spes, 78, 1-2.
L'Ordine Francescano Secolare si articola in fraternità a vari livelli:
locale, regionale, nazionale e internazionale. Esse hanno singolarmente la
propria personalità morale nella Chiesa*). Queste fraternità di vario livello
sono tra di loro coordinate e collegate a norma di questa Regola e delle
Costituzioni.
*) Can. 687 [309].
Nei diversi livelli, ogni fraternità è animata e guidata da un consiglio e
un Ministro (o Presidente), che vengono eletti dai Professi in base alle
Costituzioni*).
*) Can. 697 [309].
Il loro servizio, che è temporaneo, è impegno di disponibilità e di
responsabilità verso i singoli e verso i gruppi.
Le fraternità al loro interno si strutturano, a norma delle Costituzioni,
diversamente secondo i vari bisogni dei loro membri e delle loro regioni,
sotto la guida del Consiglio rispettivo.
La fraternità locale ha bisogno di essere canonicamente eretta, e così
diventa la cellula prima di tutto l'Ordine e un segno visibile della Chiesa,
comunità di amore. Essa dovrà essere l'ambiente privilegiato per sviluppare il
senso ecclesiale e la vocazione francescana, nonché per animare la vita
apostolica dei suoi membri*).
*) Pio XII, 1.7.1956, Discorso ai Terziari, 3.
Le domande di ammissione all'Ordine Francescano Secolare vengono
presentate ad una fraternità locale, il cui Consiglio decide l'accettazione
dei nuovi fratelli*).
*) Can. 694 [307].
L'inserimento si realizza mediante un tempo di iniziazione, un tempo di
formazione di almeno un anno e la Professione della Regola*). A tale sequenza
di sviluppi è impegnata tutta la fraternità anche nel suo modo di vivere.
Riguardo all'età per la Professione e al segno francescano distintivo, ci si
regoli secondo gli Statuti.
*) Momoriale, 29-30.
La Professione è di per sé un impegno perpetuo*).
*) Memoriale, 31.
I membri che si trovino in difficoltà particolari, cureranno di trattare i
loro problemi con il Consiglio in fraterno dialogo. Il ritiro o la definitiva
dimissione dall'Ordine, se proprio necessaria, è atto di competenza del
Consiglio di Fraternità, a norma delle Costituzioni.*)
*) Can. 696 [308].
Per incrementare la comunione tra i membri, il Consiglio organizzi
adunanze periodiche ed incontri frequenti, anche con altri gruppi francescani,
specialmente giovanili, adottando i mezzi più appropriati per una crescita di
vita francescana ed ecclesiale, stimolando ognuno alla vita di fraternità*).
Una tale comunione prosegue con i fratelli defunti con l'offerta di suffragi
per le loro anime.
*) Can. 697 [309].
Per le spese occorrenti alla vita della Fraternità e per quelle necessarie
alle opere di culto, di apostolato e di carità, tutti i fratelli e le sorelle
offrano un contributo commisurato alle proprie possibilità. Sia poi cura delle
fraternità locali di contribuire alle spese dei Consigli delle fraternità di
grado superiore*).
*) Memoriale, 20.
In segno concreto di comunione e di corresponsabilità, i Consigli ai
diversi livelli, secondo le Costituzioni, chiederanno religiosi idonei e
preparati per l'assistenza spirituale ai Superiori delle quattro Famiglie
religiose francescane, alle quali da secoli è collegata la Fraternità
Secolare.
Per favorire la fedeltà al carisma e la osservanza della Regola e per avere
maggiori aiuti nella vita di fraternità il ministro o presidente, d'accordo
con il Consiglio, sia sollecito nel chiedere periodicamente la visita
pastorale ai competenti Superiori religiosi*) e la visita fraterna ai
responsabili di livello superiore, secondo le Costituzioni.
*) Regola di Nicolò IV, cap. 16.
"-E chiunque osserverà queste cose sia ricolmo in cieto delta
benedizione delláltissimo Padre e in terra sia ripieno della benedizione del
Figlio suo diletto con il Santissimo Spirito Paraclito...-". (Benedizione di S. Francesco)