La Torre del Brandale
anteriore al XII secolo
detta un tempo Torre
Perforata per
le
sei arcate su cui è
stata costruita.
I genovesi ne ridussero
l'altezza ma in seguito
fu riportata all'altezza
originale.
Su di essa sono riportati
su maiolica gli stemmi
delle famiglie patrizie
della città.
All'interno è posta la
"Campana della
vittoria" per cui la
torre è anche chiamata
"Campanassa". I
resti dell'antica campana
sono visibili nell'atrio
della
torre.
Altre torri, sono la Ghibellina del XIII secolo e la Martinengo del XIV.
La torre del Brandale,
chiamata anche Campanassa,
era la torre più
importante
della città delle oltre
cinquanta torri, delle
mura di Savona. Costruita
intorno all'anno
Mille, prese nome dai
vari possessori, come gli
Iolta e i Bava, ma di
quest'ultima
denominazione, ignota è
l'origine. Una voce la
deriva dal nome del papa
Gregorio
VII, Ildebrando.
Il documento ufficiale
più antico che la cita
è un atto di vendita dai
Curlaspedo a
Arnaldo Iolta, nel 1178.
Il nome Brandale, compare
la prima volta, nel 1202,
in un
atto che riguarda il
Comune e già nel 1203 vi
era l'abitazione del
Podestà.
Nel 1305, Oberto Bava la
vende al Comune e
diventa, così, la sede
del Podestà.
Nel 1336, vicino ad essa,
è costruito il Palazzo
degli Anziani.
Nel 1349, fu issata la
campana, per chiamare a
raccolta la popolazione,
per le varie
manifestazioni o per
annunciare un pericolo.
Con la sottomissione a
Genova, la torre fu
abbassata di m.25,
(1552) poichè si
voleva una migliore
visuale tra la fortezza
del Priamar e quella
dello Sperone.
Nel 1668, la campana si
ruppe ed un'altra più
pesante (18 quintali) fu
messa al suo
posto, ma anche questa
subì una crepa, nel
1892.
Una nuova campana è
messa nel 1919 (25
quintali) ma difettava
nel suono.
Nel 1931, la torre è
riportata alla originaria
altezza (m. 49,60) ed una
sottoscrizione
popolare la doterà di
una nuova campana.
Sulla torre è effigiata
l'immagine della Madonna.
La prima dipinta nel 1513
da
Bernardo di Montorfano,
ma distrutta con
l'abbattimento del 1552,
la seconda del
1538, non resistette alle
intemperie e così fu per
quella dipinta da Ezio
Peluzzi.
Nel 1967 fu messa in
opera una
rappresentazione della
Madonna su ceramica
opera di Giacomo Raimondi.